di Rosa Salamone
Qualche giorno fa con i miei alunni stavo facendo un gioco linguistico che ha incendiato la loro fantasia: il giocabolario. Il gioco consiste nel prendere un nome comune e darne una definizione fantastica. Faccio un esempio: marcia, gara sportiva andata a male; amo, attrezzo per pescatori sentimentali.
Ho pensato a questo gioco per introdurre una parola che mi ronza in testa per rabbia e sdegno. La parola è paesano. La definizione che ne dò riferendomi al giocabolario e che, ahimé, non ha nulla di fantastico è: abitante di paese che dice sempre no. Dice no per partito preso. Dice no per pigrizia. Dice no per non mettersi in discussione.