giovedì 8 dicembre 2016

Murakami a Regalbuto

Un libro non è un susseguirsi di pagine e storie stampate una volta per tutte, ma un susseguirsi di caratteri mutanti, nuvole nere che cambiano con il lettore che legge e leggendo interpreta.

Kafka sulla spiaggia, scritto da Murakami nel 2002 e tradotto in Italia nel 2008, è la storia parallela di un quindicenne in fuga dal padre e da una profezia e di un anziano signore, tanto sciocco quanto dotato di poteri singolari, alla ricerca della pietra dell'entrataLe loro storie si sfiorano, si condizionano reciprocamente fino a convergere nella figura di una donna misteriosa e fuori dal tempo.

Il seguito di questa tiritera lo conoscete già, è il solito e convinto invito a leggere il libro per discuterne con altri lettori presso l'associazione I vaneddi dell'arte di Regalbuto lunedì ventisei dicembre. Siateci perché il garbuglio della trama, fitta di simboli e metafore, a metà tra tragedia contemporanea e romanzo di formazione, che alterna e confonde sogno e realtà e contamina icone della società capitalistica con i miti della tragedia greca, necessita di lettori ed esegeti consapevoli che non sempre è dato capire ciò che si legge.
-
Segnala

domenica 4 settembre 2016

E adesso pubblicità

di Sergio Salamone
 
   Non c'è di meglio che discutere di Vonnegut in una grotta vicino a un castello perché si inciampa negli eccetera eccetera eccetera, ci si fa consumatori di storie e fantastorie, magari addentando un'archetipica, siculissima melanzana, scoperchiati da un vento siderale, e accesi, quasi scoperchiati, dalla luce delle candele. Magari più consumatori che lettori, dato che lo scrittore americano, sogghignando, centrifuga concetti, parole, disegni, ci spalanca le porte del surrogato per spiattellarci la nostra ormai inevitabile artificialità. E per fare questo, alcuni tra noi, hanno pescato, tra le pagine, anche una certa, non apprezzata, artificiosità. Non io, ovviamente, che ho proposto La colazione dei campioni, assai cosciente di quanto sia deflagrante. E forse perfino indigeribile con tutto quello sparigliare le carte, quello sbadigliare sull'uomo, quel segnare il banale e il paradosso. Se la Bibbia, il libro per eccellenza della letteratura occidentale, inizia con una creazione poetica e mitica, Vonnegut ci fa iniziare il suo viaggio con un buco di culo, che è quasi un buco nero, siamo nel territorio alquanto incerto del romanzo di genere fantascientifico, ma lo definirei di "degenere", che tutto risucchia e tritura.
 
 
Segnala

sabato 13 agosto 2016

Contro la musica

di Orazio Crispo

1.
Finalmente ho capito, dopo tanti anni, la conclusione di un piccolo saggio di Manlio Sgalambro intitolato Contro la musica.
L’ho capito riflettendo tra me e me dopo l’incontro asinino, assise divenuta ormai ciclica e cardinale, ma sempre foriera di epifanie letterarie e amicali. 

Scriveva Sgalambro nella chiosa del suo pamphlet: “Chi ascolta veramente, ascolta l’ascolto. Chi ascolta veramente, ascolta la fine del mondo”.
Mi chiedevo cosa potesse mai rappresentare questa ipotetica fine del mondo.
Forse questa sparizione del mondo non è la fine del genere umano deflagrato al tramonto ma la fine dei concetti e dei pre-concetti sul mondo e sulle cose.
È la messa in discussione delle proprie visioni, la dissoluzione dei punti di vista assoluti…

Segnala

martedì 2 agosto 2016

Un bicchier d'acqua nell'afa agostana

Quindi, noi ci rivediamo giovedì 11 agosto dopo una lunga pausa che non è stata di riflessione, direi piuttosto di flessione, continuo esercizio, un due un due, su come stare al mondo in altre latitudini. Ci rivediamo per discutere del libro di Kurt Vonnegut, La colazione dei campioni, la cui trama ci viene spiattellata o spoilerata, come si direbbe oggi, dallo stesso Vonnegut sin dalle prime pagine. Si tratta dell'incontro tra uno scrittore di fantascienza, Kilgore Trout, tanto prolifico quanto fallito e un ricco venditore di auto, Dwayne Hoover, che è un po' fuori di testa finché non impazzisce del tutto quando legge un libro di Trout che lo convince di essere l'unico essere dotato di libero arbitrio in un mondo di robot.


Ma questa trama, in realtà, è solo un pretesto per mettere in scena il caos dell'esistenza umana, per mettere a nudo la società americana, di quegli anni e di questi, intrisa di razzismo, guerrafondaia, avida e ignorante, per innestare storie strampalate, per scritturare anche lo scrittore tra i personaggi, il tutto con una leggerezza e semplicità della scrittura che lo mandi giù questo libro come un bicchier d'acqua e come un bicchier d'acqua non si può non leggere per idratarsi in questo agosto siculo.


Segnala

sabato 18 giugno 2016

Dove eravamo rimasti?

di Rosa Salamone

Dove eravamo rimasti? Ah, che avremmo letto la Colazione dei campioni di Kurt Vonnegut, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo Milano, una milano seducente con il suo canto da sirena, graffiante con la sua corsa da coniglio bianco, una milano piovra con i suoi mille tentacoli che ti avvinghiano ad uno spettacolo, ad un evento, ad un incontro e quando vorresti buttar fuori la testa per una boccata d'aria, ti ritrovi lì sempre tutt'uno con l'acqua. Questa è Milano, per ora. Questa è l'isola, per ora, tra due sponde che sono il dire e il fare.

Poi ieri arriva una telefonata, sono dei ragazzi e ci chiedono se vogliamo far parte come gruppo di lettori di una tre giorni di cultura, arte, artigianato, altro a Troina, la città che per me, in questo momento, è simbolo di una Sicilia combattente con il suo sindaco, ahimè, sotto scorta per aver denunciato la mafia dei pascoli.

D'istinto la risposta è sì, il raziocinio con il suo carico di domande viene dopo. Cosa proporre in concreto? La nostra solita formula: lettura individuale prima, commento collettivo poi, mi sta un po' stretta nella misura in cui coinvolge solo lettori forti che ben vengano e lettori audaci disposti a condividere un opinione con sconosciuti, di questi lettori però, dopo aver girovagato in lungo e in largo per l'ennese, nemmeno l'ombra o poca cosa, per addolcire il tiro. Tanti curiosi, per carità, tanti sostenitori a distanza, tanti consiglieri in pantofole, tanti saputelli virtuali.

Pensavo ad una sorta di via crucis laica, una camminata a salire e scendere per Troina con il libro protagonista, ipotesi che venne fuori da una vecchia discussione virtuale fatta su facebook. A questo punto la domanda, anzi le domande sono, quale libro? Un libro già letto? Perché no, ad esempio, Una storia semplice di Leonrdo Sciascia, che si veste bene con il luogo e la situazione in cui saremo? O un libro non ancora letto? Uno o più libri? Solo da leggere o anche da commentare? Ecco, a questo punto in cui tarare una nuova formula dell'isola entrate in gioco voi, lettori forti e audaci, curiosi, sostenitori, consiglieri, saputelli, buttate qui e giù la vostra proposta, magari potrebbe esserci d'aiuto. Non importa a quale tipologia apparteniate, io le attraverso tutte a fasi alterne, l'importante è ragionare insieme. 
Segnala

domenica 24 gennaio 2016

Arance amare

di Orazio Crispo

L’occasione storica, la location ottima, il libro provocatorio. Proprio così, un manipolo di Asini in formato legione straniera ha proposto e commentato Leonardo Sciascia a Milano!


Operazione complessa la lettura, analitica e politica al contempo; dagli Asini è stata sottoposta anche all’erranza geografica, alla migrazione letteraria…  Così si è passati in fretta dal placido e sonnacchioso errare ennese allo svelto pedalare milanese.

Rinnovamento, ritmo, velocità, dinamismo. 

Milano, città futurista per definizione, subirà, d’ora in poi, anche il tempo rallentato degli Asini, con la lettura sottoposta ad un metronomo aperto e senza frenesia, un adagio dilatato.



Segnala

sabato 9 gennaio 2016

Una storia semplice

La passione per la lettura e l'erranza dopo averci portato in lungo e in largo per tutti i paesini dell'ennese, ci ha tirato per la giacchetta e trascinato in altre latitudini. Saremo a Milano, per questo mese e incontro, non nella Milano da bere, entrata per osmosi nell'immaginario di noi telespettatori, ma nella Milano dove ogni giorno sgomitano tante culture e lingue, ossia al Parco Trotter, luogo che nel corso del tempo ha mutato più volte veste e funzione: ippodromo fino agli anni '20; scuola speciale per tubercolotici e bambini gracili poi; istituto comprensivo dall'infanzia alle medie, infine, con la funzione sociale, per la sua particolare collocazione territoriale, di aggregare e lavorare su persone provenienti da mondi diversi.

Qui, dico a te lettore, sei invitato a dialogare del libro di Leonardo Sciascia, Una storia semplice, lungo racconto o romanzo breve pubblicato postumo, nel 1989, per volontà dell'autore che rientra nel genere del poliziesco con tanto di morto e indagini, indizi e false piste, altri morti e traffici illeciti, insabbiamento e impunità finale. Una storia semplice, insomma, che semplice non è.

Un dialogo che, come in ogni gruppo di lettori che si rispetti, non prevede lezioni, professori, cattedre, ma semplicemente lettori, lettori e lettori ancora che mettono la propria pelle sul tavolo, altrimenti è pura tiritera, citando e alterando Céline.
Segnala

sabato 2 gennaio 2016

La casa vuota

di Orazio Crispo

Mi piacerebbe pensare alla lettura come ad una metafora, la metafora dell’accoglienza.

Cosa mai potrebbero essere la cultura, la riflessione, lo studio se non l’atto, l’azione di accogliere qualcosa di nuovo, di diverso, di impensato?!

Aprirsi alla lettura condivisa significa, magicamente, ricevere il dono del pensiero. Dal confronto nasce uno scambio legato alle emozioni e al piacere di incontrare ciò che è altro-da-me, il “pensato” di un altro lettore. L’alterità è arricchimento, accoglienza sinaptica, aggregazione maieutica.

L’isola degli Asini nasce proprio da questa voglia di conoscere e scambiare idee su fatti letterari, su ipotesi romanzate, su vite narrate al lume della Lingua.

Nonostante questo, la Casa della Cultura di Piazza Armerina ci ha accolto nel vuoto, nell’assenza assoluta di comunicazione, di persone fisiche, di pensiero.

Vuota di suppellettili e bianca di pareti la casa è ciò che sembra: la metafora di un’assenza. Tuttavia, questa mancanza è stata subito riempita dal compìto vociare degli Asini e dal loro solitario riunirsi, dalla voglia di incontrarsi sotto la protezione del Nume Tutelare di Carta, portatore di pensieri e di azioni.








Segnala

Articoli inerenti