di Rosa Salamone
Vi capita mai di comprare libri anche quando sapete che non avete il tempo necessario né la voglia, perché tempo e voglia sono testa e croce della stessa moneta, o anche quando sapete che sul comodino ne avete già una catasta che vi aspetta? A me capita di frequente, esco a fare un giro che prevede diverse stazioni, come una via crucis, e tra queste la libreria, dalla quale esco inevitabilmente con qualche libro in mano sentendomi come la formica della favola di Esopo: lei accumula provviste per l'inverno, io accumulo libri per un inverno che è ad un tempo condizione meteo e mentale.
Da lettrice formica, mi sono ritrovata, proprio in questi giorni d'inverno, un libro che avevo dimenticato di avere, il libro è Nel territorio del diavolo di Flannery O'Connor, una raccolta di saggi in cui, tra i molti stimoli, ho trovato una risposta della scrittrice americana ad una domanda che le era stata posta durante un convegno. La domanda è: Cos'è un racconto? Fedelmente ricopio la risposta della O'Connor.
«Questa è una domanda diabolica ispirata dal demonio che tenta gli editori di manuali scolastici. Sono quindici anni che scrivo racconti senza saper definire che cosa siano. Il massimo che posso fare è dirvi che cosa non è un racconto.
1. Non è una barzelletta.
2. Non è un aneddoto.3. Non è una rapsodia lirica in prosa.4. Non è un case study.5. Non è la cronaca di un fatto avvenuto».
A parte il case study, di cui ancora oggi mi sfugge il significato, in questa risposta c'è l'impossibilità di definire qualcosa in positivo: "il romanzo è", da cui la necessità di ricorrere al risvolto, alla fodera, al negativo: "il romanzo non è".
Una "filosofia del non" in cui ritrovo il Montale della poesia Non chiederci la parola e i suoi versi conclusivi e programmatici che recitano:
«Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo».
Anch'io, nell'impossibilità di definire in positivo l'isola degli asini, ricorro a questa filosofia negativa in un elenco di "non è" che vi invito a continuare.
L'isola degli asini:
- non è un obbligo alla lettura;
- non è un dire ex cathedra;
- non è un confronto sulle "idee cetriolo" di cui parlava Gadda, idee stupide e sterili che non figliano;
- non è un ritrovarsi dei soliti noti al solito posto alla solita ora;
- non è una vetrina;
- non è un megafono delle istituzioni;
- non è un chiamarsi per titoli o per cognome;
- non è un ricostruire l'albero genealogico dei presenti;
- non è parlare con il cibo tra i denti.
1 commenti:
non è pedagogico;
non ha morale;
non ha confini.
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