tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post1694145738427606937..comments2022-12-10T23:27:14.583+01:00Comments on L'ISOLA DEGLI ASINI: È finita la morteL'isola degli asinihttp://www.blogger.com/profile/14064072160850698577noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-29739031231361467462015-02-04T08:13:40.409+01:002015-02-04T08:13:40.409+01:00Ricordo che il quattro febbraio di centotrentatré ...Ricordo che il quattro febbraio di centotrentatré anni fa ha abbandonato la morte Ivan Il'ič Golovin, chiamato così da Lev Tolstoj e dai colleghi giudici e procuratori, in realtà chiamato Vanja dai genitori, padre da Liza la figlia sedicenne e da Vasilij Ivanovič il figlio che “aveva gli occhi torbidi, come hanno i ragazzi viziosi di 13 o 14 anni” e infine chiamato Jean dalla moglie Praskov'ja Fëdorovna.<br /><br />Ivan Il'ič Golovin, come scrive il cronista d’eccezione puntiglioso e preciso Lev Tolstoj, dopo che da morto ha trascorso i suoi primi quarantacinque anni “comme il faut” ovvero in modo conveniente, opportuno e decoroso - assimilando modi, vedute e amicizie dell’alta società - nel momento in cui raggiunge l’apice del suo scopo di vita cade dentro un ‘sacco nero’ o meglio precipita in una profonda depressione.<br /><br />Per circa cinque mesi, dalla metà di ottobre del 1881 a inizio febbraio del 1882 se ne sta rintanato nel salotto della sua nuova casa, ideata da lui stesso in ‘stile alta borghesia’, e assistito dal suo servo (che in quel periodo era uno schiavo e considerato tale dai padroni borghesi) Gheràsim, che lo aiuta involontariamente a superare la sua non malattia - incurabile con le medicine - con la comprensione o meglio con il semplice ascolto, l’unica cosa che sapeva fare uno schiavo senza arte né parte. <br /><br />Cinque mesi di pensieri senza via di uscita e di dolori atroci che il cronista russo, per non confondere il lettore, localizza dalle parti della ‘vucca ri l'arma’ per dirla alla siciliana o plesso solare in italiano. Pensieri che la voce dell’anima preleva dal profondo pozzo nero in cui Ivan Il'ič li aveva riposti e che dolorosamente li fa sgrovigliare al savio, intelligente, vivace, simpatico e di buone forme, neo alto borghese Ivan Il'ič.<br /><br />Dopo aver raschiato il fondo della sua anima, precipitato e sbattuto con violenza in nuovi sentimenti il 4 febbraio del 1882 decide che era il momento di “fare la cosa giusta” scomparendo dalla morte della moglie, figli, parenti, amici e colleghi. L’istante dopo l’abbandono della sua morte il male profondo della ‘vucca ri l'arma’ all'improvviso “non c’era più”.<br /><br />Chi l’ha visto andare via racconta che gioiva e “sul suo viso vi era un'espressione che sembrava indicare che era stato fatto quel che doveva esser fatto ed era stato fatto bene. Oltre a ciò in quell'espressione c'era pure un rimprovero o un monito ai vivi.”Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-28355772969611614042015-02-01T18:34:15.912+01:002015-02-01T18:34:15.912+01:00Giunto alla fine della lettura del commento di Aga...Giunto alla fine della lettura del commento di Agata mi viene in mente il famoso "Memento mori" di cattolica memoria, ma declinato al contrario. <br />Come nelle fughe a canone inverso, si potrebbe scrivere: ricordati che devi vivere!. Poichè i due protagonisti, Ivàn e Z., troppo presi dal sogno di una vita per bene, si dimenticano di sè, del significato profondo dell'esistenza. Tra Marài e Tolstoj, ecco che a malapena si nasconde, agitando le vesti, il fantasma del Grande russo. La vita dovrebbe essere tutto tranne che per bene, neutra e decorosa...<br />Un invito a uccidere le strozzine e preparare in silenzio la rivoluzione.<br />Letteraria, s'intende!Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/08651107556360547543noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-2076869467807379682015-02-01T17:22:43.888+01:002015-02-01T17:22:43.888+01:00Non farlo giacere a lungo,sono curiosa di sapere c...Non farlo giacere a lungo,sono curiosa di sapere cosa ne pensi; a parte le somiglianze, Z. è inserito in un contesto e in un intreccio differente..è un romanzo "strano" ma Maraj mi dice sempre tanto, mi invita a leggere tra le righe, non so...! Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/00737798652064401352noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3097766777327968687.post-1493685229700054602015-02-01T14:41:40.208+01:002015-02-01T14:41:40.208+01:00Come ti avevo già detto in una conversazione priva...Come ti avevo già detto in una conversazione privata, trovo questo parallelo tra i due libri davvero interessante e inusuale tant'è che, appena finito l'incontro, la prima cosa che ho fatto è stato prendere dalla mia biblioteca proprio il libro di Marai, comprato e mai letto, ma l'entusiasmo è stato ben presto sostituito dalla routine del lavoro e da una noia sfiancante. Mi riprometto di leggere il libro, prima o poi, che giace sul comodino ;-)Rosanoreply@blogger.com