tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post893795918260627019..comments2022-12-10T23:27:14.583+01:00Comments on L'ISOLA DEGLI ASINI: Paolo Franchi, lettore del Gruppo di Lettura di VaianoL'isola degli asinihttp://www.blogger.com/profile/14064072160850698577noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-12569311571091696172013-03-16T19:13:22.654+01:002013-03-16T19:13:22.654+01:00Copio incollo il commento fatto da Pina Napoli su ...Copio incollo il commento fatto da Pina Napoli su fb<br />Condivido il parere di Giamp, Gruppolettura Vaiano,. In un Gdl non ci sono vincitori, non ci devono essere. Non è assolutamente importante chi ha letto più libri, che come sosteneva Rosa Salamone può essere addirittura un'arma contro gli altri, ma è importante la capacità di confrontarsi alla pari, di accettare l'altro..che sembra facile, ma non lo è affatto. E' un percorso ad ostacoli fatto non solo di libri..ma di cultura in senso lato. Per me cultura è anche capacità di adattamento, elasticità altrimenti è banale erudizione. Un GdL, come qualunque gruppo di persone, è una realtà in continuo movimento, con alti e bassi..un piccolo, ma importante scoglio in mezzo ad un oceano in tempesta quali sono i nostri tempi di confusione e paura. Naturalmente ogni Gdl sarà diverso per funzionamento e caratteristiche, essendo inevitabilmente specchio delle persone che lo compongono. Noi abbiamo la fortuna, ma in certi momenti anche la difficoltà di essere molto diversi tra di noi, fatto salvo un humus comune tra cui per esempio l'amore per la lettura( ma anche in quello abbiamo poi gusti molto diversi, come spiegava benissimo Paolo nella sua storia del nostro Gdl)...e quindi i nostri confronti sono sempre molto ricchi, per dirla chiaramente ce ne andiamo a casa solo perché è sempre tardissimo, altrimenti rimarremmo lì fino al mattino dopo a discutere ...Noi ci divertiamo..ma è anche in certi momenti una fatica..che certamente arricchisce. Credo insomma che ogni Gdl sia un caso a sé..per questo il confronto non può che essere utile!!!Rosa Salamonenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-12682490469695539812013-03-16T16:28:32.204+01:002013-03-16T16:28:32.204+01:00Ti rispondo brevemente ed in maniera non completa ...Ti rispondo brevemente ed in maniera non completa sopratutto perchè vorrei leggere altri contributi. Intanto chiarisco una cosa: il mio teorizzare sui GdL di fatto dipende dall'unica esperienza di GdL che ho Voglio dire: ad esempio potrebbe forse succedere che un GdL sia formato da persone che, magari, si occupano di lettura in maniera "professionale" e vogliono in particolar modo parlare di "libri". Nel nostro GdL nessuno di noi è un "intellettuale di professione" o svolge una attività lavorativa in ambito "culturale" (ok Laura Schnusschen Incollingo è una studentessa/lavoratrice e ci sono insegnanti in pensione, ma in maggioranza siamo banalissimi lavoratori dipendenti, fifty pubblici e fifty privayi). In secundis: non credo che tutta una serie di difficoltà (compreso, ad esempio, la pura e semplice timidezza) siano totalmente eliminabili e non a caso usavo il termine "arginare". L'importante è che si riesca a "convivere" con le difficoltà. Credo, comunque, che in un GdL "tipico" (quale credo sia anche il nostro) il chiarire, con le parole e, il più posibile, con i fatti, che non "vince" nessuno e, tantomeno, chi ha letto "più libri di tutti", possa essere un buon inizio. Poi un po' le cose si aggiustano anche da sè, magari con defezioni, ma anche con la conoscenza reciproca. Butto lì: non ultimo sarebbe interessante anche un contatto con altre realtà (cosa in cui noi non eccelliamo....) e/o confronti con altri GdL, anche tramite web.... un po' come stiamo facendo noi :-) . Giam.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-77262400735808383692013-03-16T11:37:48.986+01:002013-03-16T11:37:48.986+01:00Giam, non solo è vero quel che scrivi, cioè che la...Giam, non solo è vero quel che scrivi, cioè che la cultura prima era privilegio di pochi laddove oggi è diritto di molti, ma è anche interessante che tu parta proprio dalla cultura, diritto di molti, per arrivare ai GdL, luoghi in cui si allena questa cultura in uno scambio paritario, in cui cioè ognuno è maestro e allievo ad un tempo. La metafora tennistica di Stefano, a questo proposito, è una delle definizioni più calzanti che abbia letto finora sui GdL, c’è tutto: c’è il gioco, c’è il corpo a corpo, c’è la voglia di imparare e di insegnare, c’è l’altro. Calandoci però nella realtà, alcune idealità inevitabilmente si smontano e scolorano. Tu lamenti alcune problematiche nel tuo GdL e non è un caso che queste siano simili al nostro, ne avevo già parlato qui: http://lisoladegliasini.blogspot.it/2013/01/cosa-non-e-lisola-degli-asini.html Ora mi/ti chiedo: questo significa che quei principi guida ideali siano da rivedere per adattarsi alla realtà GdL o piuttosto che la realtà GdL sia da adattare a quei principi? O ci stiamo prendendo troppo sul serio e un incontro è un incontro e basta?Rosa Salamonenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-65451906418011702882013-03-15T06:32:13.367+01:002013-03-15T06:32:13.367+01:00Parte seconda
Con efficace metafora una volta Stef...Parte seconda<br />Con efficace metafora una volta Stefano paragonò il GdL al cercare di imparare a giocare a tennis facendo set e games con un modesto istruttore invece che giocando con Federed o Nadal: se giochi con Federed subiresti un punto dietro l'altro senza neanche vederla la pallina; se giochi con un modesto giocatore, qualcosa l'apprendi. E magari l'apprende anche il tuo "avversario". Ottima metafora. Come avvicinarla alla realtà? Oserei dire che un GdL apparentemente si occupa di libri, mentre in effetti si occupa di, come dire?, idee. Più o meno credo di poter dire che nel nostro GdL il libro di cui si parla è, quasi sempre, un innesco. Quello di cui l’ “oratore” dell’incontro cerca di parlare è più le “cose”, le idee che l’hanno più colpito/a del libro, che del libro da un punto di vista, diciamo così, strettamente “letterario”. In fin dei conti io ho sempre vissuto i libri non come un “mondo parallelo”, migliore o peggiore della “realtà reale”, ma come una occasione per “espandere” quest’ultima. Quello che può interessare un partecipante ad un GdL non è tanto il confrontarsi con altri “lettori di libri” per dare giudizi su un libro (e, magari, sul lettore del libro), ma esporsi alle curiosità altrui, ai punti di vista altrui. Che queste abbiano origine da altri libri letti, da modi diversi di leggere, da sensibilità diverse, da esperienze diverse, non credo faccia differenza. Certo, c’è spesso il “rischio” che poi si parta per la tangente e si cominci a parlare di tutt’altro… ma chi se ne frega? In fin dei conti se si desidera un incontro “letterario” si può sempre andare a seguire una lezione di un “professionista” della letteratura, leggere quel che scrivono grandi (o pretesi tali) critici. Quello che può dare un GdL è lo stimolo al presupposto della lettura: la curiosità. In definitiva in un GdL potrebbe non fregare a nessuno che il tizio A viene lì a mostrarci quanti libri ha letto e come è bravo a fare critiche fichissime ed informate. Potrebbe invece interessare che il tizio A riesca a porre una domanda a cui (neanche lui) riesce a rispondere. In un libro ho letto che è più importante “come” si pensa più che “cosa” si pensa. Certo non può essere una garanzia, ma, forse, se questa “priorità” venisse dichiarata a chiare lettere in un GdL, potrebbe essere questo un modo per arginare le varie forme di egocentrismo in cui tutti (chi più chi meno) siamo ingabbiati. <br />Il nostro GdL funziona, appunto, più o meno così. Non abbiamo problemi, allora? Beh, ne abbiamo. Probabilmente non gravi, molti spesso inevitabili: vedersi alle 21, dopo una giornataccia non predispone certo nel migliore dei modi. Fra noi forse c’è anche un eccesso di “confidenza”, che ci porta a non “trattenerci” abbastanza a parlare troppo (io sono in cima alla lista). Più che altro a volte temo che questo tenda a “penalizzare” i nuovi arrivati, a cui a volte mi sembra che si tenda a non dare “spazio”. Ma forse pretendo troppo da un gruppo che continua a vedersi da quasi 6 anni. Ma ora basta, chè fa freddo qui nello scriptorium… Ho scritto troppo e forse non sono stato neanche molto chiaro. Spero di essere riuscito a dare degli stimoli a Rosa Salamone , Pina Napoli , Michela Cioletti , Paolo Franchi , Laura Schnusschen Incollingo ed agli laltri lettori del GdL di Vaiano e dell'Isola degli asinRosa Salamonenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-88279991340263502652013-03-15T06:31:36.950+01:002013-03-15T06:31:36.950+01:00La discussione è continua sulla pagina fb del grup...La discussione è continua sulla pagina fb del gruppo lettura vaiano, copioincollo questo passaggio davvero interessante di Giampiero che sono costretta a dividere in due parti perché "Non è possibile accettare il codice Deve contenere al massimo 4.096 caratteri specificato". <br />Parte Prima<br />A ruota libera in parte aggiungo altra carne al fuoco ed in parte rispondo a Rosa Salamone . Insomma non vi aspettate un discorso organico né granchè acuto . Mi sembra che particolarmente in Italia (ma non solo in Italia) su un GdL pesi una non agevolante tradizione che vede la "cultura" sopratutto come un fattore di esclusione, più che di inclusione o partecipatività che dir si voglia. Fiumi di inchiostro sono stati sparsi per sottolineare il ruolo svolto in tal senso dalla chiesa cattolica, con i suoi "ipse dixit", con il suo intimidente latinorum (oggi sostituito dall'inglesorum di altro tipo di sacerdoti). Mi viene da pensare che, probabilmente, su tale visione della cultura pesi non soltanto questo (seppur importante) fattore, ma una generale "arretratezza" del vivere civile italico. E, forse è una mia impressione dovuta a mie personali e limitate esperienze, questo è particolarmente acuto nell'ambito della "cultura umanistica". Insomma...: in una nazione che si pone agli ultimi posti nelle graduatorie dei lettori di libri, chi riesce a balbettare un titolo o un autore di libri tende a menarsela più che a cercare uno "scambio" di sapere o semplicemente di idee. A "pesare" su un GdL sono anche fattori più, come dire, semplici: in quasi tutti i gruppi umani mi sia ritrovato, molto (troppo) spesso l'oggetto attorno al quale ci si era in un modo o nell'altro aggregati, veniva quanto meno annacquato dai (noiosissimi) "giochi" stile "io ce l'ho più lungo", "guarda me ficona/e spaziale", "leader, sono io il tuo seguace più fedele", etc. con contorno di frizzi e lazzi, ironie, etc. a cui allude Rosa. Mettici poi gli altri fattori a cui alludevo precedentemente (saturazione da iper-informazione, stanchezza, etc.)... e la cosa inizia a diventare difficile. Allora...: quale spazio può realisticamente essere un GdL? Inizierei per esclusione. Un GdL non può porsi come priorità quello di essere una "zona franca" in cui non ci siano assolutamente "giochi", nè fare "analisi di gruppo". Probabilmente una quota di questi "giochi" bisogna rassegnarsi a "sopportarla", cercando di limitarla. Mi viene da dire che, forse, in tal senso può funzionare una mezz'ora di chiacchiere libere prima o dopo ogni incontro di un GdL (sono troppo crudo....?). Altra soluzione sarebbe, appunto, una figura assimilabile ad un "moderatore", ma è cosa molto impegnativa rimanere al di qua del limite che porta al leader (ed alle patologie connesse). Un'altra priorità che credo un GdL non possa avere è quella di essere un laboratorio di critica letteraria, un occasione per confezionare un giudizio unanime e più o meno definitivo su un libro. A fine incontro quasi certamente ognuno rimarrà convinto che quel libro è una cacata pazzesca o una pietra miliare. Allora, cosa può essre un GdL? E, di conseguenza, quali possono essere le priorità o persino le "regole" di un GdL?Rosa Salamonenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-16350379903071884192013-03-10T18:03:27.506+01:002013-03-10T18:03:27.506+01:00Ciao Giampiero, ribadisco quel che è scritto nell&...Ciao Giampiero, ribadisco quel che è scritto nell'incipit, la presentazione del GdLdi Vaiano fatta da Paolo è tanto leggera e divertita quanto ricca di spunti, su tutti uno: ogni lettore è solo due volte, una quando legge, una quando non riesce a comunicare ad altri le proprie letture, vere e proprie epifanie. Il GdL dovrebbe avere idealmente proprio questa funzione: interrompere una solitudine per condividere una passione. Scrivo idealmente perché, come hai detto tu, non sempre questo avviene, il nostro GdL, ad esempio, comunque giovane e che non nasce da una collaudata rete amicale, fatica ad allargare i propri confini e al proprio interno ad innescare una comunicazione libera da schemi. Tu fai un lungo elenco delle possibili cause (stanchezza, iper-informazione, egocentrismo, persino banalissimo esaurimento di energie, ecc.), mi chiedo se piuttosto queste non siano conseguenze di una vera e propria incapacità a entrare in un relazione matura tra pari: gli spazi di confronto obbediscono sempre più alla logica della battuta da bar, in cui brevità e icasticità la fanno da padrone, o alla logica del pubblico passivo, pagante, “applaudente” (vedi i vari festival letteratura), non siamo abituati ad un confronto ragionato e alla pari sulle cose, questo a mio parere è il nodo da sciogliere: se c’è un GdL non può non esserci un confronto maturo che non si limiti al “mi piace, non mi piace”, “bello, brutto”; se c’è un GdL non posso demandare ad altri la mia opinione, devo ragionarla, confrontarla, metterla alla prova. Pensavo fosse facile nonché stimolante, drenante e inveceRosa Salamonenoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-12340847488315993152013-03-10T15:14:17.882+01:002013-03-10T15:14:17.882+01:00Come al solito Paolo mi prende per il deretano :-)...Come al solito Paolo mi prende per il deretano :-) A parte questo ha tracciato un efficace profilo storico del nostro GdL, esagerando magari il ruolo carismastco che mi affibbia: di carisma proprio non ne ho :-) A dirla tutta noi del "nucleo storico" del GdL ci si conosceva già, in un modo o nell'altro, da prima, e ci si conosceva già come appartenenti al ceto dei "lettori di libri". Diversamente, in una era come la nostra, non credo sarebbe stato facile aggregare persone intorno ad una esile e per nulla remunerativa idea come quella di "vediamoci e parliamo di libri". Confesso a capo chino che, magari, inizialmente io ero fra quelli che sperava che il GdL riuscisse a diventare un qualcosa di più di un "semplice" GdL. Avevano sperato che si potesse diventare un "centro di cultura", un'occasione ed uno spazio dove approfondire e confrontare in maniera "orizzontale" argomenti e problemi, in maniera franca e libera da condizionamenti. In tal senso andavano anche i cicli di conferenze citati da Paolo. Non a caso per il ciclo di icontri "Le vie dell'identità", invitammo a parlare su questo tema un economista, una storica, un biologo, esperti di musica popolare, etc. Non è questo il momento nè il luogo per approfondire oltre l'analisi, ma credo di poter dire che il fatto che "i nostri rapporti con l'esterno non sono facilissimi" dipenda anche che è molto difficile (e per tutti, me compreso) ascoltare gli altri. Stanchezza, iper-informazione, egocentrismo, persino banalissimo esaurimento di energie dovuto a miriadi di problemi personali, non dispongono certo al tirare un profondo respiro, mettersi da parte per un momento ed ascoltare argomenti mai sfiorati in precedenza, punti di vista altrui, magari confondendosi le idee nelle complessità. Se dovessi dire quale potrebbe essere il problema fondamentale di un GdL, indicherei proprio questo: la difficoltà alla spassionata e (passatemela...) sovra-individuale analisi.<br />Per ora mi fermo, sperando che questa bella iniziativa dell'Isola degli Asini possa essere l'occasione per un confronto di esperienze, problemi, curiosità, etc. fra vari GdL.<br />Ciao a tutti, in particolare a Paolo (consentitemelo) che, magari prendendo per il culo (ops), ma fa coraggiosamente da apripista per molte interessanti discussioni. <br />Giampiero.Anonymousnoreply@blogger.com