giovedì 4 luglio 2013

Postumi da una sbornia dei sensi

di Rosa Salamone

Come un fratello scemo tenuto nascosto dentro casa, al riparo da sguardi indiscreti, così è la diga Nicoletti. Il fratello intelligente, di contro, vanto della famiglia, è il lago di Pergusa, unico lago naturale della provincia di Enna che ha fatto da quinta teatrale al mito del ratto di Persefone, rinominata dai Romani Proserpina, perché non si dicesse in giro che loro si erano limitati a copiaincollare, scolari pigri, i miti greci. Un mito quasi didascalico e dal sapore contadino che spiega l’alternarsi delle stagioni in Sicilia, ma con un cuore di bruta violenza che palpita ancora nella nostra terra “mischia di lutto e luce” come la disse Bufalino. 

La diga Nicoletti è il luogo scelto per il nostro incontro, un bacino artificiale diletto dei pescatori, negletto da ogni divinità. Ci sistemiamo lungo una piattaforma galleggiante con un carico “asinino” di oggetti: un asino di legno simbolo dei lettori erranti, un pc per la connessione skype con i lettori (fin troppo) erranti, libri, taccuini, torce, vino, bicchieri, plaid e maglioni perché, nonostante sia piena estate, “sciuscia”, ossia soffia il vento. 


Si parla del libro di Aleksandr Solženicyn, Una giornata di Ivan Denisovič, a parlarcene è Davide che da Reggio Emilia si è materializzato tra noi grazie a skype. Il libro è un pugno allo stomaco per il tema trattato, i gulag sovietici; per la lingua usata da Solženicyn, asciutta e rude; per il valore della testimonianza, di colui che ha visto, che c’era, nella barbarie della storia e testimonia anche per coloro che non hanno potuto farlo, ridotti al silenzio e alla morte. Testimonia lui, Ivan Denisovič alias Aleksandr Solženicyn, che è possibile “tirare fino a sera” nel migliore dei modi possibili, ossia restando umani, pur nel peggiore dei mondi possibili.

A parlare, però, non solo Davide e il libro di Solženicyn, ma anche la natura: tutto intorno a noi, è un gracidare di “buffe”, non rospi qualunque, ma rospi siciliani, in carne; un soffiare di vento, la cui voce si insinua fredda tra le vesti leggere; e la piacevole sensazione d’esser cullati bambini dalle onde e dalle storie sotto un cielo stellato e, bianco, "il sole del lupo". 

Questo, pertanto, non è un resoconto fedele dei fatti, ma la dichiarazione di una solenne sbornia dei sensi.

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1 commenti:

L'isola degli asini ha detto...

Collegata su skype da Roma anche Ornella, ma per problemi tecnici (o ignoranza tecnica) lei sentiva noi, viceversa noi non potevamo sentire lei che quindi è ricorsa alla scrittura. Questo il suo flusso di (in)coscienza

21.16 siete tanti?
Ok
Sti lolli
Allura io mi fumo na sigaretra

21.17 ciao davide
Disoccupata
Cambiate discorso
Accura a chiddu ca diciti

21.18 ma quanti siete?
Dormite li?
Occhio alle zanzare
Bacialo magari è un principe
Che carinaaaaaaaa

22.13 Verismo
E invece no
Non sono d'accordo
Ci semu?
Io scrivo sul blog
La mia opinione
E ho una proposta di libro tanto me lo bocciate
Ro mi paristi marzullo
Ma cu è stu fuli?
New entri
Ou un rumore strano
Cchi fu?
É arrivato il profeta dei libri è arrivato
Ma quantu parra
Anche io ho un libro anche io ho un libro
Carlos fuentes la regione più trasparente
Non sarò prolissa come il profeta
Niente vi ha conquistati
Non c'è partita
È stata la voce
Ma io l'ho propostoooooooo
Au
La mia proposta
Ma come
STRONZI
Stronzi
Traditori
Vi siete fatti fascinare
Dal profeta
Stronzi
Stronzi
Stronzi
Stronzi
Non dite nulla
Meglio se tacete

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