lunedì 27 luglio 2015

Sotto assedio

di Orazio Crispo

   Con quali occhi un fotografo già famoso poteva guardare la guerra e lo sbarco alleato in Sicilia?

   Con quali occhi fissare una popolazione già povera e piegata dalle privazioni, dalla miseria, dalle bombe?

   Forse l’obiettivo non era certo mosso da pietà e da commiserazione, cioè da un autentico slancio umano; più probabilmente a scattare era la curiosità, autentica curiosità per una popolazione accasciata su se stessa, già vinta e stremata da una sofferenza lontana, ancestrale.

   Così l’aerea terra di Troina ci ha accolto, con una retrospettiva fotografica, un reportage su un pezzo di storia sepolta nella memoria e nel tempo, lampi e macerie di una guerra distante. Terribili bagliori che ci hanno raccontato di come in fondo l’uomo non impari mai a vivere in pace e in accordo con la Terra, la Vita e con la propria coscienza.

   Tale drammatica premessa ci ha come costretto a cercar rifugio in un luogo fortunoso e marginale dopo essere stati costretti dagli eventi a sfollare da diversi spazi pubblici.

   Tuttavia, mai un così casuale posto, accidentato ricovero digradante, fu più metaforico e adatto al nostro dire, al nostro continuo cercar equilibrio per non cadere, per non inciampare nella parola e nella trama, noi reduci e lettori nell'alta terra troinese.



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sabato 11 luglio 2015

Tutti "caduti" con Camus a Troina

È davvero un bel tipo questo Jean-Baptiste Clamence, protagonista de La caduta di Albert Camus, libro scelto per il nostro prossimo incontro. 

Con una logorrea lunga settanta pagine circa e scandita in cinque giorni, confessa la sua vita all'avventore di un bar di Amsterdam, il Mexico CityUna vita che da avvocato parigino di successo si incrina quando si accorge che, sotto la scorza dell'esteriorità, in lui covano narcisismo, superbia, vanità, aggressività che lo porteranno a vivere nella doppiezza: virtuoso in pubblico, vizioso in privato; finché non molla tutto e si trasferisce nel ghetto di Amsterdam, dove farà del bar Mexico City il suo "studio" di "giudice penitente", come egli stesso si definisce. 

Che cosa voglia da noi lettori alla fine di questa lucida confessione è un enigma. Compassione? Complicità? Redenzione? O uno specchio di carta in cui estendere ad altri, i lettori, la propria caduta? 

Qui ci si ferma per non spoilerare troppo e invitarvi invece alla lettura del libro (la cui trama in realtà è molto di più e altro) e invitarvi soprattutto alla condivisione di dubbi, riflessioni e connessioni con altri lettori sabato 25 luglio alle ore 20.30 nella piazza Conte Ruggero di Troina.  Saremo immersi nel cuore arabo e medievale del paese, a mille metri di altitudine, sullo sfondo i Nebrodi e il fianco di una maestosa Etna, un panorama degno per dei lettori erranti e "caduti".
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giovedì 2 luglio 2015

La lettura come Forma Simbolica

di Orazio Crispo


   “Item Perspectiva è una parola latina, significa vedere attraverso”. Così Albrecht Durer, il celebre critico letterario del Rinascimento, ha cercato di circoscrivere il concetto di lettura. E per quanto non sembri che questa parola latina avesse un senso così pregnante, noi vogliamo tuttavia adottare, sostanzialmente, la definizione dureriana; parleremo della lettura come di una particolare intuizione prospettica in senso pieno là dove, non solamente i singoli elementi della narrazione, le case, gli oggetti, i personaggi o le suppellettili vengono rappresentate “di scorcio” ma l’intero quadro letterario si trasforma in una finestra attraverso la quale noi crediamo di guardare lo spazio degli accadimenti, la superficie materiale della vita.


   Questa teoria potrebbe utilmente spiegare perché un gruppo di persone, le più disparate, provenienti da province diverse, appartenenti a mestieri simili ma non coincidenti, attraversino lande, dighe e contrade per giungere infine in piazze remote per parlare di libri.

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