mercoledì 30 ottobre 2013

Un patchwork come bandiera per il prossimo incontro

Fatevi una camminata per i vari siti, gentilmente selezionati per voi dal signor google, e in cui si parla del libro Trilogia della città di K. Alla fine della vostra camminata, a tratti noiosa e ripetitiva, avrete sicuramente fatto un cospicuo raccolto di frasi e considerazione del tipo: un'oscura fiaba contemporanea, parabola della guerra, protagonisti due gemelli molto intelligenti, stile asciutto e tagliente, prosa affilata, un pugno allo stomaco, un groppo in gola, finale onirico e angosciante. 

Non buttate via niente, tenete tutto, anche quello che vi sembra superfluo e, armati di ago e filo e santa pazienza, del vostro raccolto fatene un patchwork, letteralmente lavoro di cucito con le pezze. Il risultato finale che otterrete è quanto di più lontano dal libro: un'accozzaglia colorata e kitsch che mai potrà restituirne la sua atmosfera schizofrenica e straniante da gioco degli specchi che ora moltiplicano volti ora li deformano o impietosamente li riflettono nella loro nudità. Tutto questo per contraddire "leggete i discorsi intorno al libro" e invece dire "leggete il libro", tuffatevi nell'inchiostro, anche a rischio di uscirne neri e luridi, tetri e irriconoscibili, anche a rischio di non uscirne. 

Il patchwork non lo buttate, issatelo come bandiera dell'impossibilità di restituire in parole il mistero libro di Ágota Kristóf e della sfida lanciata a tutti noi lettori, non recensori.

Segnala

mercoledì 23 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "New italian epic" del collettivo Wu Ming

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Ornella ha letto Postmodernismi da quattro soldi tratto dal libro "New italian epic" del collettivo Wu Ming per capire ciò che la letteratura ha buttato in vacca in questi anni.

2. Sentimiento nuevo*

Il mio non è un romanzo «a schidionata», ma «a brulichio» e quindi è comprensibile che il lettore resti un po’disorientato.
Pier Paolo Pasolini, Petrolio, appunto 22a.

0. Postmodernismi da quattro soldi.
 
   Ne sono esistiti di maggior pregio, ma per quella merce gli anni Novanta sono una decade di sovrapproduzione e calo di qualità. I Novanta sono l’ultimo decennio della fase postmoderna, momento terminale,
di vicoli ciechi e crisi mascherata da trionfo (una festa sull’orlo del baratro). È il periodo in cui il postmodernismo (ossia la cultura del postmoderno) si riduce a «maniera» (termine che adopero nel memorandum). Del resto, si è parlato – piuttosto a proposito – di «età neobarocca», età di eccessi e artifici, di orpelli ed effetti, di shock abituali.

Segnala

martedì 22 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Le pietre di Pantalica" di Vincenzo Consolo

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Filippo ha letto Comiso tratto dal libro "Le pietre di Pantalica" di Vincenzo Consolo perché la Sicilia non è un isola, ma un viaggio.





Comiso 


Io non so che voglia sia questa, ogni volta che torno in Sicilia, di volerla girare e girare, di percorrere ogni lato, ogni capo, inoltrarmi all'interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vec­chie persone, conoscerne nuove.
  Una voglia, una sma­nia che non mi lascia star fermo in un posto. Non so. Ma sospetto sia questo una sorta d’addio, un volerla vedere e toccare prima che uno dei due sparisca. 
Segnala

giovedì 17 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Caro Michele" di Natalia Ginzburg

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori"Rosa ha letto alcune pagine dal libro "Caro Michele" di Natalia Ginzburg con improbabili innesti di Pasolini, Ciprì e Maresco, Fellini (qui per ascoltare l'audio, rigorosamente fatto in casa).


9 aprile ‘71

  Caro Michele,
Angelica mi ha detto che non verrai per le vacanze di pasqua. Pazienza. Ormai le volte che ho detto "pazien­za" pensando a te sono infinite. È vero che più passano gli anni e più si accrescono le risorse della nostra pazien­za. Sono le sole nostre risorse che si accrescono. Tutte le altre tendono a prosciugarsi.
Segnala

mercoledì 16 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Giovanna ha letto un racconto tratto da 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla dedicandolo a tutti quelli che iniziano un viaggio nella speranza di cambiare vita.

Nostro padre ci mandò nella città dei sette re.
Ci diede viatico e regali da portare.
Stette un giorno e una notte in preghiera.
Per il nostro viaggio.
Stette un giorno e una notte in preghiera. Per le nostre sorti.
egli accese il fuoco, egli sparse l’incenso.
egli versò il sangue di un gallo rosso per la sete degli spiriti.
E, tutto un giorno e una notte, egli danzò con gli antenati.
Poi all’alba il fuoco si spense… l’ultimo gentile filo di fumo si dileguò. Nostro padre, rimase sulla terra singhiozzante. E come chi non ha più nulla da fare. Come chi si rassegna al dolore di un decreto. Si acquietò, si alzò, e trascinò il suo corpo sfinito nel buio della capanna e quando usci vidi che ha messo una tunica rossa.. ci diede il viatico e i doni da portare. Ci accompagnò fino alla sponda del fiume, e ci mandò nella città dei sette re.
Segnala

L'isola degli asini ha letto "Universo d'amore" di Rabindranath Tagore

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Giovanna ha letto la poesia numero [60], tratta dal libro "Universo d'amore" di Rabindranath Tagore, sorridendo.



I bambini s’incontrano
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Sopra di loro il cielo è immobile 
nella sua immensità 
ma l’acqua del mare che non conosce riposo 
si agita tempestosa 
I bambini s’incontrano con grida e danze 
sulla spiaggia di mondi sconfinati. 

Segnala

martedì 15 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Le città invisibili" di Italo Calvino

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Manuela ha letto Fedora, Zora, Eutropia, alcune città del libro "Le città invisibili" di Italo Calvino, perché ogni paese è un nuovo mondo.



Le città e la memoria. 4.

Al di là di sei fiumi e tre catene di montagne sorge Zora, città che chi l’ha vista una volta non può piú dimenticare. Ma non perché essa lasci come altre città memorabili un'immagine fuor del comune nei ricordi. Zora ha la proprietà di restare nella memoria punto per punto, nella successione delle vie, e delle case lungo le vie, e delle porte e delle finestre nelle case, pur non mostrando
in esse bellezze o rarità particolari. Il suo segreto è il modo in cui la vista scorre su figure che si succedono come in una partitura musicale nella quale non si può cambiare o spostare una sola nota. L’uomo che sa a memoria com’è fatta Zora, la notte quando non può dormire immagina di camminare per le sue vie e ricorda l’ordine in cui si succedono l’orologio di rame, la tenda a strisce del barbiere, lo zampillo dai nove schizzi, la torre di vetro dell’astronomo, la edicola del venditore di cocomeri, la statua dell’eremita e del leone, il bagno turco, il caffè all’angolo, la traversa che va al porto.
Segnala

L'isola degli asini ha letto "La più grande balena morta della Lombardia" di Aldo Nove


Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Salvatore ha letto l'incipit del libro "La più grande balena della Lombardia" di Aldo Nove indossando una tutina della Chicco.


   E migliaia di anni fa, prima che Dio si fosse proposto di trarre Adamo dalla polvere, e moltissimo prima che un'immane esplosione desse inizio alla deriva di stelle nella quale la civiltà umana pare abbia infine preso piede, mia mamma mi portava a vedere la più grande balena morta della Lombardia.
 

Segnala

lunedì 14 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto "Ferdydurke" di Witold Gombrowicz

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Davide ha letto alcune pagine dal libro 'Ferdydurke' di Witold Gombrowicz con verosimili innesti della figlia che canticchia canzoncine estemporanee.

  Così girarono il mondo, tirando a quel che capitava con quel che capitava. Cantavano canzoni e soprattutto si divertivano a spaccare i vetri delle finestre. Gli piaceva molto anche sputare dal balcone sui cappelli dei passanti, e non vi dico la gioia quando riuscivano a beccare qualche pezzo grosso in carrozza. Filidor si specializzò al punto che riusciva a sputare dalla strada su quelli che stavano al balcone. L’Anti-Filidor, invece, spegneva le candele tirandoci sopra una scatoletta di fiammiferi. Adoravano soprattutto tirare ai ranocchi con la carabina, e ai passerotti con l’arco, e anche stare su un ponte e gettare in acqua pezzetti di carta e fili d’erba. Ma la voluttà suprema era comprarsi un palloncino da bambini e corrergli dietro per campi e per boschi, evviva, evviva! aspettando di vederlo scoppiare col botto, come colpito da un proiettile invisibile. E quando negli ambienti scientifici qualcuno rammentava le loro glorie passate, le lotte spirituali, l’Analisi, la Sintesi e la loro fama irrimediabilmente svanita, loro si limitavano a rispondere con aria sognante: “Già, già, il duello… che botti, ragazzi!” “Ma professore,” esclamammo io e Roklewski che nel frattempo s’era sposato e aveva messo famiglia in via Kruzca. “Ma professore, lei parla come un bambino!” Al che il vegliardo ritornato bambino rispose: “Tutto è foderato d’infanzia.” 
Segnala

giovedì 10 ottobre 2013

Noi spacciatori di libri a Caterpillar

di Rosa Salamone

1 Ottobre, un martedì qualunque di un mese qualunque dall'impasto grigio umido. Finita la giornata lavorativa, vado a fare quattro passi su facebook, stando alla larga dai tuttologi, oratori da tastiera, pontificatori in pantofole che qui hanno traslocato in massa conquistando uno spazio in cui sbrodolare il loro ego elefantiaco (per molti aspetti facebook è una piazza nuova già vecchia). Giro un po' a vuoto, finché non trovo sulla pagina fb dell'isola un messaggio lasciato da Caterpillar: vogliono parlare con noi (scrivono).


Dopo pochi passaggi, fb - email - cellulare, vengo a sapere che loro come trasmissione stanno facendo quattro chiacchiere (non inchiesta) con i GdL presenti sul territorio italiano e vogliono conoscere il nostro gruppo attraverso un colloquio con noi (non intervista) lo stesso pomeriggio. Ovviamente non mi tiro indietro (tutto è così confidenziale e informale) e, dopo aver realizzato che Caterpillar è una trasmissione radiofonica di radio due (io mi muovo nelle frequenze della rivale radio tre), butto giù alcune idee, ipotetiche risposte ad ipotetiche domande.


Segnala

martedì 8 ottobre 2013

Gli impavidi lettori

di Manuela Lanieri

Rintanati sotto la volta dell'antica pescheria, desiderosi di esprimere un concetto che ci appartiene in qualche modo, di condividerlo con gli altri, attraverso la lettura di un testo che abbiamo accuratamente scelto per l'occasione, si è dato vita ad un'intensa conversazione ispirata.

Così, dopo aver attraversato vie di città invisibili, ci siamo ritrovati a prendere un tè nell'accogliente casa ordinata di una madre che ci racconta come il suo bambino sia partito per il nulla, dopo aver visto la balena divorare il tutto ed abbia attraversato ogni contraddizione della natura del "post-qualcosa", con la sua tutina della chicco, per poi capire che in fin dei conti, bastava semplicemente tirare i sassolini sull'acqua con tutti i bambini di mondi sconfinati che s'incontrano sulla spiaggia.

Ed improvvisamente, con il sapore delle pesche immerse nel vino rosso sulle labbra, guardando la strada deserta, realizziamo che neppure un nubifragio riesce a fermare il fervido desiderio di esprimere e condividere.

Abbiamo letto brani tratti dai seguenti libri:

      Segnala

      domenica 6 ottobre 2013

      E dargli spazio

      Ci buttiamo oggi, in occasione della sagra del pesco, nell'avventura della lettura: chi vuole porta con sé un libro e ne legge ad alta voce una pagina. 

      Un'avventura, nuova per noi lettori, abituati a condividere i postumi della lettura individuale, i suoi effetti collaterali. 

      Questa, invece, è voce e presenza nel qui e ora. È gesto e corpo che si espone al freddo e allo sguardo altrui. Manifesta cura e pazienza. E comunica che se c'è data una possibilità d'amore, di a-mors quindi privo di morte, è nel cercare e saper riconoscere, chi e cosa in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
      Segnala

      Articoli inerenti