“Ecco s’avanza uno strano lettore” è l’incontro promosso
dalla Biblioteca di Cologno Monzese con l’intenzione di chiamare a raccolta i
gidiellisti di tutta Italia per una discussione sui Gruppi di Lettura. A girarmi l'invito è Anna Luridiana, una collaboratrice della Biblioteca di Cologno, che ho tra i miei contatti per fortuite e fortunate coincidenze. Io, che
da poco nell'entroterra siculo ho dato vita ad un GdL e che per lavoro mi trovo
al nord, trovo l'occasione succulenta e mi precipito con l’entusiasmo del
neofita.
L'incontro è a Cologno, a Villa Adria. Al mio arrivo la sala a pianterreno è piena e
straborda, vengo pertanto dirottata, insieme ad un centinaio di
altre persone, in una sala al primo piano, l’aula consiliare, dove per
l’occasione è stato allestito uno schermo su cui si proietta il dibattito che
sta avvenendo giù al primo piano. Da questa sala in differita, gusto gli
“Affondi” mattutini in programma, ricchi di spunti e riflessioni, tra tutti
l’intervento di Luca Ferrieri, preciso e puntuale nel delineare il profilo del
lettore (non) comune e il senso della lettura condivisa.
Nel pomeriggio, il programma prevede gli “Sfondi”, una pennellata dei GdL spagnoli, inglesi e italiani. La discussione per la sua collocazione post digestione ha un sapore soporifero, mi guardo intorno e tante sono le teste ciondolanti, risvegliate solo dalla voce tuonante di Rachel Van Riel, la direttrice di opening the book, e dai suoi aneddoti pieni di colore. Si arriva poi alle “Spigolature”, vere e proprie testimonianze dei GdL più significativi italiani. Durante l’ascolto provo un fastidio a cui non riesco a dare un nome e che diventa verso la fine dell’incontro fuga smaniosa verso la metropolitana.
Nel lungo viaggio di ritorno, la brochure tra le mani, quella sensazione di fastidio riemerge in tutta la sua forza e si fa parola, ragionamento, domanda. Il sottotitolo all'incontro nella brochure, che distrattamente avevo letto, così recita: “Gruppi di Lettura e biblioteche pubbliche in Italia e in Europa”. Ho preso una cantonata: credevo di andare ad un incontro in cui si prendesse in esame la galassia GdL e invece la discussione era un'altra, più specifica e tecnica, i GdL e le biblioteche. Ma, chiedo e mi chiedo, com'è possibile parlare dei GdL limitandosi al loro rapporto con le biblioteche? Così facendo non si esclude a priori dalla discussione una larga fetta di GdL indipendenti ed esistenti che non fanno capo alle biblioteche o comunque alle istituzioni in genere? Penso che questo sguardo sia monco e unidirezionale, il punto di vista del ciclope, incapace di avere e restituire una visione d'insieme. Chi, come me, frequenta i GdL sa che essi sono un insieme ibrido e variegato di storie, volti, libri, sa che ognuno di essi è irriducibile, un unicum con una propria identità e peculiarità, osservarli con una sola lente, la gestione bibliotecaria dei GdL, è deformante proprio perché, lo ribadisco, la realtà dei GdL è più variegata e articolata rispetto a questo sguardo, rispetto a questo punto di vista iniziale che esclude e non include.
Nel pomeriggio, il programma prevede gli “Sfondi”, una pennellata dei GdL spagnoli, inglesi e italiani. La discussione per la sua collocazione post digestione ha un sapore soporifero, mi guardo intorno e tante sono le teste ciondolanti, risvegliate solo dalla voce tuonante di Rachel Van Riel, la direttrice di opening the book, e dai suoi aneddoti pieni di colore. Si arriva poi alle “Spigolature”, vere e proprie testimonianze dei GdL più significativi italiani. Durante l’ascolto provo un fastidio a cui non riesco a dare un nome e che diventa verso la fine dell’incontro fuga smaniosa verso la metropolitana.
Nel lungo viaggio di ritorno, la brochure tra le mani, quella sensazione di fastidio riemerge in tutta la sua forza e si fa parola, ragionamento, domanda. Il sottotitolo all'incontro nella brochure, che distrattamente avevo letto, così recita: “Gruppi di Lettura e biblioteche pubbliche in Italia e in Europa”. Ho preso una cantonata: credevo di andare ad un incontro in cui si prendesse in esame la galassia GdL e invece la discussione era un'altra, più specifica e tecnica, i GdL e le biblioteche. Ma, chiedo e mi chiedo, com'è possibile parlare dei GdL limitandosi al loro rapporto con le biblioteche? Così facendo non si esclude a priori dalla discussione una larga fetta di GdL indipendenti ed esistenti che non fanno capo alle biblioteche o comunque alle istituzioni in genere? Penso che questo sguardo sia monco e unidirezionale, il punto di vista del ciclope, incapace di avere e restituire una visione d'insieme. Chi, come me, frequenta i GdL sa che essi sono un insieme ibrido e variegato di storie, volti, libri, sa che ognuno di essi è irriducibile, un unicum con una propria identità e peculiarità, osservarli con una sola lente, la gestione bibliotecaria dei GdL, è deformante proprio perché, lo ribadisco, la realtà dei GdL è più variegata e articolata rispetto a questo sguardo, rispetto a questo punto di vista iniziale che esclude e non include.
«Se inizierete esplorando un piccolo pezzo di terra, - diceva Omraam Mickhaël Aïvanhov, psicologo e pedagogo russo- ragionerete e classificherete le cose in modo erroneo, perché non saprete nulla della totalità alla quale esso appartiene. Se invece avete acquisito una visione d'insieme, potrete permettervi di concentrarvi su un punto particolare senza rischi di errore».Prendere in esame l'intera galassia GdL, da qui quindi bisogna partire, da una visione d'insieme, non da un "piccolo pezzo di terra" come la gestione bibliotecaria dei GdL. Con questa conclusione rientro a casa. In bocca l’amarezza di chi ha sentito parole come gratuità, scambio, arricchimento e in quelle parole avverte un suono di moneta falso, il punto di vista del ciclope.
4 commenti:
Rosa,
condivido è un errore osservare i GDL italiani attraverso la lente delle ‘biblioteche pubbliche’.
Qualche articolo fa Giuseppe Genna sul corsera sentenziava: “La sostituzione dell’incontro in libreria con altri incontri è fatalmente iniziata” (qui) oggi Luca Sofri (anche se non condivido le opinioni pre-eventi) osserva “Ma il fenomeno affascinante (ndr a proposito dei festival di letteratura) in questi anni è tra portici, piazze e teatri” (qui).
Spero in nuovi GDL ‘meno pubblici, meno didattici, meno ‘funzione educativa’, meno ‘promozionali’, meno didattico-tutori’ spero in nuovi GDL che sappiano errare attraverso libri e luoghi ‘senza sovrastrutture’.
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Vi giro questa conversazione avvenuta tramite mail perché non tutto tace, perché non tutto taccia. Siamo pigri nell'uso di fb e del blog, asini che scalciano per scansare la fatica, ma alziamo il tiro e mettiamo in gioco.
Carissime/i,
mentre ringrazio Enrico per le sue gentili parole di apprezzamento, voglio segnalarvi un parere critico sul convegno che proviene dal blog L'isola degli asini (che ringrazio altrettanto).
Apprezzo moltissimo entrambi i pareri, anche se fa riflettere il fatto che mentre Enrico (che forse conosce meglio la tragica curvatura autoreferenziale di certi convegni bibliotecari) sottolinea positivamente lo spazio dato ai GdL, Rosa Salomone, esponente dei GdL siciliani e autrice di un ottimo Manifesto dei lettori erranti, si dichiara delusa perché non è stata data voce ai GdL e perché è stato posto al centro in modo quasi esclusivo il rapporto tra GdL e biblioteche.
Io credo che sicuramente noi "colognesi" abbiamo fatto alcuni errori nell'impostazione del convegno, primi tra tutti il programma troppo fitto di interventi e lo scarso spazio dato al dibattito. E' vero che se tutti avessero rispettato i tempi assegnati (le spigolature non avrebbero dovuto durare più di 5 minuti), avremmo potuto rispettare la tabella di marcia. Però i tempi non li rispetta mai quasi nessuno e quindi avremmo dovuto mettere in conto lo sforamento e prevedere di conseguenza tempi più rilassati e meno interventi. Il fatto poi che nei convegni di un certo tipo non ci sia quasi mai dibattito (o un dibattito degno di questo nome) non ci assolve certamente dalla colpa di non averlo tentato. Anche qui è vero che l'ultima parte del convegno ("Azioni di lettura") nelle nostre intenzioni era proprio dedicata al dibattito e alla discussione del manifesto, ma sappiamo come è finita: a causa del ritardo accumulato questa sezione finale è iniziata tardissimo e molta gente se ne era ormai andata. Col senno di poi, debbo ammettere che la critica avanzata dal GdL di Montichiari non era affatto infondata.
Cercheremo quindi di imparare dagli errori. Quanto al fatto che al centro del convegno ci fossero i rapporti tra GdL e biblioteche, questo, come riconosciuto anche da Rosa, era preannunciato anche nel titolo (e mi spiace davvero tanto che Rosa si sia messa in cammino dalla Sicilia per accorgersi poi di essere andata al convegno sbagliato). Peraltro gli interventi di rappresentanti di biblioteche erano abbastanza limitati e abbiamo sentito interventi assai stimolanti da parte di persone che non c'entrano nulla con esse (ad esempio Antonella Parigi e Simonetta Bitasi). Ma perché abbiamo dato tutta questa rilevanza alle biblioteche? Solo perché gli organizzatori erano in prevalenza bibliotecari? Il motivo credo piuttosto sia che dall'esperienza italiana, spagnola ed europea emerge proprio il fatto che senza un coinvolgimento diretto delle biblioteche il movimento dei GdL non si sviluppa adeguatamente. Quando questo si sarà rafforzato e sarà in grado di camminare sulle proprie gambe, le biblioteche saranno felici di fare un passo indietro (qualcuna è già felice di farlo adesso ;-) Questo è infatti proprio l'obiettivo che le biblioteche dovrebbero darsi e che però deve essere costruito nel tempo. Naturalmente un'opinione diversa, come quella di Rosa, è più che legittima e serve moltissimo anche alla crescita di autoconsapevolezza da parte dei GdL.
Penso quindi che dobbiamo lavorare tutti, fin da ora, perché il futuro e prossimo incontro dei GdL sia un vero raduno (o happening, come è stato proposto) dei GdL e dei lettori. Il primo passo sarà tornare alla discussione sul manifesto e costruire il coordinamento dei GdL (totalmente autonomo dalle biblioteche).
Scusate la lungaggine,
a tutti un caro saluto,
Luca Ferrieri
Biblioteca di Cologno Monzese
Conversazione avvenuta su gmail parte II
Gentile Rosa Salamone,
ho letto con attenzione il suo commento a “Ecco s’avanza uno strano lettore: Gruppi di lettura e Biblioteche pubbliche”, La ringrazio e faccio tesoro del suo punto di vista, Le invio oltre alle mie considerazioni anche quelle di Luca Ferrieri (in cronologia) che ha fatto circolare il Suo commento nella mailing list del GdL di Cologno Monzese. Siccome mi dispiacerebbe risultare noiosa, non ripeto quanto già scritto da Luca Ferrieri meglio di me e che condivido completamente. Aggiungo solo a parziale spiegazione del disagio post evento che l’ha amareggiata, e me ne dispaccio, che il convegno si proponeva di individuare nelle biblioteche pubbliche la possibilità di far emergere, censire il mondo dei gruppi di lettura, sapendo che si estende e vive di vita proprio al di là delle “mura” bibliotecarie. Credo che da qualche parte però si debba cominciare e pensare alle biblioteche pubbliche come ad una possibile casa comune per i GdL non vuole necessariamente essere una istituzionalizzazione forzata o una presa del potere delle biblioteche sui Gruppi di Lettura. Uno dei nostri obbiettivi (di noi bibliotecari impegnati in questa direzione, perché non siamo tutti così e molti bibliotecari pensano che i GdL non siano questione che li riguardi) è quello di creare un terreno fertile per la loro crescita e moltiplicazione oltre che offrire ospitalità e accoglienza pubblica. La biblioteca può sostenere i Gdl con una serie di azioni positive (acquisti di libri per alimentare i GdL, diponibilità di spazi per la conversazione e tante altre cose di cui nel convegno si è parlato). Poi concordo con Ferrieri: abbiamo sopravvalutato la capacità di controllo dei tempi dei relatori e abbiamo preparato un programma troppo fitto.
Non voglio dilungarmi e quindi chiudo auspicando un movimento di autorganizzazione dei Gruppi di Lettura ritenendo che non sia una strada obbligatoria perché chi vuole può e deve andare avanti per proprio conto e per la propria strada anche in silenzio e in solitudine.
Spero che un prossimo appuntamento per i gruppi di lettura sia un happening o, perché no, una festa
in cui si rappresenti l’orgoglio e la baldanza di essere lettori comunicanti e partecipativi. Mi auguro anche che le biblioteche possano continuare ad essere le amiche fidate dei lettori perché questo legame, sono convinta, può solo giovare ad entrambi.
Ancora grazie e buon lavoro.
Marilena Cortesini
Conversazione avvenuta su gmail parte III
Marilena salve,
entrare in questa selva di commenti, dubbi, aggiustamenti di tiro l'ho trovato davvero interessante. Spesso parlare su fb o sui blog è un'incognita: non sai mai dove finiranno e in chi risuoneranno le tue/nostre parole. Avevo messo da parte quell'esperienza, catalogata come già vissuta e finita, e invece ecco riemergere una discussione su quell'esperienza e sulle mie considerazioni che non volevano essere una critica distruttiva, ma costruttiva, come a dire che il sottobosco dei GdL è troppo variegato per circoscriverlo riducendolo ad un un'unica tipologia. Ha ragione anche Luca Ferrieri quando dice che da qualche parte bisogna cominciare e voi avete deciso di partire dai GdL che gravitano intorno alle biblioteche, il mio augurio invece è che un'ipotetica e futura analisi e/o approfondimento sui GdL italiani (analisi e/o approfondimento finora inesistenti) abbia uno sguardo più ampio e problematico possibile, meno rigido e chiuso, più aperto e libero da strutture. Il mio augurio è che il prossimo raduno sia dei GdL non sui GdL, che il prossimo raduno sia gestito dai gidiellisti non per i gidiellisti, che il prossimo raduno, prendendo in prestito le parole di Steve Jobs, sia folle, sia affamato. Per questo leggiamo, perché folli e affamati, per questo ci incontriamo, per questo viviamo :-)
Un saluto e un buon lavoro,
Rosa Salamone
Posta un commento