domenica 13 marzo 2011

In viaggio con Veronesi e Capossela

di Rosa Salamone

Nel 1997 Sandro Veronesi viene allattato da mamma rai che gli dà la conduzione del programma "Magazzini Einstein, cibo per la mente" su rai3. Lui decide di dedicare una puntata allo scrittore italoamericano John Fante dal titolo emblematico: ”Noi siamo Arturo Bandini”, uscendo dagli studi rai e mettendosi in viaggio, un  viaggio-pellegrinaggio fino a Torricella Peligna, paese d’origine del padre di John Fante. Sceglie, come compagno di viaggio, Vinicio Capossela, anche lui, come Veronesi, convinto fantiano.
In auto i due si scambiano riflessioni e aneddoti, il paesaggio li abbraccia con stupore bambino.
L’arrivo a Torricella, il ritrovamento di un cugino di Fante, la visita al  cimitero hanno il sapore acre di una mancata rivelazione, di uno sterile andare. L’anziano cugino di Fante, nella sua dignitosa compostezza, ha solo notizie di seconda mano.

L’azzardo, però, e l’entusiasmo di questo viaggio val bene una visione, in attesa dell'incontro di giorno 31 marzo.













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1 commenti:

Salvatore D'Agostino ha detto...

Isola degli asini,
(Rosa) ottimo ‘appunto’ di riflessione.

Vi segnalo un recente post del blog ‘Il mestiere di scrivere’ ecco il link ---> http://ilmestierediscrivere.wordpress.com/2011/03/10/john-fante-scrivere-e-gettare-via/

«La descrissi come una tigre, che io avevo inchiodato a terra e sopraffatto con la mia forza invincibile. Nel finale, lei mi inseguiva carponi, piangendo e implorando pietà. Mi parve eccellente. Ma quando rilessi quello che avevo scritto rimasi molto deluso: non era che un cumulo di banalità. Strappai il tutto e lo gettai via».

A margine il lavoro documentaristico di Giovanna Di Lello.
Ecco una sua recente intervista alla figlia di John Fante Victoria Cohen Fante ----> http://www.quotidianodabruzzo.it/rubrica/fante/2037/john-fante-mio-padre.html

«Frequentavo la scuola cattolica quando un giorno ci chiesero di scrivere un tema su un nostro famoso antenato. Molti bambini si vantavano di essere imparentati con i membri delle famiglie reali di tutto il mondo. Domandai ai miei genitori di chi potessi scrivere e mio padre subito esclamò: «Scrivi dello zio Mingo, il brigante di Torricella Peligna». Per anni pensai che avesse scherzato, fino a quando non lessi nella biografia di Stephen Cooper su mio padre che si trattava di un personaggio realmente esistito».

Qui invece un estratto del suo documentario ---> http://www.youtube.com/watch?v=ZHJVZtSzaoA&feature=player_embedded

Saluti,
Salvatore D’Agostino

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