sabato 5 febbraio 2011

Tirando le somme

di Rosa Salamone
Una bussola per il primo incontro

Ieri alla libreria con Angela e Carmelo a parlare di Gruppi di Lettura, di psico (e non è un lapsus) intellettuali, di pessimismo siculo, della difficoltà a  pubblicizzare la Comunità, della nostra disabitudine al dialogo.
A parlare in libertà con persone appena conosciute.
Ora mi chiedo, ma dove sono state finora queste persone, curiose e disinteressate? 
E come loro ce ne sono altre disposte al confronto intorno a un libro?
Questa è la scommessa.
Riuscire a mettere insieme persone che altrimenti non si sarebbero mai incontrate. E farle dialogare e crescere. 
Se leggere è viaggiare, essere dove non si è, perché non fare questo viaggio in compagnia?
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3 commenti:

ornella ha detto...

e vai!!!!

Paolo Sottile ha detto...

Non potevo sottrarmi all’ormai irrinunciabile appuntamento del commentare gli articoli che via via prendono vita in questo disgraziatamente alquanto assopito (spero che si tratti solo di un tragico prologo) blog.
La cosa che mi è subito saltata all’occhio e che non nego m’abbia fatto un tantino sorridere è la voce: “una sedia da casa”, corredata da corrispettiva immagine iconografica che non lascia spazio a talun dubbio.
La cosa non farebbe tentennare i più, in quanto abituati a dar tutto per scontato, con la conseguenza di giungere presto alla conclusione che si tratti di un’ironica battuta. Purtroppo (o per fortuna) io mi sforzo quotidianamente (non sempre riuscendoci) di non dare mai niente per scontato, e di non soffermarmi all’ammiccante apparenza, molto più comoda e sommaria.
Perciò son giunto alla conclusione che, anche se ci fosse un impercettibile margine di verità nella voce sopracitata, non la troverei così assurda. In fondo portarsi la sedia da casa (se pur scomodo), racchiude un’idea a dir poco poetica. Sarebbe un modo per condividere un pezzo del nostro mondo, oltre a riecheggiare la scienza del film (forse uno dei più visti dai leonfortesi. Almeno stando alla calca di gente che vilmente si sgomitava dietro le transenne, con la vana speranza di riuscire ad attirare l’attenzione di qualche distratto attore o regista, palesemente infastidito da tale comportamento a dir poco grottesco) “La bella società”, in cui i clienti di un vecchio cinema all’aperto prendono parte ad un’insolita transumanza con sedia personale a corredo.
Chiusa questa alquanto fuorviante parentesi, mi soffermerei sulla voce: “Rito d’inizio: canzone “u sciccareddu” di Pascià”. La trovo una lodevole, tanto quanto quella del Gdl in se, iniziativa.
Quale miglior modo per rompere subito gli schemi pregiudizievoli di pomposo narcisismo che potrebbe precludere l’entrata a far parte del gruppo di chi invece s’aspetta di ritrovarsi in un clima informale e privo di presunzione intellettuale?
E poi, non si può non ricordare, un’icona storica del nostro beneamato paese. Pascià, insieme a tanti altri personaggi popolari, più o meno in vita, merita di essere ricordato ai posteri. Me lo ricordo come fosse ieri, insieme al suo inseparabile marranzano, con la mania per i binocoli, o dietro le processioni della settimana santa, con tanto di registratore analogico a corredo, col fine di registrare le marce funebri suonate mestamente dalla banda del Maestro Lo Gioco.
Cmq colgo l’occasione per scusarmi per appesantire il forum con la mia prolissità, ma non riesco a scrollarmene, ansi devo ammettere che ogni volta mi sforzo d’essere sintetico, vi lascio solo immaginare cosa succederebbe se non lo facessi.
Non sto nella pelle nell’aspettare con ansia questo magnifico evento, di cui mi sento coinvolto in prima persona e spero che il blog diventi un punto di incontro virtuale, per fruttuose discussioni.
La mia massima ambizione resta cmq, quella di riuscire ad ammaliare tutti coloro fin’ora rimasti impassibili dinanzi al fascino della lettura e della cultura in genere, e che il Gdl funga da imput per numerose iniziative inerenti la cultura e l’arte in genere.
A risentirvi.

L'isola degli asini ha detto...

@paolo
Hai letto bene: io da casa verrò con sedia in spalla come un tempo facevano i nostri vecchi per andare al cinema, mi piace l'idea di portare un oggetto a me familiare in un altro contesto, così faranno anche salvo e ornella, mi auguro che qualcun altro abbia lo stesso estro e coraggio, ma il solo venire sarà sufficiente. La canzone di pascià è stata registrata da me nella sua cucina colorata di un giallo squillante che ahimè lui non può più vedere, dato che la leucemia l'ha reso cieco. Tu continua pure a commentare, non temere il mutismo altrui

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