di Orazio Crispo
L’ampio atrio e un’imponente scalinata fiancheggiata da due grossi leoni in pietra, ci conducono al piano nobile; dopo un vestibolo, eccoci nella sala consiliare, elegante e spaziosa. Siamo così entrati nel palazzo di città, severo gioiello barocco adagiato ai bordi della piazza centrale.
Nonostante l’aula fosse accogliente e calda, abbiamo avvertito un leggero spaesamento. Noi, che siamo asini da strada, abituati alle piazze e ai marciapiedi, ci siamo trovati quasi a disagio immersi in tanta vetusta signorilità. Forse perché ospitati ancora una volta dentro uno spazio troppo grande per le nostre esigenze, alle prese con un luogo insopportabilmente vuoto, senza nuovi compagni con cui scambiare libri, discussioni, tesi, opinioni.