sabato 26 febbraio 2011

Il primo raglio

di Rosa Salamone
Ieri il primo raglio.




A tarda ora si è svolto l'incontro della Comunità dei lettori erranti. Uno sgomitare di giovani ha travolto la libreria e anche se a disagio sulle sedie, la gioventù si sa sciaborda, fluttua, straborda, ha ascoltato la presentazione della Comunità, fatta dalla sottoscritta, che, con l'ausilio di cinque mappe, ha tentato di raccontare il perché di una Comunità di lettori e il perché del nome, l'isola degli asini. 

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venerdì 18 febbraio 2011

L'appuntamento

di Rosa Salamone

Cari lettori erranti,
riprendiamoci il paese luogo di sguardi parole passi non orinatoio
riprendiamoci un libro sottobraccio baricentro di senso non posa
riprendiamoci il tempo dell'ascolto non dello sputo
incontriamoci venerdì 25 febbraio ore 21.00
alla libreria Il punto di Leonforte
sediamuniti.
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martedì 15 febbraio 2011

Comunicazione di servizio

Questo non è un post, ma una comunicazione di servizio. A causa di problemi tecnici, a volte l'e-mail lisoladegliasini@gmail.com fa le bizze e rispedisce al mittente l'e-mail inviata all'isola, muro di gomma pare. Quindi è stata sostituita con una nuova, lisoladegliasini@hotmail.it, nella speranza che non s'incapricci anche questa e che numerose arrivino le mail di commenti, suggerimenti, altro.

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sabato 5 febbraio 2011

Tirando le somme

di Rosa Salamone
Una bussola per il primo incontro

Ieri alla libreria con Angela e Carmelo a parlare di Gruppi di Lettura, di psico (e non è un lapsus) intellettuali, di pessimismo siculo, della difficoltà a  pubblicizzare la Comunità, della nostra disabitudine al dialogo.
A parlare in libertà con persone appena conosciute.
Ora mi chiedo, ma dove sono state finora queste persone, curiose e disinteressate? 
E come loro ce ne sono altre disposte al confronto intorno a un libro?
Questa è la scommessa.
Riuscire a mettere insieme persone che altrimenti non si sarebbero mai incontrate. E farle dialogare e crescere. 
Se leggere è viaggiare, essere dove non si è, perché non fare questo viaggio in compagnia?
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mercoledì 2 febbraio 2011

Un nostro colloquio con Luca Ferrieri

di Rosa Salamone

Luca Ferrieri è attuale Direttore dei servizi culturali e bibliotecari del comune di Cologno  Monzese, ha scritto molti articoli sui Gruppi di Lettura (GdL), reperibili su Internet, e un vademecum di autodifesa, Il lettore a(r)mato, edizioni millelire.

Quando e dove nascono i primi GdL e soprattutto a quale esigenza rispondono? 
In Italia la nascita e il primo sviluppo dei GdL si possono datare intorno agli anni 2003-2005 (in questi anni nasce il primo e principale blog dei gruppi di lettura; nel 2006 si tiene il raduno nazionale di Arco di Trento, ecc.). In precedenza c'erano stati dei tentativi pionieristici, come quello della biblioteca di Cologno Monzese che negli anni 90 aveva attivato dei gruppi di lettura, ancora troppo simili, però, a dei gruppi di studio o a dei seminari. Soprattutto c'era stata la grande esplosione dei gruppi di lettura nei paesi anglosassoni, con 50.000 gruppi attivi in Gran Bretagna e 500.000 negli U.S.A. L'esigenza da cui essi nascono è difficilmente riassumibile in poche parole ed è diversa a seconda della tipologia dei gruppi di lettura. Come dice la Guida ai gruppi di lettura della New York Public Library, non esistono due gruppi di lettura uguali l'uno all'altro. In generale, e con una certa dose di semplificazione, potremmo dire che l'esigenza più importante è quella di difendere e valorizzare la lettura come atto sociale, conviviale e indipendente.

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domenica 30 gennaio 2011

Un mancato incontro oblativo





di Rosa Salamone

I fatti sono questi: ore 18.00, Casa di Giufà, in due all’incontro di presentazione della Comunità dei Lettori Erranti, in tre con la responsabile della biblioteca multimediale.

Il racconto è un altro: si parte da Leonforte con un sole che ricorda primavera. Durante il viaggio, il cellulare più volte dice, mi spiace non posso venire, una frase che sa di profezia generale. Alla Casa di Giufà ci accoglie Cettina, la responsabile appunto, e in un attesa che sappiamo inutile, discutiamo sul perché non sia venuto nessuno, nonostante la maggior parte delle persone incontrate fosse entusiasta: "Bell'idea complimenti", "Quando sarete ad Agira?", "Qui, a Piazza, c'è una bella biblioteca", "A Leonforte potete venire nella mia libreria", "Finalmente, ci voleva qualcosa di diverso".

Cettina, cinturino nero sotto la vita, dice, la gente deve essere educata, preparata a partecipare a questi incontri, voi dovete farvi educatori. Io, cappotto blu non tolto, replico, perché non può esserci un rapporto alla pari tra persone che hanno conservato uno straccio di coscienza civile e imparano l’arte dell’incontro gratuito?

Una rievoca il fantasma di Danilo Dolci, l’altra il fantasma di Berlusconi e le sue televisioni. Una la butta in politica, l’altra parla di Franco Arminio e della sua capacità di far comunità nei paesi dell’Irpinia.

Comunque stiamo sbagliando il tiro. La domanda che preme e che rivolgo a te che stai leggendo, è: perché nessuno si sente più chiamato in prima persona, perché nessuno si sente coinvolto o si coinvolge, a meno che non abbia un ritorno materiale, economico o d’immagine, perché non si dà più un incontro disinteressato o oblativo?

Non è un caso che mi ritorni in mente quest’aggettivo, oblativo, di liceale memoria.

Non è un caso che noi studenti ci divertivamo a riconvertire in musica dei Beatles il suddetto aggettivo.

Non è un caso che ora chiuda questa elaborazione del post, o del lutto, con un obladì, obladà oblativo…
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domenica 23 gennaio 2011

Cronaca di una giornata trascorsa ad affiggere locandine

di Rosa Salamone

L’idea finalmente si è fatta azione e nell'azione rientra l’andare con una bravo blu targata “odio gli indifferenti” di gramsciana memoria, per i paesi della provincia ennese spalmati lungo una superficie quadrata di duemilacinquecentosessantadue chilometri, che ad una trottola la testa girerebbe di meno. Locandine e scotch a portata di sguardo.

E incontrare paesi che, come donne, alla mano tesa si presentano, piacere, Enna l’algida, Piazza l’eccentrica, Agira la dimessa, a tratti sciatta, Nissoria la pur dimenticabile, Leonforte la meretrice, a tutti si dà, la curata Assoro, Troina la spigolosa.

Attraversarne poi vicoli, corsi, bar, negozi, società, nella melma gelatinosa degli sguardi di chi gioca a carte nel circolo, di chi è statua dietro ad un bancone, di chi ride sguaiato dentro ad un bicchiere di birra, rigorosamente Messina, e chiedere, agitandola: «Scusate, posso affiggere una locandina?». E nel volto terragno, che si gira a un quarto verso l’importuna, ossia la sottoscritta, leggere la stessa carnalità che fece dire a Sebastiano Aglianò: «La vita del siciliano si svolge attorno a due poli fissi: il denaro e la donna, la roba di Mastro don Gesualdo e l’onore di compare Alfio».

Il volto, cappotto blu e baffi neri, alzando un occhio dalle carte ventaglio, dice: «È una questione di tempo» e con un cenno del capo indica un orologio fermo alle venti. Io non capisco, ma nitido rivedo il coniglio bianco di Lewis Carroll che guarda l’orologio da tasca e correndo ripete: «È tardi, è tardi». Lui certo non potrebbe nascere qua.

Attacco la locandina che altera se ne sta, mentre Cappotto con i baffi commenta: «Ni lassau 'n’asinu?». «Sì, ma è d’oro» rispondo, pensando all’asino dell’africano Apuleio e volto le spalle che ridono e si rimettono in viaggio.

«La vita è una molto triste buffoneria» scriveva il fu Luigi Pirandello, lui che ha camminato e rivoltato queste strade sicule; qui e ora è una tragicomica buffoneria.
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