mercoledì 16 ottobre 2013

L'isola degli asini ha letto 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla

Il 6 ottobre, in occasione della sagra del pesco e dell'incontro bagnato "Siamo tutti lettori", Giovanna ha letto un racconto tratto da 'Il cuore in una barca di carta' di Yousif Latif Jaralla dedicandolo a tutti quelli che iniziano un viaggio nella speranza di cambiare vita.

Nostro padre ci mandò nella città dei sette re.
Ci diede viatico e regali da portare.
Stette un giorno e una notte in preghiera.
Per il nostro viaggio.
Stette un giorno e una notte in preghiera. Per le nostre sorti.
egli accese il fuoco, egli sparse l’incenso.
egli versò il sangue di un gallo rosso per la sete degli spiriti.
E, tutto un giorno e una notte, egli danzò con gli antenati.
Poi all’alba il fuoco si spense… l’ultimo gentile filo di fumo si dileguò. Nostro padre, rimase sulla terra singhiozzante. E come chi non ha più nulla da fare. Come chi si rassegna al dolore di un decreto. Si acquietò, si alzò, e trascinò il suo corpo sfinito nel buio della capanna e quando usci vidi che ha messo una tunica rossa.. ci diede il viatico e i doni da portare. Ci accompagnò fino alla sponda del fiume, e ci mandò nella città dei sette re.

Povero padre mio.
tanti venti sui nostri volti
tanti venti turbinavano nei nostri cuori,
e
Silente fu il nostro cammino …
Allo spuntare dell’undicesimo sole, la città apparve come ce la descrisse nostro padre:

- Tre deserti attraverserete, ci disse e tre foreste: quella della pioggia, poi quella del silenzio, e a nord, ci sarà foresta degli antenati… e poi vedrete la mura della città: lunga con un stretto varco... ne soglia ne porta, ne cancello... bassa come lo steccato di una fattoria. E camminerete ancora, fino ad arrivare all’immenso bastione… otto cancelli doppi come entrate… dietro ogni cancello ci sarà un re e due bestioni… il re vi offrirà un tozzo di pane e tazza di latte di capre, tranne l’ottavo cancello, ne re ne bestie... e chi, di voi, non gli verrà dato nulla allora saprà che, ha varcato l’ottavo cancello e che: è nelle braccia del re cieco, quello che ha due diamanti come occhi e il grido straziante di un (gabbiano).

Ahimè,a chi di voi toccherà quell’abbraccio...
Ahimè a chi di voi toccherà sentire quel grido...
state attenti ai vostri cuori e state attenti alla vostra sorella, unica figlia che ho.
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