tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post3409669755791677093..comments2022-12-10T23:27:14.583+01:00Comments on L'ISOLA DEGLI ASINI: L'ultima paludeL'isola degli asinihttp://www.blogger.com/profile/14064072160850698577noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-54102917348638734642015-05-18T16:11:44.926+02:002015-05-18T16:11:44.926+02:00Ditemi voi se leggendo questo passo di Agamben, no...Ditemi voi se leggendo questo passo di Agamben, non vi viene in mente Celine e il suo viaggio: "Vorrei a questo punto proporvi una seconda definizione della contemporaneità: contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Tutti i tempi sono, per chi ne esperisce la contemporaneità, oscuri. Contemporaneo è, appunto, colui che sa vedere questa oscurità, che è in grado di scrivere intingendo la penna nella tenebra del presente. Ma che significa “vedere una tenebra”, “percepire il buio”?<br />Una prima risposta ci è suggerita dalla neurofisiologia della visione. Che cosa avviene quando ci troviamo in un ambiente privo di luce, o quando chiudiamo gli occhi? Che cos’è il buio che allora vediamo? I neurofisiologi ci dicono che l’assenza di luce disinibisce una serie di cellule periferiche della retina, dette, appunto, off-cells, che entrano in attività e producono quella specie particolare di visione che chiamiamo il buio. Il buio non è, pertanto, un concetto privativo, la semplice assenza della luce, qualcosa come una non-visione, ma il risultato dell’attività delle off-cells, un prodotto della nostra retina. Ciò significa, se torniamo ora alla nostra tesi sul buio della contemporaneità, che percepire questo buio non è una forma di inerzia o di passività, ma implica un’attività e un’abilità particolare, che, nel nostro caso, equivalgono a neutralizzare le luci che provengono dall’epoca per scoprire la sua tenebra, il suo buio speciale, che non è, però, separabile da quelle luci.<br />Può dirsi contemporaneo soltanto chi non si lascia accecare dalle luci del secolo e riesce a scorgere in esse la parte dell’ombra. Con questo, non abbiamo tuttavia ancora risposto alla nostra domanda. Perché riuscire a percepire le tenebre che provengono dall’epoca dovrebbe interessarci? Non è forse il buio un’esperienza anonima e per definizione impenetrabile, qualcosa che non è diretto a noi e non può perciò, riguardarci? Al contrario, il contemporaneo è colui che percepisce il buio del suo tempo come qualcosa che lo riguarda e non cessa di interpellarlo, qualcosa che, più di ogni luce, si rivolge direttamente e singolarmente a lui. Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo."<br />Rosanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-25624336987424018802015-05-14T08:58:39.003+02:002015-05-14T08:58:39.003+02:00Nel 1946 Friedrich Dürrenmatt, in una lettera a Ed...Nel 1946 Friedrich Dürrenmatt, in una lettera a Edward Wisteel, scrive: «L’abisso può stare solo nel fantastico e perciò nel possibile. Se l’abisso si avvera e cioè diviene reale, raffigurarlo diventa impossibile perché l’abisso s’inghiotte tutto e non vi sarà nulla da contrapporre. Perché questo è il segreto della fantasia che tutto è, al tempo stesso, dentro e di fronte a noi.»<br /><br />La letteratura, per Dürrenmatt, essendo finzione si oppone al mondo reale con i suoi mondi inventati. Mondi che stanno sul crinale tra la risata e il baratro. <br /><br />Lo stesso crinale, tra la ristata e il baratro, che percorre nel suo ‘non’ viaggio al termine della notte Céline: «Mi trovo bene solo in un grottesco ai confini della morte. A tutto il resto sono insensibile.»<br /><br />Il ‘fantastico’ 900’ ricco d’incredibili evoluzioni in tutti i campi del sapere si schianta nell'inevitabile baratro della vita ‘abrasiva’ (sintesi perfetta di Orazio) di un uomo che lo vive (da non confondere con i banali resoconti ‘veristi’ dei filistei viaggiatori del proprio tempo). <br /><br />Saluti,<br />Salvatore D’Agostino<br />Salvatore D’Agostinohttp://wilfingarchitettura.blogspot.it/noreply@blogger.com