lunedì 3 giugno 2013

Reale fin troppo reale

di Salvatore D’Agostino


Paola Pivi è un’artista nata a Milano che, attualmente, vive ad Anchorage, in Alaska. «Anchorage mi piace perché non c’è arte. Non c’è lusso. L’unico lusso che lì uno ha è il tempo che non manca mai».* Lo stesso tempo dilatato si ritrova nell'isola di Filicudi, dove l’artista ha vissuto e dove ritorna per fotografarla con l’intenzione di rilevarla in scala 1:1. Pivi ha scelto di vivere in luoghi poco abitati poiché nei centri urbani densamente popolati gli «sembra di essere come una barca in mezzo all'oceano piuttosto che sulla terraferma.»*


Il suo stare con i piedi ben piantati per terra, la portano a riflettere sul concetto del reale. Tutta la sua arte è fondata sull'interazione e la manipolazione della realtà. Le sue opere sono oggetti reali posti in un dato luogo e in un preciso momento. Non c’è finzione: camion, aeri, cinesi in carne e ossa, una pizza gigante, fontane, zebre, giaguari sono oggetti e esseri viventi reali che l’artista rielabora ricreando realtà che ci appaiano impossibili.


Come è reale l’asino che va per mare, un’opera del 2003. Una realtà che spetta a chi osserva interpretare, capire dove sta andando, cosa sta facendo, perché si trova lì o magari ignorarla, fregarsene, riderne, sghignazzare: «Chi osserva un’opera - per Paola Pivi - non ha bisogno di conoscere l’arte, e neppure avere coscienza di stare guardando un’opera d’arte.»




Untitled (donkey) è stato esposto alla biennale di Venezia del 2003. Una stampa fotografica montata su un telaio in alluminio di 180 x 224 centimetri, sulla facciata occidentale della Biblioteca delle Scienze. «Le immagini risultanti - di Paola Pivi dice Jo-Ann Conklind - sono enigmatiche, palesemente assurde e divertenti. Quando vengono visualizzate in spazi pubblici, le sue immagini sorprendono e divertono gli spettatori, sollevandoli brevemente dalla routine ordinaria.»

Per questo mese Untitled (donkey), l’asino reale fin troppo reale, sarà l’immagine del nostro manifesto.

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1 commenti:

Annibale Cerrati ha detto...

Questa foto me la ricordo esposta al Pompidou e aveva un titolo che calzava a pennello: PANAREA

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