domenica 24 novembre 2013

L'asino dell'abbecedario ha saputo insegnarmi a leggere

Chissà se aveva ragione Kafka quando implicitamente diceva che le metamorfosi arrivano di colpo: un secondo prima sei un commesso viaggiatore, uno dopo un mostruoso insetto che chiude il suo ciclo di esclusione dagli altri nell'animalità e nella morte. Quel che è certo è che le metamorfosi arrivano e non sempre sono controproducenti: noi come lettori siamo in viaggio e in metamorfosi continua grazie ai libri e all'incontro con gli altri, incontri e libri sempre più numerosi e non uno copia dell'altro. Come emblema di questa natura ibrida e mutante, non ci stanchiamo di ricordarlo, abbiamo scelto il Lucio dell'Asino d'oro di Apuleio che, da uomo, muta nell'animale più umile e cocciuto per eccellenza, l'asino, ed è proprio nella veste asinina che si fa esperto degli uomini.

Il manifesto ricorda quel che siamo, mutanti e lettori, in un'immagine di una bellezza perturbante che sembra cucita e urlata su misura per noi, in realtà è un'immagine di un giovane artista milanese, Maurizio L'Altrella, che gentilmente ci ha concesso. Il manifesto ricorda anche che il libro scelto per il prossimo incontro è Si riparano bambole di Antonio Pizzuto, scrittore sconosciuto ai più, definito il "Joyce italiano". Dicono sia un lungo flashback il suo libro con echi a tratti del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, a tratti del Fellini visionario e corale. Nell'attesa di leggerlo e di metterci in viaggio, scalcia per noi un verso di Jacques Prevert, a ricordarci che questo non è un asino: «l'asino dell'abbecedario ha saputo insegnarmi a leggere / a leggere davvero.»

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