lunedì 22 dicembre 2014

La passeggiata

di Orazio Crispo

Che l’impresa sarebbe stata ardua è apparso subito chiaro a tutti. 

Alcuni dei convenuti (da terre assai lontane) hanno esibito generi di conforto esoterico: una rosa è stata posta su una sedia vuota, omaggio dovuto al mentore della serata, mentre una granitica piramide egizia formato ridotto) è stata collocata sul magico suolo, giusto per invocare le grazie di Iside… 

Perfino il nostro filosofo di riferimento è arrivato protetto dal sacro Tempio famigliare. A vegliare su tutto questo l’ombra rassicurante del paese di Villa Rosa, come a chiudere una cerimonia propiziatoria alla lettura dell’Asino d’oro di Lucio Apuleio.

Tanto spiegamento di forze non si spiega che in un modo: commentare un classico del II secolo a.C. non e’ proprio una passeggiata ma una scalata ardua verso le ripide vette dell’interpretazione.

Questo libro denso di storie e di miti è parso enigmatico, forse perché i mille risvolti magico-esoterici contenuti nel testo si sono persi nel tempo e nello spazio. 


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sabato 20 dicembre 2014

Le verità dissolute

di Cateno Tempio

Ridotta all'osso, la magia è la convinzione che si possa cambiare la natura delle cose a mezzo di parole. Chi dunque crede che la cultura possa cambiare le cose, professa una fede ‘magica’.

L’Isola degli Asini si è riunita a Villarosa il 12 dicembre, per parlare di un libro sulla magia, quel tragicomico, divertente, angosciante, misterico, iniziatico Le metamorfosi o L’asino d’oro di Apuleio. E noi che asini siamo – come asino diventa Lucio, il protagonista –, quando ci ritroviamo per parlare di un libro, per parlare di parole, non siamo forse degli apprendisti stregoni? Magari non tragici, ma maldestri come l’apprendista della ballata di Goethe, o simpatici come nella trasposizione disneyana in Fantasia.

Come sempre, quando si parla di un libro si finisce col parlare di tanti altri libri. Così Lucio ha continuato le sue metamorfosi: da discorso asinino, s’è fatto rito iniziatico (con un piccola piramide posta al centro: i sempre azzeccati oggettini che portano Orazio e Agata, presenze immancabili, contribuiscono a creare l’atmosfera giusta. Piramide e rosa: nel segno di Iside), poi l’asino s’è travestito da Wittgenstein, per andare a parare sugli spruzzi escrementizi di certa arte contemporanea, contornati da un grande silenzio.


Gli intervenuti per la prima volta ora ridacchiavano divertiti, ora stupiti ci guardavano un po’ perplessi. Fa strano discutere di un libro asinino senza pompa magna, senza accademicità, senza pretendere ruoli cattedratici, ma così, come si parla tra amici, tutti seduti in cerchio, liberi di parlare senza ambire al possesso di verità assolute. Semmai, anzi, dati gli argomenti, ci crogiolavamo a svelare verità dissolute.

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domenica 23 novembre 2014

Per una convocazione al viaggio

Lettore, eccoti nuovamente convocato per un nuovo viaggio. Mettiti comodo e non addurre scuse di altri impegni e faccende ché il tempo per un viaggio siffatto lo si trova sempre (basta una manciata di ore al dì), e non solo il tempo si trova, ma anche le risorse economiche (giusto quelle relative all'acquisto del libro, edito anche in edizione economica, sappilo) e, infine, le risorse immaginative (ebbene sì, si viaggia soprattutto con l'immaginazione, mi auguro che tu ne abbia una gran scorta). 

Si va in Tessaglia, non l'odierna, troppo facile, ma la Tessaglia del II secolo dopo Cristo, a braccetto di un giovane Lucio che, per errore, viene mutato in asino. Quindi, sarebbe più esatto dire, si va a dorso del giovane Lucio che, sotto la veste asinina, vive mille e più vicissitudini che lo portano a contemplare da vicino gli uomini e le loro passioni, finché, grazie all'intervento della dea Iside, riacquista le fattezze umane. 

Questo, per sommi capi, è il viaggio cartaceo, segue poi il viaggio fisico vero e proprio, lettore, quello in cui tu venerdì 12 dicembre andrai alla volta della biblioteca di Villarosa, comune posto in una conca ai piedi del monte Giurfo e tra due fiumi d'acqua salata e dolce, rispettivamente il Salso e il Morello, così recita la libera e virtuale enciclopedia di wikipedia. Lì incontrerai altri lettori che, come te, sono muniti delle stesse risorse, di cui si diceva sopra, più un'altra, fondamentale, la risorsa sociale (che altro non è se non la capacità di stare e discutere con altri, nel nostro caso, di discutere de L'asino d'oro di Apuleio). Giunto alla fine di questa duplice convocazione, lettore, resisto alla tentazione forte di piazzare lì una frase "effetto baci perugina" sul libro, sul leggere, sulla condivisione e affini, e semplicemente ti auguro un buon viaggio, anzi te lo dico in inglese, good travel, ché nel suono e nell'etimologia, ricorda quel travaglio e quel patire necessario ad ogni conquista degna di memoria.
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domenica 2 novembre 2014

I guardiani della memoria

di Orazio Crispo

Nella biblioteca comunale di Aidone due piccoli manichini impettiti, vestiti con abiti ottocenteschi, sembrano vigilare sulle teche, sui libri, sulle spoglie del tempo, sugli echi del passato.

Dentro queste sale, accolti da un corteo incuriosito e festante, è iniziata la notte degli Asini investigatori, legati dalla Promessa di imprigionare un personaggio e smascherare uno scrittore. 

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domenica 12 ottobre 2014

L'imprevisto come souvenir nella Svizzera di Dürrenmatt

In coincidenza con la notte di Halloween, tra un dolcetto scherzetto, saremo ad Aidone "posto lombardo anche se non si trova nel Val Demone" come lo definiva Elio Vittorini in Conversazione in Sicilia. Aidone è un paese di 5000 abitanti circa, posto a 800 metri di altitudine sui monti Erei, sede del sito archeologico di Morgantina, di un museo, un castello e tante chiese. Qui, noi lettori, dialogheremo del libro di Friedrich Dürrenmatt La promessa, un romanzo giallo con tutte le carte in regola: assassinio efferato, colpevole individuato, caso risolto, giustizia è fatta, ma che a poco a poco sotto gli occhi del lettore si smonta e ricostruisce fino a ribaltarsi nel suo contrario in un giallo difettoso e irrisolto. Uno scrittore e un comandante di polizia in pensione sono i due narratori in viaggio da Coira a Zurigo, in un on the road svizzero alla fine del quale il lettore si ritroverà tra le mani come souvenir l'imprevisto.


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domenica 28 settembre 2014

Grande rock, Piccolo libro

di Orazio Crispo

Catenanuova è un paese sorprendente, un paese rock.

Talmente immerso nella musica che puoi trovare palchi e concerti live in ogni via del centro, assordato dalle chitarre svisate e dall'inglese approssimato per dialetto. Talmente sorprendente da sospettare che la “Catena” non rimandi a rosari, Marie e cristianità varie, ma ad un legame con borchie e cuoio heavy, ad una passione poco evangelica e molto metal. Una passione rock.

Affondati in un sound anni ’70, trapanati da un vento elettrico e chiusi in un cerchio malvatico, abbiamo iniziato la nostra seduta di autocoscienza collettiva... E come consci di un potere assoluto e inquisitorio, siamo riusciti a bruciare il vincitore del premio Strega, incenerendolo sul rogo dell’approssimazione letteraria e della sregolatezza narrativa. Un vero peccato, perché a me quel libro era piaciuto. 

Malgrado le tesi assolutorie e i tentativi di abiura, la maggioranza ha emesso verdetto, si è alzata ed è sprofondata nella notte musicale.

Ma dai tristi resti di quel libercolo ancor fumante già si scorge l’ombra di una Promessa… Forse di una nuova minaccia, perché dalle ceneri di un Piccolo libro un maestoso Dürrenmatt risorgerà, foriero di nuove discussioni. Con lo spettro di un Francesco ad agitarsi su di noi.



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domenica 14 settembre 2014

Un'armata brancaleone di lettori a Catenanuova

Il libro che c’è toccato in sorte di leggere per il prossimo incontro gravita nell'occhio di un vero e proprio ciclone: tocca nodi politici ancora irrisolti ed è vincitore del Premio Strega 2014, premio noto più per le polemiche e i presunti inciuci editoriali che per le questioni letterarie.

Sì, avete capito bene, il libro è Il desiderio di essere come tutti di Francesco Piccolo. Potete leggerlo o no, apprezzarlo o criticarlo, oppure sfogliare, chiudere, sottolineare, strappare. Ma questa non è solo carta, è un invito al viaggio, anzi è il viaggio, in altre storie e vite, quella romanzata dello scrittore tutt'uno con quella politica degli ultimi quarant'anni della nostra Italia: l'epidemia di colera  Napoli, Berlinguer, il fallimento del compromesso storico, il rapimento Moro, Craxi e Berlusconi.

A lettura finita, il viaggio continua e si fa fisico e reale, con altri lettori in piazza Marconi a Catenanuova, sabato 27 settembre. Siate sediamuniti, è da sempre il nostro motto, se non volete restare all'impiedi ma soprattutto siate portatori di un pensiero, sul e intorno al libro, nel tentativo maldestro di costruire una cultura dal basso e partecipata, dialogica e narrativa come un'armata brancaleone con libri e sedie.

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lunedì 11 agosto 2014

Di asini e di laghi

di Orazio Crispo

Alla fine il mostro del lago di Pozzillo non è apparso. Eppure gli ingredienti per una serata thriller non mancavano di certo: luna piena ma incerta, latrati di cani in lontananza (e in presenza), figure in penombra e riflessi, attese. Così, nel riverbero lacustre, è cominciata la discussione su un libro e sui tanti sensi che la lettura può offrire. 

Lentamente, un personaggio e una storia sono stati messi a fuoco, smontati e ricostruiti. Un percorso originale è stato tracciato, condiviso, dibattuto. Abbiamo ribattuto e divagato, messo a fuoco (e fiamme) pensieri diversi su un libro uguale, steso sul terreno in tante copie non conformi (perché non uniforme è il tempo del pensare). Una magia per noi nuovi adepti, neofiti della parola condivisa, incantata dalla Luce dell’incontro. 
Foto Pietro Motisi

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lunedì 21 luglio 2014

L'asino e il demone della letteralità

di Rosa Salamone

Spesso ci si muove su internet seguendo il “demone della letteralità”, cioè del prendere le cose alla lettera, come Giufà il furbo sciocco della tradizione orale mediterranea, che, se la mamma gli dice di tirarsi la porta, lui intende staccarla letteralmente dai cardini, non semplicemente chiuderla. Il nostro gruppo di lettori, l’isola degli asini, proprio per quegli asini, apparentemente lontani anni luce dalla lettura, inganna attirando spesso persone interessate all'asino letterale.


Quest’inganno, però, spesso è fertile innescando altre conoscenze e portandoci altrove. A Dizzasco, per esempio. 

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giovedì 10 luglio 2014

Invito a ripensare l’identità e il ruolo delle biblioteche nella provincia di Enna prima di una loro definitiva decadenza

Questo è il testo della mail spedita ieri, giovedì 10 luglio, a tutti i sindaci e bibliotecari della provincia di Enna, dopo una lunga discussione su fb tra lettori e cittadini.

Gentile sindaco e bibliotecario/a,
vi rilanciamo una discussione nata sulla pagina facebook dell’isola degli asini, un gruppo di lettori che legge libri e si incontra per paesi, sempre diversi, della provincia di Enna. La discussione, casuale e informale, è partita da un’amara considerazione sullo stato di fatto di molte biblioteche della nostra provincia che, incapaci di assorbire la spinta innovativa delle nuove tecnologie, sono diventate luoghi sempre meno frequentati e quindi inutili per la comunità. Altrove, invece, le biblioteche hanno mutato identità facendosi, non solo luoghi di conservazione e prestito del libro, ma anche spazi, vere o proprie piazze 2.0, di socializzazione e incontri sul libro e la cultura in genere per qualsiasi fascia d’età. Vi rilanciamo questa discussione a voi che avete gli strumenti, con l’intento di invitarvi a ripensare l’identità e il ruolo delle biblioteche nella nostra realtà e soprattutto ad intervenire prima di una loro definitiva decadenza.

Scarica, se vuoi, la discussione in pdf






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Tra libri, topi e parchi

Non c'è verso di star fermi quando si legge un libro come quello proposto per il prossimo incontro "Una solitudine troppo rumorosa" dello scrittore ceco Bohumil Hrabal che, a partire dal titolo, è un ossimoro, uno slalom nella contraddizione: se solitudine è, da dove verrà mai quel troppo rumore?

Poi leggi, entri nella storia e scopri che quel troppo rumore viene dai libri censurati dal regime comunista che Hanta, il protagonista, pressa da 35 anni in un seminterrato di Praga per trasformarli in parallelepipedi da incenerire; quel troppo rumore viene da scrittori e pensatori apparsi ad un Hanta allucinato dalla birra: Kant, Hegel, Laozi, Gesù e molti altri; quel troppo rumore viene da tutti i topi che si nutrono come Hanta di carta e squittiscono con lui nel magazzino seminterrato e muoiono pressati tra una carta e l'altra. C'è molto altro nella storia, allora entrateci e camminate per questa Praga sotterranea che squittisce e sputa sangue, sudore e si istruisce suo malgrado; entrate nella Praga delle osterie perché bere aiuta a sopportare il lavoro e ad arrivare meglio al cuore dei libri e della loro verità; entrate e leggete questa love story con lo stesso spirito di Hanta che non legge, ma succhia il libro come una caramella che si scioglie e infiltra nel suo corpo e "cola per le vene fino alle radicine dei capillari".

Non abbiate paura, buttatevi nel corpo a corpo con il libro e siate eretici nella lettura, viaggiatori di frodo ché gli esegeti del libro muoiono nella muffa delle loro accademie. Poi, se vi aggrada, venitene a parlare con noi in quel luogo, il lago Pozzillo a Regalbuto, che doveva ospitare il più grande parco tematico d'Europa, si pensa in grande da queste parti, e dopo un avvicendarsi di finanziamenti, consensi, piantumazione di alberi, benedizione del vescovo, realizzazione di plastici, il parco non è mai stato realizzato e, per questo è stato ribattezzato "pacco" dagli abitanti, quindi perfettamente in tema con il libro. 
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mercoledì 2 luglio 2014

Verso una città sconosciuta

di Rosa Salamone

Questo è un viaggio sulle tracce di Giuseppe Antonio Borgese, recensore, romanziere, giornalista, docente, ma anche politologo, oppositore dell'ideologia fascista, costruttore di pace, viaggiatore. Da Polizzi Generosa, sua città natale e sicula che s'affaccia sulle Madonie, girovagò ovunque: Firenze, Fiesole, Napoli, Milano, Ghiffa, Berlino, Berkley, California, Chicago; ovunque portando la sua lucidità e amarezza e vitalità, forse la stessa che fa dire a Rubè, protagonista del suo omonimo romanzo, che la propria esistenza è come «un involto che qualcuno gli avesse affidato senza dirgliene il contenuto né più passasse a ritirarlo».

Ad attraversare i luoghi mentali e fisici di quest'uomo eclettico è Federico Savonitto che incontra luoghi e persone ed entrambi interroga. Non trova grandi verità o testimoni, non ci sono epifanie e spesso s’inciampa fisicamente sulle cose e sulle parole, ma è anche questo a rendere il viaggio documentario singolare: l’inciampo e nessuna epifania solo l’andare conta, il mettersi in cammino verso una città sconosciuta.



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sabato 14 giugno 2014

Viaggio nell'happyfania della provincia ennese

di Rosa Salamone

Quale maggior supplizio per gli alunni che ritornare sui banchi di scuola dopo le vacanze, ogni tipo di vacanze, e trovarsi di fronte ad una pagina bianca da riempire con un racconto sulle vacanze stesse? Il suddetto supplizio è stato inflitto anche ai miei alunni, precisamente al rientro delle vacanze natalizie, anche se a loro in realtà piace molto raccontarsi. In uno dei testi, un alunno aveva scritto “happyfania” al posto di “epifania” meritandosi un bel punto interrogativo. Ho scoperto, in seguito, che la trascrizione di “Happyfania” era stata usata nella pubblicità di un noto marchio di cioccolati, la Kinder, di cui l’alunno avrà fatto un consumo eccessivo con danni irreversibili in campo ortografico. Ci ho riso su concludendo che, se l’epifania etimologicamente è la manifestazione di una qualche divinità, l’happyfania potrebbe essere la manifestazione di una qualche felicità. 
Una felicità da pubblicità, da golosi, da scorrettezza ortografica, ma pur sempre una felicità.

La stessa felicità circola nei video amatoriali costruiti sul ritmo trascinante della canzone Happy, cantata dallo statunitense Pharrel Williams. I video amatoriali vedono, come protagonisti, persone comuni di ogni latitudine le quali ballano e si muovono in luoghi altrettanto comuni per i motivi più disparati: divertimento, autopromozione, vanità, pubblicità. Non sarà la felicità come diritto sancita nella Dichiarazione d’indipendenza americana, forse ricorderà più da vicino la felicità cantata da Albano e Romina Power, quella del bicchiere di vino, con un panino, eccetera, o la felicità da parrocchia del “Se sei felice e tu lo sai, batti le mani”, ma è pur sempre una felicità. 

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martedì 10 giugno 2014

Le finestre dell'anima nel Doppio sogno di Arthur Schnitzler

di Rosa Salamone
«Di ciò che caratterizza lo spazio, ossia una stanza, la cosa più meravigliosa è la finestra».
Con questa immagine dell’architetto statunitense Louis Khan1 in cui la finestra è il luogo della meraviglia e imprescindibile di uno spazio, sarebbe stato sicuramente d’accordo lo scrittore Arthur Schnitzler; lui che ha riempito le centinaia di pagine o poco più della sua novella, Doppio sogno, di tante finestre: ora aperte ora chiuse, ora opache ora trasparenti. Da alcune di queste finestre vi invito a guardare la storia dei protagonisti della novella, una coppia borghese della Vienna degli anni ‘20, Fridolin e Albertine, che si smarriscono, l’uno nella realtà e l’altra nel sogno dei propri desideri insoddisfatti, per poi ricongiungersi. 

Una premessa è necessaria, anche se ovvia: la finestra qui è elemento materico ma anche e soprattutto metaforico, per quel suo stare, chiusa o aperta che sia, su una soglia figurando un varco tra l’interno e l’esterno e, per estensione, tra l’io e il mondo, il noto e l’avventura. Seguitemi dunque e affacciatevi nelle finestre materiche e metaforiche di Arthur Schnitzler e del suo Doppio sogno.
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lunedì 2 giugno 2014

Quando il libro va in piazza

di Rosa Salamone

Per i greci era l’agorà, per i latini il foro romano, per noi è semplicemente la piazza, luogo dell'incontro e della socializzazione che una sbrigativa sociologia mediatica dà per spacciata lamentando la sua sostituzione con altre piazze virtuali, la tv ed internet, ma lei è lì che resiste ed esiste. Noi da lettori in viaggio la attraversiamo e la viviamo nei nostri incontri. In una piazza, precisamente nella piazza Carlo Alberto di Villadoro, ci siamo dati appuntamento per parlare del libro Doppio sogno di Arthur Schnitzler.


Villadoro è una frazione del paese di Nicosia, conta sì e no 800 abitanti circa e per raggiungerla si incontrano campi su campi, gli stessi che mettono in moto la povera economia degli abitanti di questo paese. Qui, con le nostre sedie portate da casa, un tortino salato, una bottiglia di vino e i libri ci sistemiamo in cerchio e non passiamo certo inosservati. Le persone ci guardano incuriosite: alcuni passano lenti con le orecchie in ascolto, uno mormora un buonasera, un altro in divisa ci stringe la mano, chiede cosa stiamo facendo, se siamo autorizzati, se siamo italiani e perché allora leggiamo un libro straniero. Ha inizio così la nostra discussione sul libro, tra un viavai continuo di passanti. Quando uno, che potrebbe portare la fascia di primo cittadino nelle sfilate di paese, si avvicina, chiede spiegazioni della locandina e inizia a parlare di un paese abbandonato e che stringe la cinghia, di un prete, che adesso non c’è più, che aveva unito cittadini e credenti tutti in processioni e tradizioni rispolverate, del macellaio il cui orgoglio è la salsiccia secca, della via di cui conosce il numero esatto degli abitanti, di se stesso emigrato per molti anni al nord per lavoro. Va di palo in frasca ma ogni suo discorso è concreto, è a portata di indice: là la chiesa e i suoi santi, là il macellaio e la salsiccia, là la via e i suoi abitanti contati uno ad uno, là il paese che stringe la cinghia, infine va via.

Noi riprendiamo ancora una volta il filo del discorso sul libro, mentre continuano in sottofondo le voci e gli sguardi di maschi e donne, giovani e anziani che il sabato sera vivono la piazza di un paese di 800 abitanti appena dell'entroterra siculo. Si diceva del libro Doppio sogno, storia di una famiglia borghese e felice che si trova a dover fare i conti con i reciproci desideri nascosti e insoddisfatti in un susseguirsi di avventure sognate e reali. Il libro, negli anni in cui uscì, siamo a Vienna nel 1926, coglieva in pieno le teorie freudiane sull'inconscio e il sogno e aveva un suo sapore rivoluzionario che adesso però ha perso, non solo per il contenuto ovvio e superato, ma anche e soprattutto per la scrittura sciapa, insapore, a tratti didascalica. Lungamente si parla del libro rimandando ad altri libri e film quando, altra pausa (non dimenticate, intanto, il sottofondo di voci e sguardi), si avvicina un ragazzo, si presenta, stringe la mano a tutti, chiede cosa stiamo facendo e parla di sé. Ha diciannove anni ed è un lettore, ha appena finito di leggere Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, un mattone che non voleva più finire ma per fortuna l'ha letto per intero e che pena quel Raskol'nikov, è stato iniziato alla lettura con Harry Potter, dice con orgoglio, e infine ci saluta con garbo e una scintilla di gioventù negli occhi. 

La sensazione è quella di aver, noi lettori con le nostre sedie e i nostri libri, allestito una scena teatrale all'interno di un'altra scena teatrale che è la piazza, che a sua volta rimanda ad un'altra scena teatrale che è la vita. Ma non facciamo filosofia! Cerchiamo d'essere concreti, indichiamole le cose di cui parliamo, come il primo cittadino di questa frazione di paese: è stato un privilegio esser stati con altri lettori, altri passanti e libri in questa piazza che non è indifferente e si racconta con orgoglio e pudore. La dimensione della piazza, del suo sguardo e delle sue storie che si è incontrata con la dimensione della storia del libro Doppio sogno fino a farsi tutt'uno, intreccio indissolubile: lo smarrimento di Fridolin che vaga per la Vienna degli anni venti si è fatto tutt'uno con il lungo discorso del primo cittadino di Villadoro che ci parla del suo paese, Albertine e il suo sogno del marito crocifisso si è fatto tutt'uno con il carabiniere che ci chiede perché leggiamo un libro straniero, Marianne e la sua confessione di amore a Fridolin si è fatta tutt'uno con il ragazzo diciannovenne che con orgoglio ci dice di aver letto per intero Delitto e castigo. 

Portare un libro in piazza significa innestarlo, imbastardirlo con altre storie fino a fargli mutare la sua identità perché questa è la piazza: metamorfosi. Questo siamo noi lettori.
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domenica 1 giugno 2014

Peter Schlemihl? Tiratelo fuori dall’ombra

Da quali scaffali e memorie vengano sputati certi libri, resta un mistero.

Nell'ultimo incontro dei lettori dell’isola degli asini, è stato scelto l’unico libro proposto tra i presenti: “Storia straordinaria di Peter Schlemihl”, libro di uno sconosciuto (tale Adelbert von Chamisso), di un’ancora più sconosciuta casa editrice (Morganti Editori), dalla copertina insignificante (tra alti edifici un uomo scappa inseguito da un’ombra) e dalla trama apparentemente banale (storia di Peter Schlemihl che baratta la propria ombra con il diavolo in cambio di una borsa magica da cui poter attingere monete all'infinito e che condanna se stesso ad essere esiliato dagli uomini perché senz'ombra finché non diventerà, nel viaggio e nella solitudine, uno studioso naturalista). Insomma, un libro che sembrava meritare solo un destino: restare nell'ombra.

Sin dalle prime pagine, invece, attraverso una prosa asciutta e rapida, si entra nella storia e nel personaggio di Peter Schlemihl, alter ego dell’autore von Chamisso (esiliato perché senz'ombra uno, sradicato dalla propria patria, la Francia, l'altro), ed è godimento puro. C’è chi lo ha definito “una delle più graziose opere giovanili della letteratura tedesca” (Mann), chi ha visto in questo libro “un anticapitalismo romantico” (De Angelis), chi ha parlato di parodia (Atkins), chi di pessimismo (Flores), ma queste sono tutte formule riduttive, buone per un aforismario, la verità è che il libro si presta a più chiavi di lettura ed è ingannevole: sembra un romanzo epistolare, ma non lo è; una favola, ma non lo è; riprende alcune tematiche del romanticismo, ma per smontarle; parla dell’ombra, ma non ne dà mai un significato chiaro e univoco. Ricentrando il giudizio: è un libro che vale la pena d’esser letto.

Tiratelo fuori dall'ombra, quindi, dagli scaffali, da dove volete voi. A lettura finita, condividetelo, semplicemente parlandone, con altri lettori venerdì 27 giugno a Valguarnera, in piazza Matrice muniti di sedia, se non volete restare all'impiedi.
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martedì 20 maggio 2014

Dalla città di K. al continente K

di Rosa Salamone

Continente K è un film documentario realizzato nel 1998 dal regista e giornalista svizzero, Eric Bergkraut, sulla scrittrice ungherese Ágota Kristóf, autrice, tra l'altro, della Trilogia della città di K., libro che abbiamo letto e discusso in uno dei nostri incontri tra piazze e sedie.

Il film racconta il viaggio di ritorno della scrittrice nella città della sua infanzia a Koszeg, dove ritrova i suoi due fratelli, l'amica che l'ha aiutata a fuggire dall'Ungheria invasa dalle truppe sovietiche nel 1956 e i luoghi e i volti a lei familiari e cari. 

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venerdì 16 maggio 2014

Pif: "Al mio tre, conferenza!"

di Rosa Salamone

Circola, da domenica 9 marzo, uno spot di cui Pif è testimonial che fotografa un’Italia di cui poco si sa: l’Italia di chi non si barrica in casa, di chi non indossa pantofole, di chi non grugnisce, l’Italia di chi, con un gesto semplice e difficile ad un tempo, condivide con altri delle passioni usando le tecnologie (qui) #milionidipassioni. Un po’ come nel nostro caso: persone con la passione del leggere che poi si incontrano in un luogo pubblico e conversano del libro letto e condividono i postumi della sbornia da lettura, avendo prima buttato legna sul fuoco della discussione e del libro sulla pagina facebook e sul blog dell'isola degli asini.

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lunedì 5 maggio 2014

Da Vienna a Villadoro passando per un Doppio sogno

Con il Doppio sogno di Arthur Schnitzler a Vienna si va, non per danzare sulle note di un valzer né per godere del bel Danubio blu, così bello e blu, si va a Vienna per attraversare con Fridolin ed Augustine, i due protagonisti e coniugi del libro, i territori paludosi del desiderio e del tradimento. 

Il tema non è originale, la letteratura di ogni tempo e luogo ribolle di tradimenti: da Elena e Paride a Paolo e Francesca, da Emma Bovary ad Anna Karenina, per citare nomi noti su associazioni pigre; ma questo non è un tradimento qualunque perché avviene all'ombra o alla luce della rivoluzione psicoanalitica di Freud che ha indagato scientificamente ciò che Schnitzler ha espresso intuitivamente in campo letterario.

Da Vienna, voltando un centinaio di pagine e duemila chilometri circa, si arriva a Villadoro per conversare su tradimento e fedeltà, eros e thanatos, sogno e realtà, ordine e disordine, alienazione e riconoscimento, il tutto sediamuniti nella piazza Carlo Alberto di Villadoro.


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domenica 9 marzo 2014

Che il diavolo ce la mandi buona, la lettura



Gli inviti non sono tutti uguali, cambiano di volta in volta a seconda della persona che te li rivolge, a seconda del motivo dell'invito e dell'umore del momento. Questo invito alla lettura, reale non ideale, e alla condivisione dei postumi della lettura, reale non ideale, è assai inusuale: a rivolgerlo a noi misera schiatta di lettori è il diavolo in persona.

Lui che si aggira per Mosca con la sua combriccola di strambi aiutanti, un gatto parlante, un maggiordomo, un sicario, una bellissima strega, lui che è stato a cena con Kant a discutere delle prove dell'esistenza di Dio, lui che è stato accanto a Pilato quando si è lavato le mani, lui che predice destini di morte che puntualmente si avverano, insomma lui, uno dei protagonisti de "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov, si è preso la briga di invitarci, alla lettura. 

Che poi, a voler essere precisi, il diavolo è colui che formalmente ci invita, ma altri personaggi come matrioske, comprimari del diavolo nel romanzo, sgomitano per esser letti e vivere: Ponzio Pilato, il procuratore della Giudea, alle prese con il filosofo vagabondo Jeshua; il Maestro alle prese con un manoscritto rifiutato; Margherita alle prese con il suo amore per il Maestro. 

Ecco, di fronte a cotanto invito non ci si può tirare indietro né mandare tutto al diavolo. Di fronte a cotanto invito si raddrizza la schiena, una mano distesa lungo il corpo, l'altra aperta sulla fronte a dire con voce da squillo di tromba: "Obbedisco!" e che il diavolo ce la mandi buona, la lettura!

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mercoledì 5 marzo 2014

Il piccolo Arturo chiede a E.

di Giovanni Lanieri

Il piccolo Arturo chiede a E. di immaginarlo da grande per raccontarlo fanciullo.

In questo intreccio, in questo groviglio, il lettore è chiamato; non a decifrare un enigma ma ad assistere ad un risveglio. Gli è concesso semmai, al lettore, di rivivere il proprio sonno (sogno) di bambino, semmai ne conservi memoria; o a sognare il suo sonno di bambino, semmai ne senta il bisogno.

Ma ad Arturo ben poco interessa. Arturo lascia noi lettori da soli: non pretende di coinvolgerci nella propria esistenza, perché NON vuole essere a sua volta coinvolto nelle nostre.

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mercoledì 12 febbraio 2014

Una smisurata preghiera dal Perù alla Sicilia

di Rosa Salamone 

Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria si danno visioni di film decise all'ultimo momento, quando stacchi dal lavoro e vorresti liquefarti in un letto col tuo marchio speciale di speciale disperazione e invece no, sputi un al diavolo tra i denti ed entri nella sala d'un cinema d'antan, salvatosi dal macero della modernità, disobbediente alle leggi del branco. 


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domenica 26 gennaio 2014

I libri non invecchiano mai

L'isola di Arturo di Elsa Morante, libro scelto per il nostro prossimo incontro, non solo ha mantenuto giovane la sua pelle e storia (fu edito nel lontano 1957), ma giovane ha lo spirito, ruggisce ancora e graffia, re di una foresta delle lettere, per quell'iniziazione coatta e dolorosa del protagonista, Arturo Gerace, per quell'educazione sentimentale che ha il retrogusto di un incesto, per la mitizzazione della figura paterna e il rimpianto di un Eden perduto ossia il solo paradiso che c'è dato vivere: il "limbo" dell'infanzia.
Un narratore puro Elsa Morante, un affabulatore che edifica per il suo lettore un paesaggio di parole in cui sono miscelate con sapienza realtà e favola e lo invita ad abitarlo, attraversarlo. E noi si va e sta per questo mese in questi luoghi sapendo che leggere è un accidente, non è mai necessario, non rende migliori, ma è puro piacere scandito per noi lettori in due tempi: quello individuale della lettura personale e soggettiva, in cui si rumina la parola come i monastici del medioevo, e quello sociale della lettura condivisa e discussa, non sempre pacificamente, e con gli unici mezzi a nostra disposizione, la parola e la presenza.
L'invito suddetto è rivolto a tutti i potenziali lettori perché il gruppo è aperto, è errante, è carne che cresce come un bambino, nel dialogo.
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