domenica 24 novembre 2013

L'asino dell'abbecedario ha saputo insegnarmi a leggere

Chissà se aveva ragione Kafka quando implicitamente diceva che le metamorfosi arrivano di colpo: un secondo prima sei un commesso viaggiatore, uno dopo un mostruoso insetto che chiude il suo ciclo di esclusione dagli altri nell'animalità e nella morte. Quel che è certo è che le metamorfosi arrivano e non sempre sono controproducenti: noi come lettori siamo in viaggio e in metamorfosi continua grazie ai libri e all'incontro con gli altri, incontri e libri sempre più numerosi e non uno copia dell'altro. Come emblema di questa natura ibrida e mutante, non ci stanchiamo di ricordarlo, abbiamo scelto il Lucio dell'Asino d'oro di Apuleio che, da uomo, muta nell'animale più umile e cocciuto per eccellenza, l'asino, ed è proprio nella veste asinina che si fa esperto degli uomini.

Il manifesto ricorda quel che siamo, mutanti e lettori, in un'immagine di una bellezza perturbante che sembra cucita e urlata su misura per noi, in realtà è un'immagine di un giovane artista milanese, Maurizio L'Altrella, che gentilmente ci ha concesso. Il manifesto ricorda anche che il libro scelto per il prossimo incontro è Si riparano bambole di Antonio Pizzuto, scrittore sconosciuto ai più, definito il "Joyce italiano". Dicono sia un lungo flashback il suo libro con echi a tratti del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, a tratti del Fellini visionario e corale. Nell'attesa di leggerlo e di metterci in viaggio, scalcia per noi un verso di Jacques Prevert, a ricordarci che questo non è un asino: «l'asino dell'abbecedario ha saputo insegnarmi a leggere / a leggere davvero.»

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venerdì 22 novembre 2013

"Errare" humanum est

di Manuela Lanieri

In totale condivisione, circondati dalle caratteristiche "case al borgo", rinate dall'antico borgo medievale di "Sanctus Philippus de Monte Argyri", come ad attraversare dei gironi danteschi, passiamo dall'inconscio tuffo nel passato al crudo impatto dei luoghi e dei tempi che Lucas e Claus ci invitano a percorrere.


Case, vie, personaggi e avvenimenti tipici di una cittadina del nord est europeo nel pieno di una degradante guerra.
Storie grette, crude, giustificabili soltanto dallo spirito di sopravvivenza che inesorabilmente ci appartiene, a noi lettori come a chi è letto.
Ed è proprio nel pieno di tale racconto che imbocchiamo un'altra linea di pensiero, dove i nostri sempre più cari Lucas e Claus ci guidano, veniamo travolti dall'ignoto mondo delle turbe psichiche di chi, subendo un trauma, escogita i più svariati modi per mescolare la realtà con la fantasia, giustificato ancora una volta dalle reminiscenze del nostro spirito di sopravvivenza.
Infervorati da un dibattito che si prefigge di scoprire semmai esista una paradossale realtà di quanto appena pregustato, ci immergiamo nuovamente nell'ennesimo flusso di pensiero che ci porta a scoprire la varietà di giochi nella composizione strutturale del racconto, meravigliosamente amalgamati da una scrittura di grande tecnica.

Ed ecco, come sbucando fuori da un viaggio dentro l'altro, viene a svelarsi il reale cicerone della storia AGOTA.
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domenica 3 novembre 2013

Pino Manzella concentrato di vita per viandanti

di Rosa Salamone

Uso internet come un laboratorio per sperimentare nuove relazioni, quelle relazioni che spesso nei paesi sono la ratificazione del nulla, di conversazioni chiuse in un circuito che prevede salute-tempo-morti-nascite, non necessariamente in quest'ordine, e in cui parlare d'altro equivale, uso un'iperbole, ad uscire fuori pista, schiantarsi contro il dissenso, fino alla morte sociale. Internet, di contro, dà la possibilità di tessere relazioni che tra il virtuale e il reale non hanno di mezzo il mare, ma solo un rivolo d'acqua, pura o torbida, a seconda delle circostanze, facilmente attraversabile per entrare in storie e vite d'altri, non chiuse, non paesane, fertili.

Ero davanti al pc quando un'amica ha condiviso su fb un disegno che rappresentava al centro la sagoma acquerellata della sicilia con un asino dentro, a destra un testo dalla grafia minuta e indecifrabile, in calce un titolo, l'isola degli asini, lo stesso nome del gruppo di lettura pensato nel lontano 2007. Un nome e un'immagine per me originali e invece, eccomi qua, espropriata dal primato di chi dà nomi e si sente come il creatore che con il suo fiat lux fa essere le cose. Nell'arco di pochi giorni, più curiosa che delusa, cerco il nome dell'autore, trovandolo; un contatto virtuale dello stesso, trovando anche quello su fb; un contatto reale infine, cioè una visita, trovando anche quella. L'autore è Pino Manzella, è di Cinisi, il paese che, in una elementare associazione di idee, è Peppino Impastato, il Peppino filtrato per noi telestupefatti dal film di Marco Tullio Giordana che, con tutte le imprecisioni del caso, ha avuto il merito di far conoscere ai più la storia di Peppino e della sua ribellione ad un sistema mafioso usando l'arma affilata della satira capace, come poche, di mettere in ridicolo e sminuire l'intoccabilità dei mafiosi locali.

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mercoledì 30 ottobre 2013

Un patchwork come bandiera per il prossimo incontro

Fatevi una camminata per i vari siti, gentilmente selezionati per voi dal signor google, e in cui si parla del libro Trilogia della città di K. Alla fine della vostra camminata, a tratti noiosa e ripetitiva, avrete sicuramente fatto un cospicuo raccolto di frasi e considerazione del tipo: un'oscura fiaba contemporanea, parabola della guerra, protagonisti due gemelli molto intelligenti, stile asciutto e tagliente, prosa affilata, un pugno allo stomaco, un groppo in gola, finale onirico e angosciante. 

Non buttate via niente, tenete tutto, anche quello che vi sembra superfluo e, armati di ago e filo e santa pazienza, del vostro raccolto fatene un patchwork, letteralmente lavoro di cucito con le pezze. Il risultato finale che otterrete è quanto di più lontano dal libro: un'accozzaglia colorata e kitsch che mai potrà restituirne la sua atmosfera schizofrenica e straniante da gioco degli specchi che ora moltiplicano volti ora li deformano o impietosamente li riflettono nella loro nudità. Tutto questo per contraddire "leggete i discorsi intorno al libro" e invece dire "leggete il libro", tuffatevi nell'inchiostro, anche a rischio di uscirne neri e luridi, tetri e irriconoscibili, anche a rischio di non uscirne. 

Il patchwork non lo buttate, issatelo come bandiera dell'impossibilità di restituire in parole il mistero libro di Ágota Kristóf e della sfida lanciata a tutti noi lettori, non recensori.

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mercoledì 23 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "New italian epic" del collettivo Wu Ming

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Ornella ha letto Postmodernismi da quattro soldi tratto dal libro "New italian epic" del collettivo Wu Ming per capire ciò che la letteratura ha buttato in vacca in questi anni.

2. Sentimiento nuevo*

Il mio non è un romanzo «a schidionata», ma «a brulichio» e quindi è comprensibile che il lettore resti un po’disorientato.
Pier Paolo Pasolini, Petrolio, appunto 22a.

0. Postmodernismi da quattro soldi.
 
   Ne sono esistiti di maggior pregio, ma per quella merce gli anni Novanta sono una decade di sovrapproduzione e calo di qualità. I Novanta sono l’ultimo decennio della fase postmoderna, momento terminale,
di vicoli ciechi e crisi mascherata da trionfo (una festa sull’orlo del baratro). È il periodo in cui il postmodernismo (ossia la cultura del postmoderno) si riduce a «maniera» (termine che adopero nel memorandum). Del resto, si è parlato – piuttosto a proposito – di «età neobarocca», età di eccessi e artifici, di orpelli ed effetti, di shock abituali.

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martedì 22 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Le pietre di Pantalica" di Vincenzo Consolo

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Filippo ha letto Comiso tratto dal libro "Le pietre di Pantalica" di Vincenzo Consolo perché la Sicilia non è un isola, ma un viaggio.





Comiso 


Io non so che voglia sia questa, ogni volta che torno in Sicilia, di volerla girare e girare, di percorrere ogni lato, ogni capo, inoltrarmi all'interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vec­chie persone, conoscerne nuove.
  Una voglia, una sma­nia che non mi lascia star fermo in un posto. Non so. Ma sospetto sia questo una sorta d’addio, un volerla vedere e toccare prima che uno dei due sparisca. 
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giovedì 17 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Caro Michele" di Natalia Ginzburg

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori"Rosa ha letto alcune pagine dal libro "Caro Michele" di Natalia Ginzburg con improbabili innesti di Pasolini, Ciprì e Maresco, Fellini (qui per ascoltare l'audio, rigorosamente fatto in casa).


9 aprile ‘71

  Caro Michele,
Angelica mi ha detto che non verrai per le vacanze di pasqua. Pazienza. Ormai le volte che ho detto "pazien­za" pensando a te sono infinite. È vero che più passano gli anni e più si accrescono le risorse della nostra pazien­za. Sono le sole nostre risorse che si accrescono. Tutte le altre tendono a prosciugarsi.
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mercoledì 16 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Giovanna ha letto un racconto tratto da 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla dedicandolo a tutti quelli che iniziano un viaggio nella speranza di cambiare vita.

Nostro padre ci mandò nella città dei sette re.
Ci diede viatico e regali da portare.
Stette un giorno e una notte in preghiera.
Per il nostro viaggio.
Stette un giorno e una notte in preghiera. Per le nostre sorti.
egli accese il fuoco, egli sparse l’incenso.
egli versò il sangue di un gallo rosso per la sete degli spiriti.
E, tutto un giorno e una notte, egli danzò con gli antenati.
Poi all’alba il fuoco si spense… l’ultimo gentile filo di fumo si dileguò. Nostro padre, rimase sulla terra singhiozzante. E come chi non ha più nulla da fare. Come chi si rassegna al dolore di un decreto. Si acquietò, si alzò, e trascinò il suo corpo sfinito nel buio della capanna e quando usci vidi che ha messo una tunica rossa.. ci diede il viatico e i doni da portare. Ci accompagnò fino alla sponda del fiume, e ci mandò nella città dei sette re.
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L'isola degli asini ha letto "Universo d'amore" di Rabindranath Tagore

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Giovanna ha letto la poesia numero [60], tratta dal libro "Universo d'amore" di Rabindranath Tagore, sorridendo.



I bambini s’incontrano
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Sopra di loro il cielo è immobile 
nella sua immensità 
ma l’acqua del mare che non conosce riposo 
si agita tempestosa 
I bambini s’incontrano con grida e danze 
sulla spiaggia di mondi sconfinati. 

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martedì 15 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Le città invisibili" di Italo Calvino

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Manuela ha letto Fedora, Zora, Eutropia, alcune città del libro "Le città invisibili" di Italo Calvino, perché ogni paese è un nuovo mondo.



Le città e la memoria. 4.

Al di là di sei fiumi e tre catene di montagne sorge Zora, città che chi l’ha vista una volta non può piú dimenticare. Ma non perché essa lasci come altre città memorabili un'immagine fuor del comune nei ricordi. Zora ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto, nella successione delle vie, e delle case lungo le vie, e delle porte e delle finestre nelle case, pur non mostrando
in esse bellezze o rarità particolari. Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare una sola nota. L’uomo che sa a memoria com’è fatta Zora, la notte quando non può dormire immagina di camminare per le sue vie e ricorda l’ordine in cui si succedono l’orologio di rame, la tenda a strisce del barbiere, lo zampillo dai nove schizzi, la torre di vetro dell’astronomo, la edicola del venditore di cocomeri, la statua dell’eremita e del leone, il bagno turco, il caffè all’angolo, la traversa che va al porto.
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L'isola degli asini ha letto "La più grande balena morta della Lombardia" di Aldo Nove


Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Salvatore ha letto l'incipit del libro "La più grande balena della Lombardia" di Aldo Nove indossando una tutina della Chicco.


   E migliaia di anni fa, prima che Dio si fosse proposto di trarre Adamo dalla polvere, e moltissimo prima che un'immane esplosione desse inizio alla deriva di stelle nella quale la civiltà umana pare abbia infine preso piede, mia mamma mi portava a vedere la più grande balena morta della Lombardia.
 

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lunedì 14 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Ferdydurke" di Witold Gombrowicz

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Davide ha letto alcune pagine dal libro 'Ferdydurke' di Witold Gombrowicz con verosimili innesti della figlia che canticchia canzoncine estemporanee.

  Così girarono il mondo, tirando a quel che capitava con quel che capitava. Cantavano canzoni e soprattutto si divertivano a spaccare i vetri delle finestre. Gli piaceva molto anche sputare dal balcone sui cappelli dei passanti, e non vi dico la gioia quando riuscivano a beccare qualche pezzo grosso in carrozza. Filidor si specializzò al punto che riusciva a sputare dalla strada su quelli che stavano al balcone. L’Anti-Filidor, invece, spegneva le candele tirandoci sopra una scatoletta di fiammiferi. Adoravano soprattutto tirare ai ranocchi con la carabina, e ai passerotti con l’arco, e anche stare su un ponte e gettare in acqua pezzetti di carta e fili d’erba. Ma la voluttà suprema era comprarsi un palloncino da bambini e corrergli dietro per campi e per boschi, evviva, evviva! aspettando di vederlo scoppiare col botto, come colpito da un proiettile invisibile. E quando negli ambienti scientifici qualcuno rammentava le loro glorie passate, le lotte spirituali, l’Analisi, la Sintesi e la loro fama irrimediabilmente svanita, loro si limitavano a rispondere con aria sognante: “Già, già, il duello… che botti, ragazzi!” “Ma professore,” esclamammo io e Roklewski che nel frattempo s’era sposato e aveva messo famiglia in via Kruzca. “Ma professore, lei parla come un bambino!” Al che il vegliardo ritornato bambino rispose: “Tutto è foderato d’infanzia.” 
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giovedì 10 ottobre 2013

Noi spacciatori di libri a Caterpillar

di Rosa Salamone

1 Ottobre, un martedì qualunque di un mese qualunque dall'impasto grigio umido. Finita la giornata lavorativa, vado a fare quattro passi su facebook, stando alla larga dai tuttologi, oratori da tastiera, pontificatori in pantofole che qui hanno traslocato in massa conquistando uno spazio in cui sbrodolare il loro ego elefantiaco (per molti aspetti facebook è una piazza nuova già vecchia). Giro un po' a vuoto, finché non trovo sulla pagina fb dell'isola un messaggio lasciato da Caterpillar: vogliono parlare con noi (scrivono).


Dopo pochi passaggi, fb - email - cellulare, vengo a sapere che loro come trasmissione stanno facendo quattro chiacchiere (non inchiesta) con i GdL presenti sul territorio italiano e vogliono conoscere il nostro gruppo attraverso un colloquio con noi (non intervista) lo stesso pomeriggio. Ovviamente non mi tiro indietro (tutto è così confidenziale e informale) e, dopo aver realizzato che Caterpillar è una trasmissione radiofonica di radio due (io mi muovo nelle frequenze della rivale radio tre), butto giù alcune idee, ipotetiche risposte ad ipotetiche domande.


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martedì 8 ottobre 2013

Gli impavidi lettori

di Manuela Lanieri

Rintanati sotto la volta dell'antica pescheria, desiderosi di esprimere un concetto che ci appartiene in qualche modo, di condividerlo con gli altri, attraverso la lettura di un testo che abbiamo accuratamente scelto per l'occasione, si è dato vita ad un'intensa conversazione ispirata.

Così, dopo aver attraversato vie di città invisibili, ci siamo ritrovati a prendere un tè nell'accogliente casa ordinata di una madre che ci racconta come il suo bambino sia partito per il nulla, dopo aver visto la balena divorare il tutto ed abbia attraversato ogni contraddizione della natura del "post-qualcosa", con la sua tutina della chicco, per poi capire che in fin dei conti, bastava semplicemente tirare i sassolini sull'acqua con tutti i bambini di mondi sconfinati che s'incontrano sulla spiaggia.

Ed improvvisamente, con il sapore delle pesche immerse nel vino rosso sulle labbra, guardando la strada deserta, realizziamo che neppure un nubifragio riesce a fermare il fervido desiderio di esprimere e condividere.

Abbiamo letto brani tratti dai seguenti libri:

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      domenica 6 ottobre 2013

      E dargli spazio

      Ci buttiamo oggi, in occasione della sagra del pesco, nell'avventura della lettura: chi vuole porta con sé un libro e ne legge ad alta voce una pagina. 

      Un'avventura, nuova per noi lettori, abituati a condividere i postumi della lettura individuale, i suoi effetti collaterali. 

      Questa, invece, è voce e presenza nel qui e ora. È gesto e corpo che si espone al freddo e allo sguardo altrui. Manifesta cura e pazienza. E comunica che se c'è data una possibilità d'amore, di a-mors quindi privo di morte, è nel cercare e saper riconoscere, chi e cosa in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
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      martedì 10 settembre 2013

      L'elezione più importante è in libreria

      Giorni fa era il festivaletteratura a Mantova, fahrenheit è riuscita a farci andare i radioascoltatori sintonizzati nella frequenza giusta. Tra gli intervenuti lo scrittore Paolo Nori ed una frase ciliegina sulla torta che qui si riscrive con le imprecisioni della memoria che pesca un ricordo e inevitabilmente lo corregge: "L'elezione più importante è quando vado in libreria e scelgo il libro che mi governerà per i prossimi giorni."

      Per i prossimi giorni noi lettori abbiamo eletto un libro a legiferare sui nostri umori e pensieri. Nessun Berlusconi o chi per lui, ma un libro di cui si dice un gran bene e un gran male, L'arte della gioia di Goliarda Sapienza.

      L'invito, esteso a tutti i lettori, è di lasciarsi governare da questo libro per poi semplicemente ritrovarsi e discuterne insieme, nella convinzione che leggere non è un segno di distinzione, io leggo quindi sono più intelligente di te, ma è solo un piacere che da individuale può farsi comunitario, io leggo e ne discuto con te.
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      martedì 3 settembre 2013

      La lettura è pop: Pianissimo e L'isola degli asini in viaggio

      di Rosa Salamone

      Arriviamo a Cerami che sono le nove appena. Le immagini che tappezzano il paese ci raccontano di uomini albero portare in processione alte bandiere di alloro. Ecco spiegata l’aria sonnolenta che qui si respira: Cerami è un paese addormentato dopo la festa di San Sebastiano che ieri avrà inebriato i sensi di mortaretti e musica, di luci e zucchero filato, ingredienti immancabili in ogni festa religiosa che si rispetti. Di San Sebastiano e dell’alloro chiediamo ad un gruppo di uomini, solo uomini a quest’ora, "simu siciliani, ma stì cosi nun li sapimu", è la risposta.









      Qui abbiamo il nostro primo appuntamento con Filippo Nicosia che pianissimo sta arrivando su un furgoncino d’epoca carico di libri che viaggia alla bellezza di 35/40 chilometri all'ora. Quando arriva è come conoscerlo da sempre. Magro, capelli arruffati, gesticola, tira su i calzoni larghi, avrò perso qualche chilo dice, e parla di tutto: dalla lettura che è pop a Mimmo Cuticchio che è avanguardia. Con lui Anna McAndrew, un cucciolo di donna: 21 anni, 45 chili e molti viaggi alle spalle.
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      mercoledì 24 luglio 2013

      Magari lettori

      di Rosa Salamone

      C’è un percorso: da Cerami a Nicosia passando per Troina e Gagliano.
      Ci sono due asini: uno legge asino, l’altro ostenta una posa altezzosa.
      C'è un abbasso l'autismo corale, omaggio a Franco Arminio e al suo sguardo spietato e amoroso sui paesi.
      Ci sono briciole di pane sparse: quando si progetta un viaggio viene fame.
      C’è il furgoncino d'epoca di Pianissimo con sotto un monte dal nome infelice, Femmina Morta: femminicidio involontario fu.
      C’è un “magari lettori”: anche questo involontario.
      Una macchia di caffè che pare un gatto (scusate il terzo involontario che non è incomodo). Un gatto che guarda sornione il caos di linee, colori, parole di una cartina che intanto è diventata una storia (perlomeno un prologo).
      C'è altro:  "Il gioco delle altre contaminazioni lo lasciamo a chi abbia la voglia di scoprirle."





























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      sabato 20 luglio 2013

      L'isola degli asini e Pianissimo: lettura ed erranza



      Lisola degli asini è un gruppo aperto di persone accomunate dal piacere della lettura e dell’erranza. Ci si incontra mensilmente e si discute di un libro scelto insieme e letto individualmente. Ogni mese un libro diverso. Ogni mese un paese diverso tra quelli della provincia di Enna. Ogni mese un luogo diverso: dalla piazza alla biblioteca, dal teatro al sagrato della chiesa, dalla libreria ad uno slargo in cui vivere il gusto della partecipazione ad un dialogo dove ognuno è maestro ed allievo ad un tempo. 

      Pianissimo è un progetto di promozione della lettura in Sicilia pensato da Filippo Nicosia che, con un furgoncino d’epoca carico di libri, attraverserà la nostra isola dal 2 agosto al 9 settembre. Una sorta di libreria errante che farà sosta per le piazze per parlare di libri, scrittori, storie.


      Lettura ed erranza sono le due parole chiave che hanno fatto incontrare L’isola degli asini e Pianissimo e insieme progettare un viaggio nell'entroterra.

      Il viaggio sarà il 29 agosto. Da Cerami, tappa d'inizio, si parte alle ore 9:00 per passare poi da Troina, Gagliano e infine arrivare a Nicosia, tappa finale, alle ore 21:00. Nelle prime tre tappe, Filippo Nicosia posteggerà il suo furgoncino carico di libri e parlerà con curiosi, lettori, passanti. Nell'ultima, i lettori dell’isola degli asini parleranno del libro scelto per questo mese: L’ultimo ballo di Charlot di Fabio Stassi. L’incontro è aperto a tutti, lettori e non. 

      Qui per conoscere i nostri precedenti incontri

      Qui per conoscere tutte le altre tappe del viaggio di Pianissimo

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      sabato 13 luglio 2013

      Vladimir Nabokov e il quiz di dieci domande sui requisiti del bravo lettore


      Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio dei cinquanta, Vladimir Nabokov tenne alcune lezioni sulla letteratura in diversi college statunitensi. Gli appunti delle lezioni sono stati pubblicati postumi, con un’introduzione di John Updike; in Italia furono editi nel 1982 nella collana ‘Gli elefanti’ della Garzanti.

      Gli appunti sono pieni di correzioni e note e non hanno l’organicità di un testo scritto. In essi Nabokov si rivolgeva ad un destinatario ben preciso, dei giovani studenti, con uno scopo anch’esso preciso, aiutare gli studenti a diventare lettori, o meglio “rilettori”, cioè lettori attenti e creativi grazie alla rilettura di pochi libri, come scrisse Gustave Flaubert in una lettera alla sua amante: «Come saremmo colti se conoscessimo bene soltanto cinque o sei libri».
      Appunti originali delle 'lezioni sulla letteratura' di Vladimir Nabokov
      Nell’introduzione al libro dal titolo Bravi lettori, bravi scrittori (qui la versione integrale), Nabokov racconta un suo esperimento, fatto ai suoi studenti, attraverso un quiz di dieci domande su quali siano i requisiti necessari per essere bravi lettori, eccolo:

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      Buoni lettori, buoni scrittori di Vladimir Dmitrievič Nabokov

      Pubblichiamo il testo integrale dell’introduzione del libro Lezioni di letteratura di Vladimir Dmitrievič Nabokov, a cura di Fredson Bowers, introduzione di John Updike, Garzanti, Milano 1982 [1980].

      Buoni lettori, buoni scrittori

      Il mio corso è, tra le altre cose, 
      una sorta di indagine poliziesca 
      sul mistero delle strutture letterarie.

          « Come essere un buon lettore » oppure « Gentilezza verso gli autori » – qualcosa del genere potrebbe fungere da sottotitolo a queste riflessioni su vari autori, dato che mi propongo di occuparmi con amore, indugiando amorevolmente sui particolari, di alcuni capolavori della letteratura europea. Cento anni fa, in una lettera all'amante, Flaubert scriveva: Comme l'on serait savant si l'on connaissait bien seulement cinq ou sìx livres («Come saremmo colti se conoscessimo bene soltanto cinque o sei libri»).

      Appunti originali delle 'lezioni sulla letteratura' di Vladimir Nabokov
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      giovedì 4 luglio 2013

      Postumi da una sbornia dei sensi

      di Rosa Salamone

      Come un fratello scemo tenuto nascosto dentro casa, al riparo da sguardi indiscreti, così è la diga Nicoletti. Il fratello intelligente, di contro, vanto della famiglia, è il lago di Pergusa, unico lago naturale della provincia di Enna che ha fatto da quinta teatrale al mito del ratto di Persefone, rinominata dai Romani Proserpina, perché non si dicesse in giro che loro si erano limitati a copiaincollare, scolari pigri, i miti greci. Un mito quasi didascalico e dal sapore contadino che spiega l’alternarsi delle stagioni in Sicilia, ma con un cuore di bruta violenza che palpita ancora nella nostra terra “mischia di lutto e luce” come la disse Bufalino. 

      La diga Nicoletti è il luogo scelto per il nostro incontro, un bacino artificiale diletto dei pescatori, negletto da ogni divinità. Ci sistemiamo lungo una piattaforma galleggiante con un carico “asinino” di oggetti: un asino di legno simbolo dei lettori erranti, un pc per la connessione skype con i lettori (fin troppo) erranti, libri, taccuini, torce, vino, bicchieri, plaid e maglioni perché, nonostante sia piena estate, “sciuscia”, ossia soffia il vento. 
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      domenica 30 giugno 2013

      Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solženicyn

      di Davide dal Muto


      “Era trascorsa una giornata non offuscata da nulla,
      una giornata quasi felice.”
      (Aleksandr Solženicyn)

      Racconto lungo, il primo, e anche quello più significativo dell’opera di questo gigante della letteratura. Senza nulla togliere al più famoso saggio “Arcipelago Gulag”, Solženicyn meritava il premio Nobel già per questa sua prima pietra miliare.

      Il racconto si snoda durante tutta una giornata, dall'aurora al coprifuoco notturno, trascorsa dal prigioniero Šč-854 in un campo di lavoro siberiano poco prima della morte di Stalin.

      Innanzitutto è bene analizzare l’umana compassione che l’autore, a sua volta ex deportato politico, usa nei confronti del protagonista (se stesso in pseudonimo) chiamandolo per nome anziché per numero, cosa che avrebbe sì spiegato ancor meglio la condizione degli internati ma a prezzo di un distacco da parte dei lettori, e qui sta il primo pregio del genio di Solženicyn.
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      lunedì 3 giugno 2013

      Reale fin troppo reale

      di Salvatore D’Agostino


      Paola Pivi è un’artista nata a Milano che, attualmente, vive ad Anchorage, in Alaska. «Anchorage mi piace perché non c’è arte. Non c’è lusso. L’unico lusso che lì uno ha è il tempo che non manca mai».* Lo stesso tempo dilatato si ritrova nell'isola di Filicudi, dove l’artista ha vissuto e dove ritorna per fotografarla con l’intenzione di rilevarla in scala 1:1. Pivi ha scelto di vivere in luoghi poco abitati poiché nei centri urbani densamente popolati gli «sembra di essere come una barca in mezzo all'oceano piuttosto che sulla terraferma.»*


      Il suo stare con i piedi ben piantati per terra, la portano a riflettere sul concetto del reale. Tutta la sua arte è fondata sull'interazione e la manipolazione della realtà. Le sue opere sono oggetti reali posti in un dato luogo e in un preciso momento. Non c’è finzione: camion, aeri, cinesi in carne e ossa, una pizza gigante, fontane, zebre, giaguari sono oggetti e esseri viventi reali che l’artista rielabora ricreando realtà che ci appaiano impossibili.


      Come è reale l’asino che va per mare, un’opera del 2003. Una realtà che spetta a chi osserva interpretare, capire dove sta andando, cosa sta facendo, perché si trova lì o magari ignorarla, fregarsene, riderne, sghignazzare: «Chi osserva un’opera - per Paola Pivi - non ha bisogno di conoscere l’arte, e neppure avere coscienza di stare guardando un’opera d’arte.»




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      giovedì 30 maggio 2013

      Di un asino errante, lettore e surreale

      "Il surrealismo è la magica sorpresa di trovare un leone nell'armadio dove si voleva prendere una camicia." Così dichiarava Frida Kahlo nel 1939. 

      Un miracolo visivo che genera spaesamento e, all'unisono, spostamento di senso, ponendo oggetti comuni in contesti e situazioni non comuni. Ecco allora, la pioggia di uomini in bombetta di Magritte, gli orologi molli di Dalì, le donne che si trasformano in alberi di Delvaux, per citare alcuni nomi da bignami dell'arte. 

      Stesso spaesamento e spostamento di senso lo si trova (basta cercarlo) nell'asino in barca della locandina del mese così come nell'asino errante e lettore del nostro Gruppo di Lettura. 

      Un surrealismo che bilancia il realismo crudo e disumano del libro, da noi scelto, di Aleksandr Solženicyn, Una giornata di Ivan Denisovič, la cui carica rivoluzionaria non si esaurisce "con la denuncia dei lager e del regime, che non esistono più, ma è riproponibile nella misura in cui riapre il discorso sull'io e sulla verità."

      Dell'io e della verità, dei lager e dei regimi, di libri e altro ancora, si parlerà sabato 29 giugno dalle ore 21.00 sul solarium della diga Nicoletti, spaesati e surreali.

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      mercoledì 22 maggio 2013

      Lolita tra i quadri: una bambina che si ritrae con un sussulto

      di Rosa Salamone

      Mai libro fu calzino più e volte rivoltato come Lolita di Nabokov. Immagino uomini grigi, suoi contemporanei (era il 1955 quando venne pubblicato, dopo vari rifiuti), poco lettori, molto censori, frugare, radiografare, setacciare ogni singola scena del libro per collocarla poi nella lista del "si può, è lecito" oppure "non si può, è immorale".
      Il totale (falsato) delle scene immorali ha fatto sì che il libro si depositasse nel passaparola dei lettori come un antro putrido e malsano. Il sigillo a questo pregiudizio è stato definitivamente posto dal film di Kubrick (uscito nelle sale il 1962) che ha giocato sull'amore morboso del quarantenne Humbert Humbert per la dodicenne ninfetta Dolores Haze, Lo. Li. Ta.
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      domenica 19 maggio 2013

      L’uomo per Pilar Albaracín è diventato un “asino coltivato”

      di Salvatore D'Agostino
       

      Pilar Albaracín è un artista spagnola «le sue produzioni – osserva la critica Rosa Martínez - si concentrano sull'analisi della cultura dominante e, in particolare, sui luoghi comuni che rappresentano l'identità andalusa. Non da una prospettiva remota e intellettualizzata, ma attraverso un'emotiva e sovversiva immersione nella antropologia del quotidiano. Folklore e tradizioni popolari, riti alimentari, miti religiosi, e il ruolo delle donne nella distribuzione del potere o feste collettive come la corrida sono criticamente distorte nello specchio delle sue riflessioni.» 

      Nel suo lavoro del 2010, Asnería, un asino imbalsamato legge un libro sopra una montagna di libri e riviste.


      L’artista, in questa installazione, denuncia il pieno di cultura che ci arriva dai diversi media, al punto che l’uomo è diventato, per Pilar Albaracín, un “asino coltivato”.  
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      venerdì 17 maggio 2013

      Il frammento è il discorso

      di Rosa Salamone

      Ciò che resta del libro "Quando Teresa si arrabbiò con Dio" di Alejandro Jodorowsky: l'impossibilità di un discorso unitario sul libro stesso, di un discorso che lo cinga in un solo abbraccio. Procedo, quindi, per frammenti, ossia pezzi rotti/conservati/fragili. Il frammento, cito e altero il Roland Bathes di Frammenti di un discorso amoroso, non dà la felicità, ma è abitabile, un tetto precario e breve, illusorio riparo.

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      sabato 4 maggio 2013

      Con barba o senza barba

      Lolita, il classico che tutti pensano di aver letto e invece o ne hanno sentito parlare o hanno letto la quarta di copertina o hanno visto il film, soddisfatti.

      Ma tant'è! Sembra che il libro non abbia bisogno di lettori, a detta dello stesso Nabokov che, in una delle rare interviste rilasciate, alla domanda su quale fosse il suo lettore ideale, pare abbia risposto che l'unico lettore che gli interessa è quello che vede nello specchio ogni mattina mentre si fa la barba.

      Noi, lettori erranti, in attesa che ci cresca la barba, per la noia o l'ammirazione, ci si vede comunque sediamuniti a Sperlinga sabato 25 maggio alle ore 21 nella piazza sotto il castello.
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      domenica 28 aprile 2013

      Quando Teresa s'arrabbiò con Dio a San Giorgio

      di Giovanna Di Vita

      Il cielo quasi totalmente privo di nuvole, un cane erratico che si avvicina attratto da odori e voci che ha solo bisogno di compagnia, il vino e la magia di un libro difficile, ma che rapisce...


      È difficile il libro di Alejandro Jodorowsky “Quando Teresa si arrabbiò con Dio” e inizia proprio con l’immagine forte di una donna disperata e calva che non riesce a sopportare il dolore della perdita di un figlio e, per questo, maledice Dio. Ha il sapore dell’eresia questo esordio, ma non per Jodorowsky che riconosce il potere liberatorio dell’arte anche con quegli eccessi figurativi che scatenano forti reazioni emotive in chi legge i suoi romanzi o assiste alle sue performances.
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      lunedì 8 aprile 2013

      C'è tempo


      Parafrasando il cantautore genovese Ivano Fossati che, a sua volta, parafrasava l'Ecclesiaste o Qohelet, C'è tempo.

      C'è un tempo per leggere libri, per i fatti propri e nei modi più disparati, e un tempo per condividere la lettura.

      C'è un tempo per parlare e uno per ascoltare, se si vuole conoscere qualcosa o qualcuno che non è te stesso.

      C'è un tempo per errare e uno per sedersi su sedie portate da casa, altrimenti si rischia di stare in piedi o culo a terra.

      C'è un tempo per essere asini e uno per fare gli asini e, come il Lucio dell'Asino d'oro di Apuleio, aprirsi all'incontro.

      C'è un tempo, che è adesso, in cui i pensieri trovano una piazza e una voce e "orecchie grandi" per ascoltare meglio, piccina mia, Quando Teresa si arrabbiò con Dio.

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      sabato 9 marzo 2013

      Paolo Franchi, lettore del Gruppo di Lettura di Vaiano

      Dopo essersi arenata nelle secche della quotidiana fatica di chi naviga per passione nel mare dei Gruppi di Lettura italiani, riprende l'indagine sui GdL. Riprende e indossa non la veste dell'intervista, ma quella di una presentazione scritta da un lettore: Paolo Franchi che si racconta e ci racconta il GdL di Vaiano, in provincia di Prato. Il tono è divertito e leggero, ma gli argomenti trattati sono trasversali a molti GdL: dalla solitudine del lettore, al bisogno di riconoscere ed essere riconosciuto, al rapporto esclusivo tra libro e lettore che preclude ogni critica e la riferisce a se stesso, non mettendo distanza tra sé e il libro.


      La vera storia del Gruppo di Lettura Vaiano

      di Paolo Franchi

      Da dove cominciare? Siamo nati nel 2007 e parlare di noi significa innanzitutto parlare di Giampiero, il padre fondatore. Voi direte, che ci vuole a fondare un gruppo di lettura? Basta convincere un gruppo di sfaccendati a riunirsi due lunedì al mese e farsi dare le chiavi della biblioteca. Niente di più sbagliato. Ci vuole un uomo speciale, uno che riesce a farti alzare dal divano nelle sere d’inverno, uno col carisma. Uno che ha ricevuto in sogno da Daniel Pennac il decalogo del lettore e ha deciso di regalarlo al mondo. Cosa poteva fare un uomo del genere? Ha riunito attorno a sé pochi e fidati discepoli e ha seguito il suo destino. Io ancora non c’ero, ma so che le prime riunioni si sono svolte in un freddissimo scantinato sotto la biblioteca, non so se c’erano pure il bue e l’asinello.
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      sabato 2 marzo 2013

      Gloria e baldoria, solitudine e polvere

      di Rosa Salamone

      In "gloria e baldoria" ha inizio l'incontro dell'isola degli asini alla biblioteca comunale di Agira, ossia mangiando chiacchiere, bevendo vino e parlando, intorno ad un tavolo, del libro di Gabriel Garcia Marquez, Cent'anni di solitudine, un'"opera mondo", come la definisce Franco Moretti, saggista italiano, fratello del più noto Nanni Moretti, perché "summa di tutti i saperi, gli stili, le eredità del passato", a metà tra "la narrazione filosofica, il saggio, l'enciclopedia, a volte la tragedia, a volte la lirica".












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      domenica 3 febbraio 2013

      Un gioco, l'asino

      Età dei partecipanti: dai 0 anni in su
      Numero giocatori: minimo 2
      Dove si gioca: ovunque
      Cosa serve: uno o più libri, delle sedie, orecchie, preferibilmente d'asino, sicuramente non di mercante
      Regole e svolgimento del gioco: si sceglie un libro proposto da uno dei lettori, per questo incontro il libro scelto è "Cent'anni di solitudine", ci si incontra dopo un mese circa, in piazza o in libreria, in biblioteca o in uno slargo, e si parla e si ascolta, si ascolta e si parla, nello scambio un'epifania, una rivelazione non detta da portare a casa, dono
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      domenica 20 gennaio 2013

      L'isola degli asini non è un'iniziativa lodevole

      di Rosa Salamone
       

      Un Gruppo di Lettura non è un invito ad essere pubblico passivo,
      è un invito alla partecipazione attiva,
      un'esperienza fisica sull'importanza del dialogo e della parola, 
      un confronto tra pari del cui livello di maturità ognuno è responsabile, senza deleghe.

      Sembra semplice, non lo è.


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      giovedì 17 gennaio 2013

      La vita accanto la nostra

      di Angela Riggio 
      “Una donna brutta non ha a disposizione nessun punto di vista superiore da cui poter raccontare la propria storia. Non c’è prospettiva d’insieme. Non c’è oggettività. La si racconta dall’angolo in cui la vita ci ha strette, attraverso la fessura che la paura e la vergogna ci lasciano aperta giusto per respirare, giusto per non morire.”
      Può la vita passarti accanto e lasciarti inerme? Può aspettarti all’angolo e lasciarti passare senza toccarti? Sembrerebbe quello che è succede a Rebecca, bambina brutta, talmente brutta che Mariapia Veladiano, autrice de “La vita accanto”, non perde tempo a descrivere come possa essere questa bruttezza, lascia sottintere qualcosa, lascia che il lettore sia trasportato più dal flusso del suo dolore che dall’immedesimazione fisica nel suo personaggio. “Urla il dolore senza gridarlo”, si è detto.


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