lunedì 22 dicembre 2014

La passeggiata

di Orazio Crispo

Che l’impresa sarebbe stata ardua è apparso subito chiaro a tutti. 

Alcuni dei convenuti (da terre assai lontane) hanno esibito generi di conforto esoterico: una rosa è stata posta su una sedia vuota, omaggio dovuto al mentore della serata, mentre una granitica piramide egizia formato ridotto) è stata collocata sul magico suolo, giusto per invocare le grazie di Iside… 

Perfino il nostro filosofo di riferimento è arrivato protetto dal sacro Tempio famigliare. A vegliare su tutto questo l’ombra rassicurante del paese di Villa Rosa, come a chiudere una cerimonia propiziatoria alla lettura dell’Asino d’oro di Lucio Apuleio.

Tanto spiegamento di forze non si spiega che in un modo: commentare un classico del II secolo a.C. non e’ proprio una passeggiata ma una scalata ardua verso le ripide vette dell’interpretazione.

Questo libro denso di storie e di miti è parso enigmatico, forse perché i mille risvolti magico-esoterici contenuti nel testo si sono persi nel tempo e nello spazio. 


Nonostante qualche asino abbia cercato di chiuderlo in una piramide di silenzio filosofico, Apuleio ci raglia ancora di misteri nascosti e verità lontane. Non dimentichiamoci che la storia del nostro Occidente è intessuta di culti magici e di riti ancestrali legati alla natura imponderabile dell’animo umano. 


L’Uomo, coniato in corpo e spirito, forgiato da mente e materia, possiede gli istinti animali più brutali e la grazia divina degli angeli ribelli.

Ma non parlava di questo il nostro Lucio? 

Forse le metamorfosi accadono proprio nella nostra vita… “Trasformarsi” significa passare attraverso diversi stati dell’Essere, poiché la vita è soggetta al costante divenire, e mutano i pensieri, il corpo e lo spazio che li contiene.

Nulla perdura, né gli uomini, né gli asini. Soltanto la coscienza del protagonista (che è il vero mistero e il motore dell’azione) rimane immutabile a osservare l’eterno mutare delle forme. Lucio ritorna in forma umana soltanto alla fine delle innumerevoli peripezie per fondersi con il Divino, la fonte misteriosa da cui attingiamo la Vita.

Forse è questa la parabola dell’intera vita umana la quale nel chiudersi ritorna, dopo tanto pellegrinare, alla sua natura divina e primigenia…

Ma dopo tanto errare nei territori del pensiero, il ritorno ad una contemporaneità più casereccia è parsa a tutti più gradevole e rassicurante. 

Così è iniziata un’altra passeggiata, questa volta per le vie di una Villarosa fattasi improvvisamente spettrale e ventosa, già presàga delle future dipartite che attendono gli Asini. Da qui all'eternità.




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2 commenti:

Unknown ha detto...

Si registrano due assenze asinine.Come interpretare tale silenzio?
Tre le ipotesi:
A)Provocazione
B)Redenzione
C)Repulsione
D) Altro
Se non giungeranno commenti saremo costretti ad interpellare la Sig.ra Milone per la predizione dell'aruspice!

Salvatore D'Agostino ha detto...

:-)

Agata manca l'ipotesi E) bagordi di Natale.

Un abbraccio e buon tutto,
S

PS: i post 'post incontri' sono piccole perle.

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