di Rosa Salamone
L’idea finalmente si è fatta azione e nell'azione rientra l’andare con una bravo blu targata “odio gli indifferenti” di gramsciana memoria, per i paesi della provincia ennese spalmati lungo una superficie quadrata di duemilacinquecentosessantadue chilometri, che ad una trottola la testa girerebbe di meno. Locandine e scotch a portata di sguardo.
E incontrare paesi che, come donne, alla mano tesa si presentano, piacere, Enna l’algida, Piazza l’eccentrica, Agira la dimessa, a tratti sciatta, Nissoria la pur dimenticabile, Leonforte la meretrice, a tutti si dà, la curata Assoro, Troina la spigolosa.
Attraversarne poi vicoli, corsi, bar, negozi, società, nella melma gelatinosa degli sguardi di chi gioca a carte nel circolo, di chi è statua dietro ad un bancone, di chi ride sguaiato dentro ad un bicchiere di birra, rigorosamente Messina, e chiedere, agitandola: «Scusate, posso affiggere una locandina?». E nel volto terragno, che si gira a un quarto verso l’importuna, ossia la sottoscritta, leggere la stessa carnalità che fece dire a Sebastiano Aglianò: «La vita del siciliano si svolge attorno a due poli fissi: il denaro e la donna, la roba di Mastro don Gesualdo e l’onore di compare Alfio».
Il volto, cappotto blu e baffi neri, alzando un occhio dalle carte ventaglio, dice: «È una questione di tempo» e con un cenno del capo indica un orologio fermo alle venti. Io non capisco, ma nitido rivedo il coniglio bianco di Lewis Carroll che guarda l’orologio da tasca e correndo ripete: «È tardi, è tardi». Lui certo non potrebbe nascere qua.
Attacco la locandina che altera se ne sta, mentre Cappotto con i baffi commenta: «Ni lassau 'n’asinu?». «Sì, ma è d’oro» rispondo, pensando all’asino dell’africano Apuleio e volto le spalle che ridono e si rimettono in viaggio.
«La vita è una molto triste buffoneria» scriveva il fu Luigi Pirandello, lui che ha camminato e rivoltato queste strade sicule; qui e ora è una tragicomica buffoneria.