sabato 18 giugno 2016

Dove eravamo rimasti?

di Rosa Salamone

Dove eravamo rimasti? Ah, che avremmo letto la Colazione dei campioni di Kurt Vonnegut, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo Milano, una milano seducente con il suo canto da sirena, graffiante con la sua corsa da coniglio bianco, una milano piovra con i suoi mille tentacoli che ti avvinghiano ad uno spettacolo, ad un evento, ad un incontro e quando vorresti buttar fuori la testa per una boccata d'aria, ti ritrovi lì sempre tutt'uno con l'acqua. Questa è Milano, per ora. Questa è l'isola, per ora, tra due sponde che sono il dire e il fare.

Poi ieri arriva una telefonata, sono dei ragazzi e ci chiedono se vogliamo far parte come gruppo di lettori di una tre giorni di cultura, arte, artigianato, altro a Troina, la città che per me, in questo momento, è simbolo di una Sicilia combattente con il suo sindaco, ahimè, sotto scorta per aver denunciato la mafia dei pascoli.

D'istinto la risposta è sì, il raziocinio con il suo carico di domande viene dopo. Cosa proporre in concreto? La nostra solita formula: lettura individuale prima, commento collettivo poi, mi sta un po' stretta nella misura in cui coinvolge solo lettori forti che ben vengano e lettori audaci disposti a condividere un opinione con sconosciuti, di questi lettori però, dopo aver girovagato in lungo e in largo per l'ennese, nemmeno l'ombra o poca cosa, per addolcire il tiro. Tanti curiosi, per carità, tanti sostenitori a distanza, tanti consiglieri in pantofole, tanti saputelli virtuali.

Pensavo ad una sorta di via crucis laica, una camminata a salire e scendere per Troina con il libro protagonista, ipotesi che venne fuori da una vecchia discussione virtuale fatta su facebook. A questo punto la domanda, anzi le domande sono, quale libro? Un libro già letto? Perché no, ad esempio, Una storia semplice di Leonrdo Sciascia, che si veste bene con il luogo e la situazione in cui saremo? O un libro non ancora letto? Uno o più libri? Solo da leggere o anche da commentare? Ecco, a questo punto in cui tarare una nuova formula dell'isola entrate in gioco voi, lettori forti e audaci, curiosi, sostenitori, consiglieri, saputelli, buttate qui e giù la vostra proposta, magari potrebbe esserci d'aiuto. Non importa a quale tipologia apparteniate, io le attraverso tutte a fasi alterne, l'importante è ragionare insieme. 
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domenica 24 gennaio 2016

Arance amare

di Orazio Crispo

L’occasione storica, la location ottima, il libro provocatorio. Proprio così, un manipolo di Asini in formato legione straniera ha proposto e commentato Leonardo Sciascia a Milano!


Operazione complessa la lettura, analitica e politica al contempo; dagli Asini è stata sottoposta anche all’erranza geografica, alla migrazione letteraria…  Così si è passati in fretta dal placido e sonnacchioso errare ennese allo svelto pedalare milanese.

Rinnovamento, ritmo, velocità, dinamismo. 

Milano, città futurista per definizione, subirà, d’ora in poi, anche il tempo rallentato degli Asini, con la lettura sottoposta ad un metronomo aperto e senza frenesia, un adagio dilatato.



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sabato 9 gennaio 2016

Una storia semplice

La passione per la lettura e l'erranza dopo averci portato in lungo e in largo per tutti i paesini dell'ennese, ci ha tirato per la giacchetta e trascinato in altre latitudini. Saremo a Milano, per questo mese e incontro, non nella Milano da bere, entrata per osmosi nell'immaginario di noi telespettatori, ma nella Milano dove ogni giorno sgomitano tante culture e lingue, ossia al Parco Trotter, luogo che nel corso del tempo ha mutato più volte veste e funzione: ippodromo fino agli anni '20; scuola speciale per tubercolotici e bambini gracili poi; istituto comprensivo dall'infanzia alle medie, infine, con la funzione sociale, per la sua particolare collocazione territoriale, di aggregare e lavorare su persone provenienti da mondi diversi.

Qui, dico a te lettore, sei invitato a dialogare del libro di Leonardo Sciascia, Una storia semplice, lungo racconto o romanzo breve pubblicato postumo, nel 1989, per volontà dell'autore che rientra nel genere del poliziesco con tanto di morto e indagini, indizi e false piste, altri morti e traffici illeciti, insabbiamento e impunità finale. Una storia semplice, insomma, che semplice non è.

Un dialogo che, come in ogni gruppo di lettori che si rispetti, non prevede lezioni, professori, cattedre, ma semplicemente lettori, lettori e lettori ancora che mettono la propria pelle sul tavolo, altrimenti è pura tiritera, citando e alterando Céline.
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sabato 2 gennaio 2016

La casa vuota

di Orazio Crispo

Mi piacerebbe pensare alla lettura come ad una metafora, la metafora dell’accoglienza.

Cosa mai potrebbero essere la cultura, la riflessione, lo studio se non l’atto, l’azione di accogliere qualcosa di nuovo, di diverso, di impensato?!

Aprirsi alla lettura condivisa significa, magicamente, ricevere il dono del pensiero. Dal confronto nasce uno scambio legato alle emozioni e al piacere di incontrare ciò che è altro-da-me, il “pensato” di un altro lettore. L’alterità è arricchimento, accoglienza sinaptica, aggregazione maieutica.

L’isola degli Asini nasce proprio da questa voglia di conoscere e scambiare idee su fatti letterari, su ipotesi romanzate, su vite narrate al lume della Lingua.

Nonostante questo, la Casa della Cultura di Piazza Armerina ci ha accolto nel vuoto, nell’assenza assoluta di comunicazione, di persone fisiche, di pensiero.

Vuota di suppellettili e bianca di pareti la casa è ciò che sembra: la metafora di un’assenza. Tuttavia, questa mancanza è stata subito riempita dal compìto vociare degli Asini e dal loro solitario riunirsi, dalla voglia di incontrarsi sotto la protezione del Nume Tutelare di Carta, portatore di pensieri e di azioni.








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lunedì 7 dicembre 2015

L'atlante delle nuvole a Piazza Armerina

C'è una frase di Jorge Luis Borges, uno dei più grandi scrittori del novecento come lo appella con fare sbrigativo il signor wikipedia, una frase che è gioia e delizia per ogni lettore ed è questa: "Che gli altri si vantino delle pagine che hanno scritto/io sono orgoglioso di quello che ho letto."

Noi che non possiamo sbandierare il vanto d'esser scrittori, ci limitiamo ad accodarci al vanto d'esser lettori rincarando la dose però, come direte voi, semplicemente aggiungendo a quei libri letti l'averli anche commentati e discussi con altri lettori e facendo lievitare così sul testo un extratesto, una ragnatela di rimandi, aneddoti, collegamenti con altre letture, cazzeggio, varie ed eventuali che nessuna lettura in solitaria potrebbe eguagliare. Una lettura che va per moltiplicazione e dilata l'esistenza, questo il nostro vanto.

Chiunque sia lettore e curioso può verificarlo di persona personalmente discutendo, lunedì 28 dicembre, nella casa della cultura di Piazza Armerina, del libro di David Mitchell, L'atlante delle nuvole, un romanzo articolato in sei storie che differiscono tra loro per stile, genere e ambientazione, è sempre il signor wikipedia la fonte di quest'ultima frase pic indolor. 

Stringi stringi questo è il solito invito, a leggere un libro e condividere la lettura. Chi c'è bene, chi non c'è bene comunque. 



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venerdì 4 settembre 2015

È viva la lingua o evviva la lingua?

di Agata Fragola

Che poi, dico, che ci avevano da fare di tanto importante ieri gli asini assenti? 
Dove hanno preferito errare disertando l'incontro?

Perché di sicuro hanno 'errato', infatti si sono persi una magnifica serata!

A Barrafranca, seduti in 'esoterico circolo', asini vecchi e nuovi si sono confrontati scambiando opinioni e sentimenti suscitati da un romanzo giallo con la copertina nera.




Sedie in sovrannumero hanno ospitato nuove presenze... (APPROPOSITO:  ci avete fatto caso che una di esse contiene nel cognome, anagrammato, il gene dell'asinitudine? forse un caso non è!).

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mercoledì 5 agosto 2015

I Fantastic Five a Barrafranca

Il libro scelto per il prossimo incontro è del contemporaneo Massimo Roscia (con questo cognome che ricorda un noto test per l'indagine della personalità) e s'intitola La strage dei congiuntivi. Scrive lo stesso autore: «E niente…… La stragge dei congiuntivi – lo sò percerto avendolo scritto io – non è un manuale di grammatica o un saggio di linguistica (non ostante le migliore intenzione, non ne avessi avuto le giuste conpetenze), ma puo’ essere considerato, sic et simplicita, un romanzo, piuttosto che un noir, piuttosto che un giallo, piuttosto che un poliziesco. La storia ke ho immaginato e quà vi racconto, io credo che è propio semplice: Dionisio e altri quattro stravacanti personaggi (un’analista senzoriale, un bibbliotecario, un dattilo scopista della polizia e un prof di letteratura sospeso da l’insegnamento a tempo indeterminato) non c’è la fanno piu’ a sopportare i continui mal trattamenti a cui, avvolte, è sottoposta la lingua italiana e decideno di reaggire. E lo fanno in maniera importante, violenta, incredibbile, plateale, taumaturga, stringendo intorno a se i colpevoli in un’abbraccio mortale

I cinque protagonisti sono veri e propri paladini del congiuntivo, giustizieri degli errori e dell'ignoranza, difensori della lingua e della sua bellezza. Dopo i Fantastici Quattro (o Fantastic Four abbreviato in FF), il gruppo di supereroi degli anni '60 partoriti dalla Marvel, ecco a voi, quindi, i Fantastici Cinque (o Fantastic Five abbreviato in FF), i supereroi protagonisti del libro di Massimo Roscia, pronti a tutto, anche ad uccidere, pur di salvare la grammatica. Di questa lotta impari e di questo libro a noi contemporaneo ne parleremo a Barrafranca giovedì 27 agosto. Principiatene la lettura, se volete, e siateci a Barrafranca da lettori e non lettori.
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