domenica 31 maggio 2015

La versione degli asini di Barney

Per questo invito alla lettura in solitaria prima e partecipata poi, si tira qui in ballo il Maupassant* di quel libro con una coppia che scoppia in cui è scritto: «I più grandi uomini sono legati al loro secolo da una debolezza». Non una, ma tante debolezze in Barney Panofsky, il protagonista del nostro libro, La versione di Barney, per l'appunto, di Mordecai Richler.

Barney è un contaballe, un guardone, un paria, un collezionista di rancori, un ubriacone, un fumatore incallito, un produttore di spazzatura televisiva, un seguace del politically s-correct, ma è anche molto altro e se ne tace volutamente per non guastare la sorpresa della lettura.

La lettura, un piacere che mai fu più pubblicizzato da molti e goduto nonché condiviso da pochi. Noi che di quei pochi facciamo parte, con la consapevolezza di non essere per questo migliori (dice bene, a questo proposito, il Barney di cui sopra quando scrive che la lettura non è segno di spessore umano, né di sensibilità), noi, si diceva (dopo questo darsi la zappa sui piedi), ci si incontra proprio per parlare de La versione di Barney a Pietraperzia, paesino della provincia ennese noto per la sua piramide, per lu signuri di li fasci e in futuro per la versione degli asini di Barney. 


*In realtà, non è Maupassant, ma J. W. Goethe e il libro è Le affinità elettive.
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mercoledì 13 maggio 2015

L'ultima palude

di Orazio Crispo 

   Indicava, una stele con un fascio littorio, la temibile presenza della Storia, quella vera, quella che passava sopra il destino del singolo uomo e lo spazzava via.

   Segnalava, il cartello, che la zona era stata bonificata, che era stata resa abitabile ciò che prima era una povera landa insalubre e malsana.

   Ma quando il destino individuale entra nella Notte, l’esistenza sembra sprofondare in una palude che nessun uomo potrà mai prosciugare. 
   Questi i segni ammonitori dell’incontro, iniziato in silenzio e agitato dalla presenza di un libro davvero strabiliante. 


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venerdì 1 maggio 2015

#ioleggoperché, sta a te prenderne il bello

Il 23 Aprile, giornata mondiale del libro, in Italia è stato il giorno di #ioleggoperché, un'iniziativa dell'Associazione Italiana Editori in cui i protagonisti sono i libri e i lettori. Di questa iniziativa, che sulla carta abbiamo criticato nella nostra pagina fb, sottolineando ciò che non ci piaceva e rilanciando un parere di Claudio Giunta, ne abbiamo parlato con chi, invece, ha aderito e in piazza è andato per promuovere il libro. 
Lei è Luisa Fiandaca, libraia per 13 anni del Biblios Cafè a Siracusa. 
Il colloquio è avvenuto su facebook in forma privata, ne abbiamo mantenuto il tono colloquiale, riportando tra parentesi l'informale.

Svoltando a destra c'era il Blibios Cafè

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lunedì 20 aprile 2015

I Lombardi di Nicosia, un'isola nell'isola. Mandorle e altre leccornie

A proposito di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, trascriviamo uno scambio di mail avuto con la redazione di nicosianews a proposito del pane con le nocciole sopra di cui Vittorini parla nel libro.

- Mail 5 marzo 2015:

Gentile redazione,
voglio porvi una domanda: è mai esistito, o esiste, il pane con le nocciole sopra a Nicosia? Elio Vittorini ne parla proprio nel libro Conversazione in Sicilia, vi riporto il brano: 
«- Ma sì! - dissi io. - Era un Gran Lombardo lo stesso. E mia madre: - Come poteva esserlo se dici che un Gran Lombardo è un gran capelluto? Lui non aveva molti capelli... E io: - Che importano i capelli? Sono sicuro che il nonno era un Gran Lombardo... Doveva esser nato in un posto lombardo. - In un posto lombardo? - esclamò mia madre. - Che cos'è un posto lombardo? E io: - Un posto lombardo è un posto come Nicosia. Sai di Nicosia?... E mia madre: - Ne ho sentito parlare. E' dove fanno il pane con le nocciole sopra... Ma mio padre non era di Nicosia. - Ci sono molti altri posti lombardi, - io dissi. C'è Sperlinga, c'è Troina... Tutti i posti del Val Demone sono posti lombardi. E mia madre: - Ma lui non era del Val Demone. Non era un Gran Lombardo!»
Cordialmente,
l'isola degli asini


- Mail 6 aprile 2015:

I Lombardi di Nicosia, un'isola nell'isola. Mandorle e altre leccornie.

A proposito di Vittorini...
Più che di pane, si tratta di un dolce tipico nicosiano: "i rramë de mëndölë" (in dialetto galloitalico nicosiano) i rami di mandorle (torroncini a forma di W) di varia misura. Una base di pasta frolla (come quella di un'altro buonissimo dolce nicosiano: il nocattolo, con pasta di mandorle sopra) e cosparse in superficie di una una pioggia di mandorle sbriciolate il tutto cotto al forno.
Potete consultare il Vocabolario-Atlante della cultura alimentare nella "Sicilia lombarda" del prof. Salvatore Carmelo Trovato (nicosiano) università di Catania e prof. Alfio Lanaia, Centro studi filologici e linguistici siciliani, Università di Palermo, Palermo 2011. [...]

Cordiali saluti.
Santo Spinelli

La fotografia della piazza di Nicosia del 1950 è di Luigi Crocenzi, scattata per il libro illustrato di Conversazione in Sicilia del 1953 e riproposta in copertina, in una versione colorata, per la ristampa del 2007.
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lunedì 13 aprile 2015

Quartine in un mattatoio a Pergusa

In vista del prossimo incontro, in cui si discuterà di un libro che è un colosso, e non solo per il numero delle pagine, ossia Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline, si prova a semplificare e scarnificare la trama fino ad ottenerne questo scheletro qua che agitiamo sotto i vostri occhi, Ferdinand Bardamu, il protagonista e narratore del libro, che si trova a vivere sulla propria pelle le contraddizioni e miserie e ipocrisie del suo e nostro secolo, il ventesimo: la crociata infernale e apocalittica della Grande Guerra lungo le trincee delle Fiandre, la galera coloniale in Africa, l'alienazione della catena di montaggio in America, ingranaggio tra gli ingranaggi, e infine il degrado dell'estrema periferia di Parigi, discarica a cielo apertoMa lo scheletro non è nulla a paragone della carne buttata sul fuoco che è lo stile, unico, di Céline. Un impasto linguistico dove domina l'ironia, il cinismo, l'insulto, la violenza verbale, la poesia, perché in letteratura, come scrive lo stesso Céline: "La lingua nient'altro che la lingua. Il resto non conta."


Mica poco per essere il romanzo d'esordio d'uno sconosciuto dottore, noto con lo pseudonimo di Louis-Ferdinand Céline, che da subito fece scalpore. Interrogato ad un mese dall'uscita del romanzo su quale fosse il suo significato, era il 1932, Céline rispondeva: "È questo! È l'amore di cui ancora osiamo parlare in quest'inferno come se potessimo comporre quartine in un mattatoio. L'amore oggi impossibile."


Non aggiungiamo altro. Un invito è un invito, è cosa breve e secca. Se non luogo, giorno e ora dell'incontro: sabato 9 maggio in Piazza della Bonifica a Pergusa, ore 20.00. E non venite numerosi, no, venite lettori e curiosi.
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sabato 11 aprile 2015

Una sporca Conversazione, Il Popolo d'Italia, 30 Luglio 1942

A proposito di "Conversazione in Sicilia" di cui abbiamo parlato a Borgo Cascino, tanti i libri innestati e le le cose dette, tra cui questa cosa qui, datata 1942, una recensione anonima che trascriviamo integralmente:

«Per ottenere ciò che voleva, cioè una società imbecille, materialista atea e pervertita, la giudeo-massoneria aveva bisogno di una letteratura mediocre, pornografica, erotica. 

Quella letteratura venne. Si chiamò Pittigrilli, Mariani, Guido da Verona e via dicendo. Aveva bisogno di libri come questo che, in ritardo ma gagliardamente, emula le opere di quelli. Non lo nominiamo solo per non favorirgli la clientela. 


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domenica 5 aprile 2015

L’isola felice

di Orazio Crispo
   
   Valeva la pena affrontare un lungo tragitto per conoscere la storia di Borgo Cascino, un sogno rurale dell’agricoltura fascista sopravvissuto al regime, proiettato nello spazio-tempo e giunto intatto fino a noi grazie alla dedizione di poche famiglie solitarie e orgogliose.

   Un’isola immersa nella quiete, astorica e felice.

   Un silenzioso isolato borgo nato mentre Vittorini animava di fantasmi la sua Conversazione e Picasso, in preda ad astratti furori, dipingeva morti cavalli squarciati…

   Se la Storia è un contenitore ampio che tutto ospita, che tutto raccoglie, che tutto sopporta, alla Letteratura spetta il compito di contenere storie diverse, in chiave minore, storie immaginate e non vissute. 

   La Storia procede per fatti, la letteratura procede per narrazioni, per enigmi, per crittogrammi esistenziali. 

   L’affascinante compito di porre ordine ai differenti racconti spetta al lettore, immerso nel presente in divenire.

Foto: Alessandro Fazzi


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