domenica 31 maggio 2015

La versione degli asini di Barney

Per questo invito alla lettura in solitaria prima e partecipata poi, si tira qui in ballo il Maupassant* di quel libro con una coppia che scoppia in cui è scritto: «I più grandi uomini sono legati al loro secolo da una debolezza». Non una, ma tante debolezze in Barney Panofsky, il protagonista del nostro libro, La versione di Barney, per l'appunto, di Mordecai Richler.

Barney è un contaballe, un guardone, un paria, un collezionista di rancori, un ubriacone, un fumatore incallito, un produttore di spazzatura televisiva, un seguace del politically s-correct, ma è anche molto altro e se ne tace volutamente per non guastare la sorpresa della lettura.

La lettura, un piacere che mai fu più pubblicizzato da molti e goduto nonché condiviso da pochi. Noi che di quei pochi facciamo parte, con la consapevolezza di non essere per questo migliori (dice bene, a questo proposito, il Barney di cui sopra quando scrive che la lettura non è segno di spessore umano, né di sensibilità), noi, si diceva (dopo questo darsi la zappa sui piedi), ci si incontra proprio per parlare de La versione di Barney a Pietraperzia, paesino della provincia ennese noto per la sua piramide, per lu signuri di li fasci e in futuro per la versione degli asini di Barney. 


*In realtà, non è Maupassant, ma J. W. Goethe e il libro è Le affinità elettive.
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1 commenti:

Unknown ha detto...

GLI ASINI SUL LETTINO

Malgrado la stagione sia quella giusta,
non parlerò di spiaggie e sole,
nè di lettini in riva al mare.
Il lettino cui mi riferisco è certamente più problematico, anche se più comodo.
E' il lettino dello psicanalista!

Poichè, dopo aver letto e presentato il Viaggio di Cèline,
il Viaggio dell'antisemita Luis Cèline, del politicamente scorretto Luis Ferdinand Cèline,
è come se gli Asini sentissero il bisogno di farsi perdonare
questa ignominiosa e antisemitica lettura.

Per espiare il complesso di colpa celinian-psicanalitico, eccoci alle prese con una Versione di Barney dell'ebreo canadese Mordecai Richler.
Del simpaticamente scorretto Barney, del vanamente Kosher Richler.

Con buona pace del Piccolo Hans e di tutti gli altri casi clinici dell'universo asinino, io fatico un pò a seguire le elucubrazioni del vecchio Barney.
E di certo non sarà questo libro a procurarmi il transfert per guarire al complesso di colpa celiniano. Ci vorrà ben altro...

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