domenica 1 marzo 2015

Conversazioni a Borgo Cascino, Enna. Sicilia, forse.

Chi gioca solo non perde mai. Questa è una delle perle, marce, di saggezza tramandataci dai nostri padri, a ricordarci che è bene diffidare di ogni forma di "associazione" che, per un automatismo del linguaggio e del pensiero, è sempre "a delinquere". Noi che si gioca insieme ad altri lettori e che, di volta in volta, si è aperti al nuovo e all'imprevisto, di conseguenza, si perde sempre. 

Con quest'alzata di bandiera bianca, vi invitiamo, lettori e perdenti, a leggere un libro datato 1941 odissea in Sicilia, scritto da un siciliano trapiantato al nord, Elio Vittorini, e che s'intitola Conversazione in Sicilia. Su questo libro il sangue di molti critici è stato versato, ne raccogliamo alcune gocce: "viaggio poetico impressionistico", "viaggio poetico morale per recuperare il perduto senso eroico di sé" "discesa alle madri" "ritorno alle origini". Dopo tanto spargimento di sangue, noi, stringi stringi, si dice che è la storia di uno che ritorna nella sua terra, forse la Sicilia, e vi ritrova un "mondo offeso" e sconfitto, siamo ai tempi del fascismo imperante. Il romanzo, fino al midollo, ha un tono lirico e fiabesco ed è una selva oscura di simboli, messi lì per aggirare la censura e far "sfirniciare" ovvero "scervellare" il lettore nel tentativo di decifrarli.

Precipitatevi, lettori e perdenti, a comprare o recuperare dagli scaffali della vostra libreria, il suddetto libro, a leggerlo o rileggerlo e poi, se vi aggrada, a conversare con noi del libro, sabato 28 marzo a Borgo Cascino, uno dei borghi voluti proprio dal fascismo nell'ambito del programma di ripopolamento e riforma agraria del latifondo siciliano, sopravvissuto all'abbandono e popolato da una sessantina circa di persone. 
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martedì 10 febbraio 2015

Ritratto in divenire di un gruppo di lettori

Era il luglio del 2014 e a Fahrenheit, il programma radiofonico di radio 3, si parlava di gruppi di lettura. Un'occasione ghiotta per noi lettori dell'Isola degli asini che da sempre abbiamo cercato il confronto con altri lettori. Abbiamo subito buttato giù una mail, destinatario fahrenheit, che per sommi capi ci descrivesse e che Loredana Lipperini ha letto nella puntata andata in onda il 28 luglio e di cui, ahimè, non è possibile reperire l'audio sul podcast.

A quella mail, hanno fatto seguito diverse reazioni, sia su facebook sia concretamente, facendo arrivare nel gruppo persone che ora ne sono parte integrante.

Riproponiamo la mail e le reazioni anche se a distanza di tempo e anche se alcune dinamiche da allora sono cambiate. Le riproponiamo per conservare memoria, nel nostro piccolo, di chi siamo stati e siamo, del nostro essere in divenire, ritratto mosso di un pugno di lettori.
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domenica 1 febbraio 2015

È finita la morte

di Agata Fragola

Se è vero che ogni lettura rimanda ad altre letture anche in questo caso nel rileggere il romanzo di Tolstoj, la figura di Ivan mi ha riportato alla mente Z. il protagonista del romanzo “La sorella” di S. Marai.

Entrambi i personaggi infatti, subiscono una metamorfosi forzata, e l’irrompere della malattia sarà per loro occasione di “inversione” (non mi piace parlare di redenzione, termine troppo connotato di religiosità).

Così nel bel mezzo del cammin di loro vita, una vita vissuta alla ricerca del decoro (termine che ritorna più volte) secondo le regole della buona società, insomma una vita di finzione, interviene la malattia a ricordar loro che ciò di cui si erano nutriti e che avevano costruito, altro non era che un imbroglio. 

“….un enorme imbroglio che gli nascondeva la vita e la morte.”


E dunque Ivan dove si colloca? In questa vacatio, tra la vita e la morte capisce che non aveva vissuto ma era stato vissuto, questo vuoto di senso è l’horror vacui che prova anche Z. il pianista.
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lunedì 26 gennaio 2015

Vita e morte a Centuripe

di Orazio Crispo

   Ci avevamo sperato. Ci avevamo sperato perché la sede pareva quella delle occasioni importanti, dato che a nostra disposizione sarebbe stata messa la sala consiliare, il luogo dove si esercita la democrazia e dove il diritto di parola è sacro.
Il posto perfetto per gli Asini.

   Ma quando a darci il benvenuto è arrivato un impiegato comunale rigido e palesemente irritato dalla nostra presenza, abbiamo capito che avevamo atteso invano. Perché la politica non ama la cultura, non la capisce e cerca di sopportarla come un fastidio, un capriccio, una futilità opprimente…

   Purtroppo, quella sala consiliare si è rivelata come un luogo estraniante, immobile e disabitato da tempo: plafoniere senza vetri, finestre rotte, sedie consunte.
A cosa può servire un luogo così?


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giovedì 15 gennaio 2015

La vita e la morte di Ivan Il'ič a Centuripe

Nel regno del facciamo finta che, apri un libro candidamente poggiato sul comodino e ti ritrovi a San Pietroburgo e dintorni, a vivere, nel giro di poco inchiostro e ore, l'ascesa e discesa a precipizio del borghesissimo procuratore Ivan Il'ič. La sua vita vissuta all'insegna della convenzione e forma. La sua morte vissuta all'insegna della crisi e del ravvedimento.



Voi, dovunque siate, tra le mura domestiche o nel tran tran del traffico cittadino, lasciatevi turbare e attraversare dalla caduta di Ivan, dal suo grido ininterrotto per tre lunghi giorni, dal rene mobile, dall'alienazione familiare. Di questa lettura, dei suoi strascichi e sedimenti, calchi e rigurgiti di senso fatene, o meglio facciamone, moneta di scambio a Centuripe, il comune più ad est della provincia ennese, noto per la sua disposizione a stella su un'altitudine di 733 metri, noto per le sue radici lontane risalenti a oltre 4000 anni fa, di cui si trova testimonianza nel museo civico nei vari siti archeologici, noto ancora per la massiccia presenza di zolfatare e produzione di ceramiche. A sabato 24 gennaio, quindi, nel paese stella di Centuripe e la vita e la morte di Ivan Il'ič.


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lunedì 22 dicembre 2014

La passeggiata

di Orazio Crispo

Che l’impresa sarebbe stata ardua è apparso subito chiaro a tutti. 

Alcuni dei convenuti (da terre assai lontane) hanno esibito generi di conforto esoterico: una rosa è stata posta su una sedia vuota, omaggio dovuto al mentore della serata, mentre una granitica piramide egizia formato ridotto) è stata collocata sul magico suolo, giusto per invocare le grazie di Iside… 

Perfino il nostro filosofo di riferimento è arrivato protetto dal sacro Tempio famigliare. A vegliare su tutto questo l’ombra rassicurante del paese di Villa Rosa, come a chiudere una cerimonia propiziatoria alla lettura dell’Asino d’oro di Lucio Apuleio.

Tanto spiegamento di forze non si spiega che in un modo: commentare un classico del II secolo a.C. non e’ proprio una passeggiata ma una scalata ardua verso le ripide vette dell’interpretazione.

Questo libro denso di storie e di miti è parso enigmatico, forse perché i mille risvolti magico-esoterici contenuti nel testo si sono persi nel tempo e nello spazio. 


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sabato 20 dicembre 2014

Le verità dissolute

di Cateno Tempio

Ridotta all'osso, la magia è la convinzione che si possa cambiare la natura delle cose a mezzo di parole. Chi dunque crede che la cultura possa cambiare le cose, professa una fede ‘magica’.

L’Isola degli Asini si è riunita a Villarosa il 12 dicembre, per parlare di un libro sulla magia, quel tragicomico, divertente, angosciante, misterico, iniziatico Le metamorfosi o L’asino d’oro di Apuleio. E noi che asini siamo – come asino diventa Lucio, il protagonista –, quando ci ritroviamo per parlare di un libro, per parlare di parole, non siamo forse degli apprendisti stregoni? Magari non tragici, ma maldestri come l’apprendista della ballata di Goethe, o simpatici come nella trasposizione disneyana in Fantasia.

Come sempre, quando si parla di un libro si finisce col parlare di tanti altri libri. Così Lucio ha continuato le sue metamorfosi: da discorso asinino, s’è fatto rito iniziatico (con un piccola piramide posta al centro: i sempre azzeccati oggettini che portano Orazio e Agata, presenze immancabili, contribuiscono a creare l’atmosfera giusta. Piramide e rosa: nel segno di Iside), poi l’asino s’è travestito da Wittgenstein, per andare a parare sugli spruzzi escrementizi di certa arte contemporanea, contornati da un grande silenzio.


Gli intervenuti per la prima volta ora ridacchiavano divertiti, ora stupiti ci guardavano un po’ perplessi. Fa strano discutere di un libro asinino senza pompa magna, senza accademicità, senza pretendere ruoli cattedratici, ma così, come si parla tra amici, tutti seduti in cerchio, liberi di parlare senza ambire al possesso di verità assolute. Semmai, anzi, dati gli argomenti, ci crogiolavamo a svelare verità dissolute.

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