martedì 23 luglio 2019

L’apocalisse e nessun clamore

   Dissipatio H. G. di Guido Morselli, scritto nel 1973 e pubblicato postumo, è un libro post-apocalittico in cui il genere umano è evaporato/dissipato/involato e il protagonista, senza nome, è il solo essere umano rimasto in vita che si aggira/peregrina/erra tra macchine ancora funzionanti nonostante l’assenza dell’uomo, tracce sonore in asincrono che raccontano una vita che c’era e non c’è più e, infine, la natura che si riprende placida i suoi spazi, ignara dell’umanità. 

   Di questo libro, dove nulla succede e tutto è già accaduto, ci ritroveremo a discutere/divagare/viaggiare nel luogo di un’altra apocalisse, tutta siciliana, i treni e le loro stazioni, esattamente ci ritroveremo nella stazione di Dittaino, ridotta a poche corse, lunedì 19 agosto alle ore 19.00, tra capannoni vuoti/treni in disuso/binari morti, insomma in un paesaggio post apocalittico che fa pendant con il libro stesso. 

   Venite muniti di una sedia ed una buona dose di ironia, la stessa che il protagonista esercita per tutto il libro, ironia e tanta per sopravvivere alla discussione/serata/vita.
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domenica 30 dicembre 2018

Sulla strada di casa

di Orazio Crispo
   Così come ogni racconto ha una trama, così ogni vita porta con sé un prezioso ordito, tessuto con il filo tenue dell’esistenza. 

   Ancora una volta, sotto una volta fatta a botte, gli asini si sono riuniti. 
…Eccoci dunque alla resa dei conti, alla resa dei libri. 


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domenica 2 dicembre 2018

L'isola degli asini ci porta nella Strada di Swann

Il cammino dei lettori erranti è ondivago, senza tempo ma ostinato come un ciuco,  il prossimo incontro sarà a Leonforte alle ore 18, di fronte la Granfonte, all’interno del locale Camurria, intorno a un libro poco natalizio come La strada di Swann di Marcel Proust.


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giovedì 3 agosto 2017

Figli del silenzio e del convivio, i libri e le letture

Il libro è L'eroe della montagna. Ascese e cadute di Marco Pantani.
Il luogo è il sagrato della chiesa di Santa Croce a Leonforte.
Il giorno è domenica 13 agosto.

Ma non pensate che il libro sia un libro qualunque, a scriverlo è un regalbutano specializzato in storia della filosofia, collaboratore di sitosophia, docente precario, dongiovanni, grafomane, che qui si misura con la storia di un mito del ciclismo, Marco Pantani, e ne racconta le gesta come fosse un eroe tragico adottando il punto di vista di un ciclista mite e mediocre.
Non pensate che il luogo sia un luogo qualunque, è un altura che domina il centro storico del paese e che, abbandonato per buona parte dell'anno, rivive e si anima in occasione dei riti della settimana santa con processioni e rappresentazioni, fuochi e preghiere. Noi in processione laica andremo a rappresentare noi stessi, lettori, e il dialogo sul libro che nasce dal desiderio di capire non di avere ragione, come recitava una vignetta di Mafalda, dal desiderio di incontrarsi non di mettersi in mostra.

Il libro, quel figlio del silenzio come lo chiamava Proust, ringrazierà se per una serata si farà baldoria, analisi, convivio, scambio. Noi, asini e lettori, pure.
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giovedì 8 dicembre 2016

Murakami a Regalbuto

Un libro non è un susseguirsi di pagine e storie stampate una volta per tutte, ma un susseguirsi di caratteri mutanti, nuvole nere che cambiano con il lettore che legge e leggendo interpreta.

Kafka sulla spiaggia, scritto da Murakami nel 2002 e tradotto in Italia nel 2008, è la storia parallela di un quindicenne in fuga dal padre e da una profezia e di un anziano signore, tanto sciocco quanto dotato di poteri singolari, alla ricerca della pietra dell'entrataLe loro storie si sfiorano, si condizionano reciprocamente fino a convergere nella figura di una donna misteriosa e fuori dal tempo.

Il seguito di questa tiritera lo conoscete già, è il solito e convinto invito a leggere il libro per discuterne con altri lettori presso l'associazione I vaneddi dell'arte di Regalbuto lunedì ventisei dicembre. Siateci perché il garbuglio della trama, fitta di simboli e metafore, a metà tra tragedia contemporanea e romanzo di formazione, che alterna e confonde sogno e realtà e contamina icone della società capitalistica con i miti della tragedia greca, necessita di lettori ed esegeti consapevoli che non sempre è dato capire ciò che si legge.
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domenica 4 settembre 2016

E adesso pubblicità

di Sergio Salamone
 
   Non c'è di meglio che discutere di Vonnegut in una grotta vicino a un castello perché si inciampa negli eccetera eccetera eccetera, ci si fa consumatori di storie e fantastorie, magari addentando un'archetipica, siculissima melanzana, scoperchiati da un vento siderale, e accesi, quasi scoperchiati, dalla luce delle candele. Magari più consumatori che lettori, dato che lo scrittore americano, sogghignando, centrifuga concetti, parole, disegni, ci spalanca le porte del surrogato per spiattellarci la nostra ormai inevitabile artificialità. E per fare questo, alcuni tra noi, hanno pescato, tra le pagine, anche una certa, non apprezzata, artificiosità. Non io, ovviamente, che ho proposto La colazione dei campioni, assai cosciente di quanto sia deflagrante. E forse perfino indigeribile con tutto quello sparigliare le carte, quello sbadigliare sull'uomo, quel segnare il banale e il paradosso. Se la Bibbia, il libro per eccellenza della letteratura occidentale, inizia con una creazione poetica e mitica, Vonnegut ci fa iniziare il suo viaggio con un buco di culo, che è quasi un buco nero, siamo nel territorio alquanto incerto del romanzo di genere fantascientifico, ma lo definirei di "degenere", che tutto risucchia e tritura.
 
 
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sabato 13 agosto 2016

Contro la musica

di Orazio Crispo

1.
Finalmente ho capito, dopo tanti anni, la conclusione di un piccolo saggio di Manlio Sgalambro intitolato Contro la musica.
L’ho capito riflettendo tra me e me dopo l’incontro asinino, assise divenuta ormai ciclica e cardinale, ma sempre foriera di epifanie letterarie e amicali. 

Scriveva Sgalambro nella chiosa del suo pamphlet: “Chi ascolta veramente, ascolta l’ascolto. Chi ascolta veramente, ascolta la fine del mondo”.
Mi chiedevo cosa potesse mai rappresentare questa ipotetica fine del mondo.
Forse questa sparizione del mondo non è la fine del genere umano deflagrato al tramonto ma la fine dei concetti e dei pre-concetti sul mondo e sulle cose.
È la messa in discussione delle proprie visioni, la dissoluzione dei punti di vista assoluti…

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