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lunedì 22 dicembre 2014

La passeggiata

di Orazio Crispo

Che l’impresa sarebbe stata ardua è apparso subito chiaro a tutti. 

Alcuni dei convenuti (da terre assai lontane) hanno esibito generi di conforto esoterico: una rosa è stata posta su una sedia vuota, omaggio dovuto al mentore della serata, mentre una granitica piramide egizia formato ridotto) è stata collocata sul magico suolo, giusto per invocare le grazie di Iside… 

Perfino il nostro filosofo di riferimento è arrivato protetto dal sacro Tempio famigliare. A vegliare su tutto questo l’ombra rassicurante del paese di Villa Rosa, come a chiudere una cerimonia propiziatoria alla lettura dell’Asino d’oro di Lucio Apuleio.

Tanto spiegamento di forze non si spiega che in un modo: commentare un classico del II secolo a.C. non e’ proprio una passeggiata ma una scalata ardua verso le ripide vette dell’interpretazione.

Questo libro denso di storie e di miti è parso enigmatico, forse perché i mille risvolti magico-esoterici contenuti nel testo si sono persi nel tempo e nello spazio. 


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sabato 20 dicembre 2014

Le verità dissolute

di Cateno Tempio

Ridotta all'osso, la magia è la convinzione che si possa cambiare la natura delle cose a mezzo di parole. Chi dunque crede che la cultura possa cambiare le cose, professa una fede ‘magica’.

L’Isola degli Asini si è riunita a Villarosa il 12 dicembre, per parlare di un libro sulla magia, quel tragicomico, divertente, angosciante, misterico, iniziatico Le metamorfosi o L’asino d’oro di Apuleio. E noi che asini siamo – come asino diventa Lucio, il protagonista –, quando ci ritroviamo per parlare di un libro, per parlare di parole, non siamo forse degli apprendisti stregoni? Magari non tragici, ma maldestri come l’apprendista della ballata di Goethe, o simpatici come nella trasposizione disneyana in Fantasia.

Come sempre, quando si parla di un libro si finisce col parlare di tanti altri libri. Così Lucio ha continuato le sue metamorfosi: da discorso asinino, s’è fatto rito iniziatico (con un piccola piramide posta al centro: i sempre azzeccati oggettini che portano Orazio e Agata, presenze immancabili, contribuiscono a creare l’atmosfera giusta. Piramide e rosa: nel segno di Iside), poi l’asino s’è travestito da Wittgenstein, per andare a parare sugli spruzzi escrementizi di certa arte contemporanea, contornati da un grande silenzio.


Gli intervenuti per la prima volta ora ridacchiavano divertiti, ora stupiti ci guardavano un po’ perplessi. Fa strano discutere di un libro asinino senza pompa magna, senza accademicità, senza pretendere ruoli cattedratici, ma così, come si parla tra amici, tutti seduti in cerchio, liberi di parlare senza ambire al possesso di verità assolute. Semmai, anzi, dati gli argomenti, ci crogiolavamo a svelare verità dissolute.

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domenica 23 novembre 2014

Per una convocazione al viaggio

Lettore, eccoti nuovamente convocato per un nuovo viaggio. Mettiti comodo e non addurre scuse di altri impegni e faccende ché il tempo per un viaggio siffatto lo si trova sempre (basta una manciata di ore al dì), e non solo il tempo si trova, ma anche le risorse economiche (giusto quelle relative all'acquisto del libro, edito anche in edizione economica, sappilo) e, infine, le risorse immaginative (ebbene sì, si viaggia soprattutto con l'immaginazione, mi auguro che tu ne abbia una gran scorta). 

Si va in Tessaglia, non l'odierna, troppo facile, ma la Tessaglia del II secolo dopo Cristo, a braccetto di un giovane Lucio che, per errore, viene mutato in asino. Quindi, sarebbe più esatto dire, si va a dorso del giovane Lucio che, sotto la veste asinina, vive mille e più vicissitudini che lo portano a contemplare da vicino gli uomini e le loro passioni, finché, grazie all'intervento della dea Iside, riacquista le fattezze umane. 

Questo, per sommi capi, è il viaggio cartaceo, segue poi il viaggio fisico vero e proprio, lettore, quello in cui tu venerdì 12 dicembre andrai alla volta della biblioteca di Villarosa, comune posto in una conca ai piedi del monte Giurfo e tra due fiumi d'acqua salata e dolce, rispettivamente il Salso e il Morello, così recita la libera e virtuale enciclopedia di wikipedia. Lì incontrerai altri lettori che, come te, sono muniti delle stesse risorse, di cui si diceva sopra, più un'altra, fondamentale, la risorsa sociale (che altro non è se non la capacità di stare e discutere con altri, nel nostro caso, di discutere de L'asino d'oro di Apuleio). Giunto alla fine di questa duplice convocazione, lettore, resisto alla tentazione forte di piazzare lì una frase "effetto baci perugina" sul libro, sul leggere, sulla condivisione e affini, e semplicemente ti auguro un buon viaggio, anzi te lo dico in inglese, good travel, ché nel suono e nell'etimologia, ricorda quel travaglio e quel patire necessario ad ogni conquista degna di memoria.
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sabato 14 giugno 2014

Viaggio nell'happyfania della provincia ennese

di Rosa Salamone

Quale maggior supplizio per gli alunni che ritornare sui banchi di scuola dopo le vacanze, ogni tipo di vacanze, e trovarsi di fronte ad una pagina bianca da riempire con un racconto sulle vacanze stesse? Il suddetto supplizio è stato inflitto anche ai miei alunni, precisamente al rientro delle vacanze natalizie, anche se a loro in realtà piace molto raccontarsi. In uno dei testi, un alunno aveva scritto “happyfania” al posto di “epifania” meritandosi un bel punto interrogativo. Ho scoperto, in seguito, che la trascrizione di “Happyfania” era stata usata nella pubblicità di un noto marchio di cioccolati, la Kinder, di cui l’alunno avrà fatto un consumo eccessivo con danni irreversibili in campo ortografico. Ci ho riso su concludendo che, se l’epifania etimologicamente è la manifestazione di una qualche divinità, l’happyfania potrebbe essere la manifestazione di una qualche felicità. 
Una felicità da pubblicità, da golosi, da scorrettezza ortografica, ma pur sempre una felicità.

La stessa felicità circola nei video amatoriali costruiti sul ritmo trascinante della canzone Happy, cantata dallo statunitense Pharrel Williams. I video amatoriali vedono, come protagonisti, persone comuni di ogni latitudine le quali ballano e si muovono in luoghi altrettanto comuni per i motivi più disparati: divertimento, autopromozione, vanità, pubblicità. Non sarà la felicità come diritto sancita nella Dichiarazione d’indipendenza americana, forse ricorderà più da vicino la felicità cantata da Albano e Romina Power, quella del bicchiere di vino, con un panino, eccetera, o la felicità da parrocchia del “Se sei felice e tu lo sai, batti le mani”, ma è pur sempre una felicità. 

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